Terrà

Il progetto In.Posa
La salsa madre di pomodoro dorato: innovazione siciliana pronta a conquistare il mondo

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Che differenza c’è tra il pomodoro rosso bello maturo e quello dorato ancora in via di maturazione che usiamo per le insalate? Sicuramente il sapore e il colore, ma non solo. Il progetto “In.Posa” finanziato con la misura 16.1 del Psr Sicilia 2017-202, e finalizzato al trasferimento dell’innovazione in agricoltura, ha messo in luce aspetti interessanti che riguardano la sfera salutistica-nutrizionale, quella agronomica e quella gastronomica.

La sfera salutistica-nutrizionale

Pomodoro dorato e pomodoro rosso hanno caratteristiche nutrizionali simili ma il primo, nelle preparazioni gastronomiche, richiede meno sale. “Aspetto da non sottovalutare viste le linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità secondo le quali, per prevenire le patologie cardiovascolari, va ridotta l’aggiunta di sale discrezionale alle preparazioni alimentari”, ha affermato Danila Di Majo, vicedirettrice della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione del Dipartimento Bind dell’Università di Palermo.

“I risultati degli studi condotti sul modello animale – ha poi aggiunto – evidenziano che pomodoro dorato e i suoi derivati svolgono un ruolo di moderatore nutrizionale. Ciò lo rende un potenziale ‘functional food’ da utilizzare nella prevenzione di patologie correlate a disfunzioni metaboliche, stress ossidativo sistemico e disfunzioni epatiche”.

Elevato contenuto polifenolico e ricchezza in vitamina A rendono il pomodoro dorato un superfood: l’assunzione giornaliera di 200 grammi di pomodoro dorato, oppure di 50 grammi di passata o di 75 grammi di succo sono in grado di coprire il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamina A (detta anche retinolo per l’importanza che riveste per la vista).

La sfera agronomica

Gli studi condotti in campo presso numerose aziende partner (Il Frutteto di Alcamo che ha ricoperto il ruolo di capofila, Casale di Campo di Partinico, Gisone di Salemi, Gioia di Valledolmo e Cascio di Montemaggiore Belsito), hanno in messo evidenza la maggiore sostenibilità economica ed ambientale della coltura rispetto a quella destinata alla produzione del pomodoro maturo. Per produrre il pomodoro dorato servono, infatti meno acqua e concimi, si legge nella relazione dell’agronomo Gaspare Lo Grasso di Astes (Associazione Sviluppo Territoriale Sostenibile a cui si deve anche l’organizzazione dell’evento) che ha condotto lo studio in campo. Ma non solo.

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