Valorizzare gli scarti di ficodindia, riprende l’attività divulgativa all’ombra dell’Etna
Con la prima attività in presenza continua l’azione divulgativa del progetto EBioScart – Go Fico, per la valorizzazione dei bioprodotti da scarti di Opuntia Ficus-Indica, finanziato dalla misura Psr Sicilia 2014- 2020, sottomisura 16.1. Lo scorso 30 luglio, le attività si sono mosse all’interno del polo produttivo dell’Etna, toccando i territori di Paternò e Biancavilla. Dopo la visita allo stabilimento OP La Deliziosa, e nei campi sperimentali della stessa azienda in contrada Rinazzi a Paternò, si è dato il via a Villa delle Favare alle attività congressuali, aperte con il saluto istituzionale del sindaco di Biancavilla Antonino Bonanno e del dott. Giovanni Sutera, assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea, dipartimento regionale all’Agricoltura.
Il presidente del PSTS, Giuseppe Scuderi, ha illustrato il ruolo nel progetto del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, anello di congiunzione tra il mondo della ricerca, delle metodologie applicate e della produzione. Gli obiettivi del progetto sono stati illustrati dalla dott.ssa Nicoletta Paparone, funzionario del PSTS. La parola è quindi passata a Pietro Bua, rappresentate del polo produttivo dell’Etna, per poi arrivare all’Università di Catania con il prof. Biagio Fallico. La conferenza sulle modalità di sviluppo e diverse fasi del progetto è stata seguita dalla Lectio Magistralis del prof. Giancarlo Cravotto, dell’Università di Torino, sul tema “Eccellenze della ricerca applicata e della tecnologia per la valorizzazione della filiera produttiva del Ficodindia”.
Cravotto ha parlato della necessità di colmare un gap tra studi accademici e produzione industriale. “Oggi si vogliono vedere le tecnologie, le opportunità, i processi che mettono insieme l’industria, gli studi e le conoscenze attuali, per poter scalare i processi produttivi per valorizzare tutti i bio-prodotti nell’ambito di un’economia circolare, nell’ottica anche di fare profitto”. L’ing. Stefano Concari ha mostrato i macchinari e le tecnologie già esistenti per applicarle alla produzione del ficodindia.
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