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Il cittadino e i pubblici poteri, il legittimo affidamento nel diritto europeo

di Mariangela Miceli

La “Giustizia” risponde è una rubrica curata dall’avv. Mari Miceli al fine di offrire dei contributi dal mondo del diritto sia agli imprenditori agricoli, sia a associazioni di categoria nonché professionisti. In tal senso, potete porre i vostri interrogativi o temi per un confronto inviando a redazioneterra@psrsicilia.it

Il principio del legittimo affidamento è un principio cogente e di matrice giurisprudenziale. Vi è da precisare come all’interno del dettato costituzionale, l’art. 10, comma 1 Cost., garantisce l’adeguamento automatico dell’ordinamento italiano alle “norme di diritto internazionale generalmente riconosciute”. Tale articolo però, si riferisce solamente alle norme consuetudinarie, non potendo essere arbitrariamente esteso anche al diritto internazionale pattizio. In assenza di una norma che proceda in via automatica e permanente all’adattamento anche di tutti gli accordi internazionali è, pertanto, necessario l’intervento di norme interne di recepimento ad hoc. Pur non di meno si tratta di un principio connotato da tre elementi essenziali: oggettivo, soggettivo e temporale.

Il primo elemento, quello di carattere oggettivo, si sostanzia nell’esistenza di una situazione giuridica di vantaggio del privato, derivante da un provvedimento amministrativo (anche nel caso di silenzio della P.A.). Il secondo elemento, quello soggettivo, si riferisce alla convinzione della legittimità del provvedimento da parte del soggetto privato. La tutela in questo caso si fonda sul principio di buona fede. In merito a tale profilo, la Corte di Giustizia tende a rimarcarne l’importanza, evidenziando l’imprescindibilità della diligenza del privato al fine di valutare la legittimità e la conseguente tutelabilità del suo affidamento. Da ciò ne discende lo stretto legame tra buona fede e affidamento, concetti che si pongono evidentemente in un rapporto di complementarietà. Di talché, esprimono un concetto unitario, rilevante ogni qual volta, venga in questione l’esercizio del potere pubblico di autotutela dall’amministrazione decisoria.

Il terzo elemento della fattispecie in esame è il profilo temporale e si collega alla certezza del diritto. Il trascorrere del tempo rende sempre più certa, infatti, la posizione giuridica di vantaggio attribuita con il provvedimento amministrativo e quindi, rende legittimo l’affidamento. Come già sopra evidenziato, la legittimità dell’affidamento si misura anche in relazione al mutamento della normativa vigente e all’assetto di interessi determinati e di conseguenza, l’affidamento è escluso qualora il mutamento era prevedibile. Anche la Corte costituzionale si è espressa in merito alla certezza del diritto e al principio di irretroattività, individuando il fondamento del principio della ragionevolezza nell’art. 3 della Costituzione, inteso come valore fondamentale di civiltà giuridica, immanente in tutti i rapporti di diritto pubblico.

Di talché, l’ordinamento italiano, complessivamente inteso, si è progressivamente adeguato, alla forza impositiva e conformativa del diritto comunitario (Pepe). E sono proprio i principi comunitari, in special modo quelli di proporzionalità, giusto procedimento, legittimo affidamento, effettività della tutela giurisdizionale a esaltare le libertà del cittadino nel rapporto con i pubblici poteri.

Mariangela Miceli

Avvocato del Foro di Trapani, dottoressa di ricerca in diritto commerciale, è consulente tecnico per il Fondo FEASR presso l´assessorato dell´Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione siciliana. Autrice di pubblicazioni scientifiche. Contributor per il blog Econopoly24 del Sole24ore. Collaboratrice per il Vol. “L´interpretazione del diritto” a cura di F. Caringella ed. Dike; co - autrice del testo edito da Giuffrè “Criptoattività, criptovalute e bitcoin”, a cura di Stefano Capaccioli. E. tra le altre cose, curatrice e relatrice del Convegno “un’altra vita: dal codice rosso alla rete sociale”, patrocinato dall´Unesco.

Mariangela Miceli

Avvocato del Foro di Trapani, dottoressa di ricerca in diritto commerciale, è consulente tecnico per il Fondo FEASR presso l´assessorato dell´Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione siciliana. Autrice di pubblicazioni scientifiche. Contributor per il blog Econopoly24 del Sole24ore. Collaboratrice per il Vol. “L´interpretazione del diritto” a cura di F. Caringella ed. Dike; co - autrice del testo edito da Giuffrè “Criptoattività, criptovalute e bitcoin”, a cura di Stefano Capaccioli. E. tra le altre cose, curatrice e relatrice del Convegno “un’altra vita: dal codice rosso alla rete sociale”, patrocinato dall´Unesco.

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