Osservatorio Nomisma
Consumer survey, ecco cosè il “fine wine” per i consumatori
Uno dei principali obiettivi della consumer survey realizzata nell’ambito dello studio, svolto da Wine Monitor è stato quello di capire cosa intende il consumatore italiano per “fine wine”. In una scala da 1 a 10, i requisiti che hanno ottenuto i “voti” più alti (da 8 a 10) nell’identificazione di un fine wine sono, a detta degli italiani, la qualità eccellente (64% dei rispondenti), il prezzo elevato (61%) e il fatto che siano prodotti da cantine storiche e prestigiose (57%). Per quanto riguarda le regioni di “elezione” dei fine wines, emerge su tutte la Toscana (lo pensa il 55% dei consumatori di vino), seguita da Piemonte (41%), Veneto (36%), Puglia (23%) e Sicilia (21%).
Wine Monitor è l’Osservatorio di Nomisma dedicato al mercato del vino, nato con l’obiettivo di aiutare imprese e istituzioni della filiera vitivinicola italiana a interpretare correttamente le dinamiche del mercato. Si tratta della prima piattaforma che mette a sistema tutti i dati e le informazioni legate a questo settore, offrendo inoltre servizi mirati che aiutano il cliente a sviluppare le giuste strategie di business. All’interno del mercato dei vini di alta gamma perde di appeal la GDO, dopo gli exploit registrati in fase di lockdown. Di contro, torna forte il ruolo del canale Ho.Re.Ca., mentre si consolida l’ascesa dell’e-commerce nella vendita dei fine wine. Sono questi i dati principali emersi nel quarto approfondimento dell’Osservatorio Wine Monitor 2022 di Nomisma, realizzato per IGM (Istituto Grandi Marchi).
Il report ha indagato come la pandemia da Covid-19 abbia cambiato la distribuzione dei fine wine in Italia e se tali evoluzioni siano da ritenersi strutturali o congiunturali. In particolare, la ricerca Nomisma ha approfondito i cambiamenti intervenuti dal 2019 al 2022 nelle vendite di vini di fascia premium nella GDO italiana (per categoria e principali denominazioni) e nell’assortimento delle maggiori piattaforme italiane di vendita online di vino, confrontando questi trend con la propensione – attuale e futura – dei consumatori italiani all’acquisto di fine wine in tali canali. Quest’ultimo aspetto è stato ricostruito attraverso la realizzazione di un’indagine diretta su un campione rappresentativo della popolazione italiana.
La prima parte dell’Osservatorio ha fotografato lo scenario di mercato, caratterizzato in particolare da una ripresa dei consumi fuori-casa, nonostante l’inflazione. Il 2022 è stato un anno record per l’export di vino italiano, con 8 miliardi di euro secondo le stime Nomisma Wine Monitor e un aumento del fatturato nel canale Ho.Re.Ca del +47% rispetto al 2021 (periodo di riferimento: gennaio-settembre 2022). Una crescita del settore Ho.Re.Ca strettamente connessa alla ripresa dei flussi turistici che ha, di converso, portato ad una riduzione degli acquisti di vino nel canale della GDO.
In particolare, in Italia il numero degli arrivi dall’estero è arrivato (nel periodo gennaio-settembre) a quasi 42 milioni di turisti stranieri contro i 20,7 milioni del 2021. Ma anche negli altri paesi europei, la ripresa del turismo è stata notevole, riportando i livelli degli arrivi (sia dall’estero che dei residenti) molto vicino a quelli pre-pandemici (2019). In altri termini, se la crescita delle vendite in GDO nel 2020 era attribuibile al lockdown e alla conseguente chiusura degli esercizi commerciali e quindi all’inserimento in Iper e Supermercati di etichette prima reperibili esclusivamente in enoteche e ristoranti, l’attuale calo delle vendite dei fine wine nella GDO, è principalmente imputabile allo spostamento dei consumi, dalle mura domestiche al fuori-casa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.