Comunicazione
Aprire ai giovani le porte dell’agroalimentare, in campo “ColtiviAmo… il patrimonio di Sicilia”
L’obiettivo è aprire ai giovani le porte del sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico della Sicilia. E, in particolare, agli allievi degli istituti professionali alberghieri delle provincie di Catania e Palermo. E così l’assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea mette in campo il progetto ‘ColtiviAmo’ che vede partecipe, tra gli altri, gli istituti professionali alberghieri, come detto.
“Quella siciliana è la cucina più internazionale al mondo perché conserva la sintesi delle dominazioni e civiltà che qui si sono succedute – afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci -. E nelle regioni mediterranee il pasto è un fatto emozionale, un gesto identitario”. Il governatore, rimarcando il “cibo come patrimonio di valori, esperienze e identità, rivolgendosi agli studenti prosegue: “Vi affidiamo questo patrimonio perché lo conosciate a fondo, per mettere a frutto la vostra esperienza di studio in una regione in cui il comparto turistico è in fortissima ascesa”.
In collaborazione con il quotidiano La Sicilia, quest’iniziativa di comunicazione multimediale intende fornire ai lettori degli strumenti utili per conoscere più nel dettaglio il patrimonio agricolo, agroalimentare e agrituristico siciliano, in un’ottica di valorizzazione delle eccellenze del territorio, alla luce del nuovo quadro di politica agricola e alimentare definito dalla Commissione Europea nel cosiddetto “From Farm to Fork”. Si tratta della strategia “dal produttore al consumatore”, per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, che persegue l’obiettivo di rendere l’Europa, entro il 2050, il primo continente a impatto climatico zero, definendo una strategia di crescita sostenibile e inclusiva per stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita delle persone, prendersi cura della natura e non lasciare indietro nessuno. “Parlare di agroalimentare in contesti educativi equivale senza dubbio a creare maggiore consapevolezza su un ricco e singolare patrimonio naturale, che può rappresentare un volano per la crescita economica regionale – afferma invece l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla -. Da sempre sostengo che il più grande capitale della Sicilia è l’agroalimentare che ben si declina con i due settori portanti della nostra economia: l’agricoltura e la pesca”.
Obiettivo del progetto è conoscere maggiormente le eccellenze siciliane alla luce della nuova politica agricola europea e in particolare del cosiddetto “From Farm to Fork”
La pandemia da Covid, inoltre, ha sottolineato l’importanza di un sistema agricolo e alimentare solido che funzioni in qualsiasi circostanza e che sia in grado di assicurare ai cittadini un approvvigionamento sufficiente di cibo. Il progetto prevede, dopo gli eventi di presentazione a Catania e Palermo, una serie di webinar online tra le scuole partecipanti e la Regione Siciliana al fine di far realizzare agli studenti una serie di articoli relativi ai temi discussi in conferenza, nonché una premiazione finale delle migliori produzioni con pubblicazione di tutti gli elaborati sul quotidiano La Sicilia. L’obiettivo, ribadiamo, è quello di fornire uno spunto di conoscenza e riflessione circa le tematiche più rilevanti legate al sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico della Sicilia. Ed ecco le tematiche.
La costruzione di una filiera alimentare che funzioni per consumatori, produttori, clima e ambiente. Verranno affrontati, quindi, temi legati alla sostenibilità della produzione alimentare, alla sicurezza del suo approvvigionamento, alla stimolazione di pratiche sostenibili nei settori della trasformazione alimentare, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghiero e dei servizi di ristorazione. Spazio anche alla lotta alle frodi alimentari lungo la filiera e alle strategie applicabili per ridurre perdite e sprechi;
la transazione alimentare. Sono diversi i fattori utili a progettare il sistema agroalimentare del futuro: ricerca, innovazione, tecnologia e investimenti, ma anche servizi di consulenza, condivisione di dati e conoscenze, acquisizione di nuove competenze;
l’impatto dell’emergenza Covid. Il sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico della Sicilia è stato messo duramente alla prova dalla pandemia e dall’applicazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica. Si tratta di un sistema economico basato su prodotti di qualità, valore aggiunto e relazioni virtuose tra turismo ed enogastronomia. Ma occorre riflettere su come la recessione economica possa influire negativamente sul sistema, facendo ridurre la domanda di prodotti agricoli di qualità a favore di quelli più economici. Non di meno, l’azzeramento del canale Ho.Re.Ca (hotel, ristoranti e catering) è un tema che necessita attenzione;
lo scenario 2021-2030 e le politiche agricole. Le sfide da affrontare sono complesse e coinvolgono differenti livelli decisionali, dal regionale al nazionale al comunitario. È ormai palese la necessità di aumentare il potere contrattuale dell’agricoltore nei confronti della trasformazione agroindustriale, della distribuzione organizzata e dei produttori di mezzi tecnici che operano a monte e a valle dell’agricoltura. Non meno marcati i bisogni legati al raggiungimento di mercati globali, alla modernizzazione, alla ricerca, all’innovazione, ecc.;
la zootecnia di Sicilia verso un cambio di rotta. Il rilancio della Sicilia dipende dal rilancio delle attività zootecniche, tenuto conto che l’allevatore è l’unico agricoltore che vive 365 giorni l’anno in campagna. Infatti, non c’è sviluppo rurale senza zootecnia. La millenaria tradizione legata all’allevamento del bestiame offre un variegato panorama di prodotti a elevata valenza tipica, fortemente connessi al territorio, alle razze autoctone e alla cultura delle società rurali che vivono nei territori montani e collinari dell’entroterra siciliano. Particolare attenzione va posta agli allevamenti estensivi e transumanti delle zone montane e svantaggiate tramite una serie di azioni mirate al riordino della materia in tema di salvaguardia e tutela delle razze animali autoctone. Le aree marginali vanno valorizzate tramite investimenti nelle aziende zootecniche, finalizzati a una corretta gestione del pascolo, all’utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio, nonché a una precisa e regolare gestione dei problemi legati alla condizionalità, igiene e benessere degli allevatori. I prodotti zootecnici tipici vanno anche promossi, così come le aziende zootecniche che, a seguito di attacchi di predatori e ungulati, hanno subito perdita di produzione.
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