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La Sicilia designata a portare l’olio santo ad Assisi: un simbolo di fede e solidarietà. Schifani: “Orgogliosi della nostra Isola”

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Una Sicilia vibrante, orgogliosa delle sue tradizioni e della sua gente, si è riversata ad Assisi, portando con sé non solo il calore delle sue bellezze, ma anche l’olio santo destinato a mantenere accesa la fiamma di San Francesco. È un gesto simbolico che suggella il legame profondo tra l’Isola e il Santo Patrono d’Italia, nell’ambito delle celebrazioni annuali in onore del Poverello d’Assisi.

“L’offerta dell’olio per alimentare la lampada sulla tomba di san Francesco è un rito che la Sicilia rinnova dopo 21 anni e che ci unisce profondamente alla figura del patrono d’Italia. Questo gesto simbolico non è solo un atto di devozione, ma anche un impegno concreto verso i valori che il santo ha incarnato: povertà, pace, amore per il prossimo e per il creato. La Sicilia, terra di incontro tra culture e religioni, si rispecchia in questi valori”, ha dichiarato con Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, rivolgendosi alle istituzioni, ai duecento sindaci e ai cinquemila pellegrini provenienti dall’Isola e da tutta Italia, presenti per l’occasione.

La Sicilia, designata per il 2024 a offrire l’olio per la lampada votiva che arde incessantemente sulla tomba di San Francesco, si è presentata ad Assisi con una forte identità e una chiara vocazione di servizio e solidarietà. Il presidente Schifani ha ricordato l’impegno dell’Isola nel fronteggiare le problematiche attuali come la disoccupazione e la siccità, sottolineando il valore della laboriosità e dell’accoglienza che caratterizzano il popolo siciliano.

“In questo contesto – ha proseguito – non posso non ricordare Biagio Conte, che ha incarnato pienamente lo spirito francescano. Fratel Biagio, con la sua instancabile dedizione ai poveri e agli emarginati, è stato un testimone vivente dei valori di carità e servizio di san Francesco. Dopo il suo pellegrinaggio a piedi verso Assisi nel 1991, comprese la sua vocazione francescana e iniziò la sua missione di soccorso verso gli ultimi”.

Schifani ha incontrato Biagio Conte diverse volte durante la sua vita. “L’ultima occasione – ha detto il presidente della Regione – poche ore prima della sua morte, rimarrà sempre impressa nella mia memoria, al suo capezzale, mi disse: ‘Mi raccomando, presidente, non ti dimenticare degli ultimi’. Ogni incontro con lui era fonte di arricchimento umano, un’occasione per riflettere su quanto profondamente vivesse i valori francescani. La Missione di Speranza e Carità, da lui fondata a Palermo, è il simbolo concreto di come il messaggio di san Francesco si traduce in azioni quotidiane di solidarietà e di cura verso chi soffre”.

Altro momento celebrativo, un corteo ha accompagnato i partecipanti all’ingresso della chiesa, dove monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ha presieduto i Primi vespri. In questa cornice solenne, alla presenza di personalità del mondo religioso e istituzionale, tra cui gli assessori siciliani della Famiglia, Nuccia Albano, e dell’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, è stato compiuto un gesto di grande significato: il presidente Schifani ha donato alla Cappella del Transito di San Francesco una riproduzione bronzea della Madonna “Mater Siciliae”, un’opera realizzata dall’artista Salvo Salvato e commissionata dal Laboratorio Federiciano per Palazzo d’Orléans.

In linea con l’importanza dell’evento, la Presidenza della Regione Siciliana ha sostenuto il restauro di un prezioso dipinto del XVII secolo, “La Madonna sui luoghi della Passione”, attribuito a Piergirolamo Crispolti, conservato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Un gesto che simboleggia l’attenzione e il rispetto della Sicilia per l’arte e la cultura sacra, e che rinsalda il legame tra le due regioni.

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