Terrà

Parla l’enotecnico Gaspare La Vela
“La sfida? Far capire che dietro ogni bicchiere di vino c’è una storia e un pezzo di vita”

di Giacomo Alberto Manzo*

E’ cresciuto amando il mondo del vino e desiderando di far parte di esso. E così, il sogno di diventare un enotecnico, per Gaspare La Vela è diventato realtà. E’ convinto che un buon vino si produce solo con un’ottima materia prima. Come è altrettanto convinto che “non esiste un vino preferito, ogni vino deve emozionare, lasciando un ricordo duraturo”.

Qual è il suo background e come è diventato enotecnico?
“Sono cresciuto a pane e vino, come si suol dire. Sin da piccolo desideravo far parte di questo mondo, che da sempre mi ha affascinato. Il mio sogno nel cassetto era fare ‘i miei vini dalle mie uve’. Adesso il sogno è diventato realtà, giorno dopo giorno prende sempre più vita ma consapevole che la strada è ancora lunga”.

Quali sono le sue principali responsabilità nel processo di produzione del vino?
“Lavoro, studio, mi applico molto nella coltivazione del vigneto, sembra una frase banale ma non lo è. Un buon vino lo si produce di buona qualità, se la materia prima è eccellente; ed essendo uve di mia proprietà cerco di trattarle con amore. Tutto ciò mi rende orgoglioso del mio lavoro”.

Gaspare La Vela

Quali sono le sfide che incontra nel suo lavoro?
“Principalmente, cercare di far capire che tutto ciò che si degusta non è un semplice bicchiere di vino, ma racchiude l’essenza di uno spaccato di vita e di una storia. Se si riesce a comunicarlo e farlo capire, sei già a metà dell’opera”.

Quali sono le tendenze attuali nel mondo del vino?
“Direi che c’è una parte di pubblico pronta a provare dei vini che rispettano il territorio, e per lo più, fatti da vignaioli. Il vino va raccontato, spiegato, valorizzato. Spesso mi accorgo che ciò non viene fatto. A volte, a proporre i vini, sono soggetti che non conoscono la storia del vignaiolo, delle uve, della tecnica di vinificazione; e se poi ciò viene svolto in maniera spicciola e da persone incompetenti, il dato è tratto. Allo stato attuale le tendenze dei consumatori sono in piena evoluzione, con cambiamenti repentini, ma per fortuna si sta affermando il principio dei vini ‘sostenibili'”.

Quale rapporto bisogna dare tra tradizione e innovazione nella produzione del vino?
“Oscar Wilde scrisse: ‘la tradizione è un’innovazione ben riuscita’. Tradizione e innovazione sono due parole che sembrano così distante tra loro, ma che in realtà sono molto vicine. Più che di tradizione, tuttavia, parlerei di artigianalità. Cerco di fissare il sapere dell’uomo, e più che di innovazione, parlerei di nuovi modi di progettazione del prodotto vino e della relativa strategia di vendita”.

Quali sono i suoi vini preferiti?
“Non c’è un vino preferito, direi che oggi il livello medio del vino si è migliorato di tanto. Detto questo, affermo con cognizione di causa che un vino mi deve ‘emozionare’. Perché chi degusta, deve essere consapevole del fatto che un vino non è un mero alimento, bensì un concentrato di emozioni e suggestioni, e più te ne lascia, più lo ricorderai”.

Qualche consiglio a chi vuole diventare enotecnico?
“Direi prima di tutto di studiare, perché la conoscenza è alla base di tutto. E per conoscere si deve anche viaggiare. E’ importante capire come la pensano gli altri, cercare di assimilare il più possibile dai colleghi con più esperienza. E, infine, degustare, degustare, degustare, cercando di comprendere tecnicamente quali sono le differenze tra un vino e l’altro”.

Un’esperienza memorabile?
“Non c’è un’esperienza memorabile ma tutte mi hanno lasciato qualcosa di importante. Un’esperienza che non dimenticherò mai, di certo, è quella maturata da bambino, nella cantina di mio nonno, dove mio padre e i mie zii lavoravano le nostre uve e ottenevano vini per l’industria vinicola marsalese. Certamente uno dei momenti più belli della mia vita, dove tutto è iniziato, e che mi ha portato a scegliere l’ attuale professione di tecnico e di imprenditore di settore. Esperienza questa, che sto cercando di trasmetterla ai miei figli”.

*Enologo

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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