Terrà

Il progetto Stravina
Agroegologia, utilizzo di leguminose erbacee autoctone nel vigneto siciliano

di Giovanni Colugnati 

Per lungo tempo la biodiversità delle specie vegetali presenti nell’agroecosistema vigneto non ha suscitato alcun interesse in quanto considerata argomento privo di alcuna ricaduta agronomica ed ecologica e un ostacolo alla gestione dell’interfila. Al contrario, negli ultimi anni si è assistito ad una marcata inversione di tendenza in quanto è stato verificato che la biocenosi vegetale spontanea costituisce non solamente un patrimonio vegetale da difendere, ma anche uno strumento di gestione ecocompatibile dell’agroecosistema (resilienza). Infatti, la presenza di un’ampia gamma di specie tende ad evitare quel vuoto biologico che esalta l’invasività di quelle specie marcatamente aggressive in virtù della loro elevata competitività, idrica e nutrizionale, nei confronti della vite (specie ruderali nitrofile, ad esempio). In altre parole la presenza di una complessa fitocenosi tende a limitare l’insorgenza di infestazioni di difficile controllo grazie alle reciproche interazioni sia competitive che allelopatiche (Randall, 1995).

Ne consegue che la gestione ecocompatibile di sistemi colturali ecocompatibili (integrati, biologici, ecc.) implica il mantenimento di una flora equilibrata che può agevolare e rendere flessibile il controllo. In questa logica la coesistenza del vigneto e di ambienti naturaliformi, integrati attraverso una fitta rete di biocenosi diverse (tunnel ecologici), comporta un vantaggio ecologico di grande interesse. In questa ottica, il vigneto assume un ruolo chiave di isola ecologica, alla luce della sua naturalità, vero e proprio conservatoire di specie ad elevata biodiversità sito specifica (Colugnati & Cattarossi, 2018), elemento a spiccato valore paesaggistico (terzo paesaggio, secondo la definizione di Clement).

Tali considerazioni sono alla base del progetto “STRA.VI.NA.”, (“Strategie agroecologiche per la gestione organica del vigneto e la produzione di vino naturale”), presentato nell’ambito del PSR Sicilia 2014-20-Misura 16.1, che prevede la collaborazione tra l’Università di Palermo, la Colugnati&Cattarossi SRL (Capofila), il Dott. Saverio Saladino (Innovation Broker) e 6 aziende del territorio delle provincie di Trapani e Palermo, che si prefigge l’obiettivo di sviluppare strategie di gestione del suolo in agricoltura biologica, implementare i protocolli di vinificazione per vini naturali, migliorare la qualità del “sistema vigneto” aumentando il sequestro di carbonio, riducendo l’emissione di gas serra, salvaguardare la biodiversità e l’uso dell’acqua in agricoltura, sviluppare filiere di nicchia diversificando la produzione incentivando la nascita di piccole imprese: in questa nota pare interessante focalizzare la nostra attenzione sugli aspetti ecologici ed agronomici che la diversità floristica comporta all’interno dell’agroecosistema, con particolare riferimento alla biocenosi vigneto in ambiente arido siciliano.

Biocenosi naturali e naturaliformi

La presenza di simbiosi radicali viene sempre più rivalutata nelle recenti pratiche agricole e forestali per il risvolto positivo che può avere sulla salute degli ecosistemi e sulla loro resilienza, soprattutto in risposta agli stress derivanti dai cambiamenti climatici. Fra le diverse tipologie di relazioni simbiontiche a livello radicale (micorrizze, attinorrizze, simbiosi con batteri azotofissatori), la simbiosi istaurata fra le leguminose e ceppi di batteri azotofissatori, risulta essere alquanto vantaggiosa nel campo delle pratiche agricole. L’uso delle leguminose erbacee azotofissatirici è da tempo consigliato quale pratica virtuosa nell’ambito delle rotazioni agrarie dei seminativi e, ultimamente l’impiego di leguminose da sovescio nelle colture legnose, è una pratica ampiamente adoperata in agricoltura biologica. Ma ulteriori prospettive si aprono all’uso delle leguminose.

L’introduzione di mezzi agricoli che consentono una più semplice gestione delle coperture erbacee all’interno delle colture legnose, consente di praticare la non coltivazione con vantaggiosi risvolti sul controllo dell’erosione. Abbinando questa pratica all’uso delle leguminose, si sommano i vantaggi sul sistema suolo, sulla vitalità della pedofauna e della flora microbica del terreno, a vantaggio anche delle colture agrarie. Nell’ambito del progetto “STRA.VI.NA”. è stata analizzata la possibilità di introdurre in campo agrario leguminose autoctone che presentino una buona attitudine alla risemina, una buona capacità di adattamento alle condizioni pedoclimatiche tipiche dei vigneti della Sicilia occidentale, e una buona attitudine alla costituzione di prati eventualmente pascolabili nel periodo invernale. Pr queste finalità innanzitutto è condotta un’analisi delle specie autoctone della flora Sicula.

Trifolium repens

Sulla base delle conoscenze attuali (Pignatti et al., 2017-19), nella flora sicula si contano circa 288 specie di leguminose¸ di queste solo una quarantina sono specie legnose (arboree o più spesso arbustive o cespugliose), mentre la restante parte include specie erbacee perenni o annuali, diverse delle quali con una buona attitudine all’utilizzo in consociazione con il vigneto. Fra i diversi potenziali generi vanno ricordati i generi Trifolium, Medicago, Sulla, Lotus, Vicia, Lathyrus, Coronilla, Ononis, ecc. La scelta delle specie idonee al progetto ha tenuto conto delle caratteristiche pedoclimatiche del settore occidentale della Sicilia, individuando quelle che si possono adattare a condizioni climatiche variabili dal termomediterraneo al mesomediterraneo, e contemporaneamente caratterizzate da buona capacità di adattamento a suoli di diversa natura. Sono state inoltre selezionate specie tipiche di ambienti aperti e adattabili ad ambienti agricoli, prediligendo pertanto quelle tipiche di consorzi dei Stellarietea (vegetazione nitrofila annuale) e dei Molinio-Arrhenatheretea (vegetazione dei prati e dei pascoli perenni).

Nell’ottica di un uso su larga scala delle specie erbacee (non solo in campo agricolo, ma anche nell’ambito di interventi di ingegneria naturalistica, dove attualmente si riscontra una scarsa disponibilità di sementi di specie autoctone mediterranee con germoplasma di provenienza locale), si è cercato di porre attenzione anche all’attitudine delle stesse alla raccolta della semente mediante trebbiatura. Per alcune specie si evidenzia come possa essere più conveniente la produzione di seme vestito, come nel caso di Sulla capitata e Scopiurus vermiculatus. Ai fini della ricerca sono state selezionate 13 specie (Tabella 1). Le raccolte sono state eseguite nei territori di Erice (Lotus tetragonolobus, Trifolium angustifolium, Scorpiurus muricatus, Medicago lupulina), Ummari (Trifolium squarrosum), Bruca (Medicago lupulina, Scorpiurus vermiculatus, Ononis mitissima), Ribera (Sulla capitata, Lotus ornithopodioides), Vita (Lotus biflorus) e Santa Margherita Belice (Ononis alopecuroides). Per la specie Trifolium fragiferum è stata eseguita la produzione di piantine procedendo da stoloni raccolti in un campo agrario sito in C. da Ummari (Trapani), con germoplasma originario da tre località (Trapani, Campobello di Mazzara e Ribera). Per la sperimentazione in campo si sta procedendo alla realizzazione di parcelle sperimentali. L’area scelta per la sperimentazione è dislocata internamente ad un’azienda agricola sita a poca distanza dal paese di Santa Margherita Belice (AG). L’area presenta un terreno sabbioso e drenante, sul quale è stata osservata una flora spontanea di tipo sinantropico. Le specie presenti sono perlopiù riconducibili alle due alleanze Foedio-Convolvulion e Fumarion wirtgenio-agrariae, entrambe della classe Stellarietea mediae.

Bibliografia.

Colugnati G., Cattarossi G. (2018) La tutela della biodiversità floristica nell’agrosistema vigneto.

Pignatti S., Guarino R., La Rosa M.  (2017-2019). Flora d’Italia. Randall J.M. (1995). Weed control for the preservation of biological diversity.

SpecieLocalità di raccoltaPeso accessione (g)N° semiStima n° effettivo semi
Trifolium angustifolium L.Erice951470014000
Scorpiurus muricatus L.Erice9072007000
Scorpiurus vermiculatus L.Bruca (Buseto Palizzolo)22034003000
Ononis alopecuroides L.Santa Margherita Belice0,397676
Ononis mitissima L.Bruca (Buseto Palizzolo)5,7621002000
Medicago orbicularis (L.) Bartal.Bruca (Buseto Palizzolo)1,512410410
Lotus tetragonolobus L. (= Tetragonolobus purpureus Moench)Erice1,2965252
Lotus biflorus Desr. [= Tetragonolobus biflorus (Desc.) Ser.]Vita33,30612201200
Lotus ornithopodioides L.Ribera30,532348023400
Trifolium squarrosum L.Ummari46,9081224012200
Medicago lupulina L.Erice12,19869706900
Trifolium fragiferum L.Trapani, Ribera, Campobello di MazzaraSolo piantine messe a dimora
Sulla capitata (Desf.) B.H. Choi et H. OhashiPiana Grande (Ribera)17,15786750

Tabella 1: elaborazione dati relativa al peso delle accessioni e alla stima del numero dei semi

Colugnati G. (1), Scuderi L. (2), Santoro A. (2), Saladino S. (3), Gristina L. (2), Cattarossi G. (1)

(1) Colugnati&Cattarossi Srl, Capofila Progetto “STRA.VI.NA.”

(2) Dipartimento SAAF, Università di Palermo(3) Innovation Broker, Progetto “STRA.VI.NA.”

©RIPRODUZIONE RISERVATA





Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Post a Comment