Terrà

Il provvedimento
Agroecologia, la Sicilia “pioniera”: la rivoluzione verde che sta cambiando il modo di coltivare

di NinoSutera

Come tutti sanno in Sicilia i concetti Green Deal e Farm to Fork hanno sempre albergato, rappresentano un modus operandi che ha visto insieme, il mondo della produzione, della ricerca, dei tecnici e della pubblica amministrazione, e perché non riconoscerlo anche della politica, lo dimostrano i tantissimi riconoscimenti che l’isola ha conquistato.

Nel recente passato il coordinamento Agroecologia della Sicilia, anima e voce Guido Bissanti, agronomo lungimirante, ha prodotto, a partire dal 2017, una serie di incontri, convegni e documenti che hanno portato successivamente l’Assemblea regionale siciliana alla discussione di alcuni disegni di legge ed, infine, alla emanazione della legge regionale 29 luglio 2021, n. 21, (“Disposizioni in materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura. Norme in materia di concessioni demaniali marittime”), ovvero, la cosiddetta legge sull’Agroecologia.

La norma, prima in Europa, non solo ha dato seguito alle recenti indicazioni della FAO, per guidare la trasformazione dei sistemi agricoli, ma recepisce in maniera virtuosa la strategia UE del ‘Farm to Fork’ e la strategia UE sulla biodiversità. Con questa norma si avvia un lungo ma necessario processo di conversione del sistema agroalimentare che mira a:

ottimizzare le interazioni tra piante, animali, esseri umani e ambiente;

aumentare la fertilità dei suoli;

eliminare l’utilizzo di biocidi e sostanze agrotossiche;

conservare la biodiversità e i paesaggi.

Questa norma, avviando la conversione dei sistemi agricoli verso l’agroecologia, permette di integrare gradualmente i valori ecologici e sociali nella progettazione e gestione dei sistemi agroalimentari ed, in definitiva, permette di rimettere gradualmente in sincronia il sistema agroalimentare con il sistema ecologico.

La norma in sintesi

a) la tutela della salute umana, dell’ambiente naturale, della biodiversità, degli ecosistemi e delle attività agricole;

b) il contrasto alla desertificazione, al rischio idrogeologico e agli incendi;

c) la tutela dei prodotti agricoli siciliani e di tutti i settori produttivi correlati;

d) un modello agro-silvo-pastorale conforme ai criteri dell’agroecologia;

e) un efficiente servizio di controlli e verifiche del settore agroalimentare.

Possiamo definire la norma in questione la prima costituzione del modello agroecologico in quanto, come correttamente va inquadrata questa disciplina, non si rivolge solo al modo di produrre ed ai sistemi agricoli ma anche alle connessioni con altri aspetti interconnessi.

L’art. 3: si pongono i divieti di uso di biocidi in particolari aree del territorio regionale, come nei siti della Rete Natura 2000 o lungo i bordi di tutte le strade pubbliche e lungo i percorsi ferroviari, con le successive e conseguenti azioni di vigilanza al rispetto di tali divieti.

L’art. 5: prevede le attività a sostegno della transizione verso l’agroecologia.

L’art. 6: dispone delle norme per controlli e verifiche nelle importazioni e nelle produzioni, ponendo un innovativo sistema di certificazione della rispondenza delle merci provenienti dai Paesi extraeuropei ai criteri adottati in ambito Comunitario e quindi italiano.

L’art. 7: definisce le modalità per farsi riconoscere come Azienda agroecologica, riconoscimento che consente non solo a queste aziende di avere premialità all’interno del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) a partire dal 2023 (ai sensi dell’art. 8) ma di tracciare un solco importante sia nella stesura del prossimo PSR che in termini di attuazione degli ecoschemi e della prossima PAC.

Seguono, inoltre, alcune norme in materia di tutela sull’introduzione di specie aliene infestanti, di innovazione tecnologica in agricoltura ed in materia di ricerca applicata per lo sviluppo migliore della legge in questione. Al di la dei principi contenuti in questa legge va sottolineato come questa norma apre un nuovo scenario in cui, gioco forza, dovranno confluire poi una serie di riforme dei sistemi sociali ed ecologici verso quel modello di economia circolare oramai indispensabile per la salute del nostro pianeta.

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