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La proposta Ue, proroga decennale dell’autorizzazione al glifosato

La proposta della Commissione Ue di una proroga decennale dell’autorizzazione al glifosato continua a tenera banco. Infatti, l’Europa si appresta a dare un nuovo via libera, per altri 10 anni, alla sostanza chimica usata in agricoltura come erbicida, su cui negli ultimi anni si sono moltiplicati gli allarmi per la sua presunta pericolosità per l’uomo. Anche per questo, a livello europeo, nel 2019 la sostanza è stata sottoposta a una nuova procedura di valutazione dei rischi, durata fino a oggi, finalizzata proprio a un nuovo eventuale rinnovo. L’attuale autorizzazione del glifosato, rinnovata nel 2017 per cinque anni, è scaduta il 15 dicembre 2022, ma è stata prorogata di un anno in attesa di una valutazione scientifica.

E così il 26 luglio scorso l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato le conclusioni di questi lunghi studi sostenendo che la classificazione del glifosato come sostanza cancerogena “non è giustificata”. L’Efsa inoltre “non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”. Per questo la Commissione Ue è intenzionata rinnovare il via libera all’utilizzo del glifosato in agricoltura per altri 10 anni. Proposta che sarà sottoposta al voto del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi nella riunione del 12 e 13 ottobre prossimi.

Al momento gli Stati membri non hanno anticipato la loro posizione rispetto al voto. Ma durante la discussione, sono emerse le perplessità di Francia e Olanda, critiche rispetto alla proposta di rinnovo da parte della Commissione. Non è ancora nota, invece, la posizione dell’Italia. Bruxelles, al fine di far approvare la proposta, cerca di limare la bozza, definendo alcune tutele: le condizioni di utilizzo devono quindi essere accompagnate da “misure di mitigazione del rischio” riguardanti l’intorno delle aree irrorate, tramite “fasce tampone” di cinque-dieci metri e attrezzature che riducano drasticamente le “derive degli irrorati”.

Inoltre vengono fissati livelli limite per alcune “impurità” del glifosato e ora è vietato l’uso per l’essiccazione (spargere per essiccare un raccolto prima del raccolto). In ogni caso, la proposta può essere approvata solo con un via libera da parte di una maggioranza qualificata dei Paesi membri. In pratica, una combinazione del 55% degli Stati che votino a favore – ossia 15 su 27 – insieme al sostegno dei Paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione totale europea.

La bozza dell’Ue è stata inviata a tutti gli Stati membri, che in questi giorni hanno già avviato la discussione con l’obiettivo di approvare il regolamento entro ottobre e quindi di prorogare la licenza del glifosato fino al 15 dicembre 2033. Tuttavia la proposta avanzata dalla Commissione introduce alcune limitazioni per mitigarne gli effetti, come la presenza di fasce tampone di 10-15 metri per attenuare le “derive degli irrorati”, il divieto di impiego per il disseccamento dei raccolti e quello nei giardini pubblici e nei parchi.

Cos’è il glifosato

È stato introdotto sul mercato nel 1974, ed è oggi l’erbicida più utilizzato al mondo: dalla sua introduzione ne sono state spruzzate sui campi oltre 10 milioni di tonnellate. È un diserbante non selettivo, vale a dire una molecola che elimina indistintamente tutte le erbe infestanti. In pratica, significa che l’erbicida è in grado di ridurre il numero di piante indesiderate in un campo che è prossimo alla coltivazione, eliminando indistintamente tutte le erbe infestanti. La presenza di piante come queste, infatti, diminuisce la possibilità di avere colture rigogliose a causa della competizione che si instaura tra le piante in coltura e quelle infestanti. Il prodotto chimico agisce penetrando nelle piante attraverso le foglie, raggiungendo ogni sua parte per via sistemica e andando quindi a devitalizzare ogni zona o riserva della pianta stessa, che nel giro di 10 giorni perde vitalità e si secca. Il suo utilizzo ha quindi la massima efficacia, in agricoltura, se avviene prima della semina.

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