Non solo business
Bioagricoltura sociale, “patto” tra istituzioni e aziende. La Sicilia ci crede
di Salvatore Cacciola*
Per il ciclo “RETI: Racconti di Esperienze, Territori, Imprese”, si è svolto l’incontro sul tema “La bioagricoltura sociale nel Mezzogiorno: le scelte di vita che danno buoni frutti”. L’incontro ha aiutato a tracciare il quadro di un rilevante fenomeno economico che negli ultimi anni ha coinvolto un numero sempre crescente di giovani che ritornano alla terra, recuperano territori abbandonati, ricercano forme di agricoltura sensibili alle questioni ambientali, stabiliscono trame di cooperazione e solidarietà che fanno delle loro aziende un luogo di accoglienza dei soggetti più fragili e vulnerabili.
Si chiama bioagricoltura sociale e nonostante sia un modello imprenditoriale che non punta esclusivamente al profitto, è un settore in costante crescita. A questa categoria – appartengono attività anche molto diverse per natura e scopo ma che condividono un presupposto comune: la convinzione che il lavoro della terra e il contesto naturale facilitino il benessere della persona. In particolare, l’agricoltura può essere un rimedio contro lo stigma sociale che spesso colpisce chi ha un passato problematico: se un pomodoro sia stato coltivato da un detenuto, da una persona con disturbi mentali o fisici, non è dato sapere. Avrà comunque lo stesso colore e sapore.
Con l’istituzione della Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura, l’assessorato regionale si appresta ad avviare i lavori del Gruppo Tematico Agricoltura Sociale
In Sicilia è stata recentemente approvata della Giunta regionale la Deliberazione n. 286 dell’1 luglio 2021 in attuazione di una parte significativa della legge quadro nazionale 141/2015. La Rete Fattorie Sociali Sicilia, insieme ai rappresentanti del terzo settore, della cooperazione sociali e del volontariato hanno contribuito in maniera significativa all’elaborazione del testo del provvedimento. Questo rappresenta un segnale positivo di aiuto allo sviluppo dell’agricoltura sociale in Sicilia. Finalmente quindi in Sicilia si registra un passaggio positivo da una fase di autogestione a una di collaborazione con le istituzioni regionali.
Come per il volontariato sociale, l’agricoltura sociale viene fortemente influenzata dal sistema di welfare locale e regionale. La solidità e l’efficienza delle reti di collaborazione tra pubblico e terzo settore garantiscono i risultati più significativi delle pratiche di bioagricoltura sociale. La bioagricoltura sociale in Sicilia sta diventando un’esperienza generativa fondata sulle connessioni relazionali e in grado di creare fatti economici, organizzando in rete i produttori e i consumatori, promuovendo i gruppi di acquisto solidali, opponendosi al furto della terra agricola per costruire impianti di energia rinnovabile e sperimentando nuovi progetti di mobilità sostenibile e non inquinante, creando le comunità energetiche rurali.
E ancora. La comunità di pratiche dell’agricoltura sociale, va sempre di più rappresentata al plurale, perché varie sono le sensibilità che si esprimono e diversi sono i metodi utilizzati. Per queste ragioni è necessario costruire e condividere un lessico dell’agricoltura sociale, fatto di pratiche, di metodi e di scelte strategiche. La bioagricoltura sociale, ad esempio, sta sperimentando un linguaggio comune e aggrega esperienze molteplici accomunate da valori e principi quali: la tutela dell’ambiente, l’agricoltura biologica, l’agroecologia e un modello di welfare generativo e di comunità. Non ci basta fare un po’ di assistenzialismo con qualche ritocco contadino, siamo interessati a rinnovare il sistema dei servizi e di costruire nei territori spazi per un’economia solidale e trasformativa. E’ una scommessa impegnativa ma realistica, queste nuove pratiche sociali faranno emergere un nuovo welfare e una comunità locale che promuove benessere. Si può fare! (foto tratte da fattoriesocialisicilia.it)
*Presidente Rete Fattorie Sociali Sicilia – BioAS
fattoriesocialisicilia@gmail.com
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