Progetto EBioScart – GO FICO, convegno a Santa Margherita di Belìce
Prosegue con due importanti appuntamenti il progetto EBioScart – GO FICO, che punta al riutilizzo, anche tramite fonti di energia rinnovabili, dei sottoprodotti e degli scarti delle produzioni siciliane di Opuntia Ficus-indica, nell’ottica di un’economia circolare e della valorizzazione di un prodotto straordinario come il ficodindia di Sicilia. Nel mese, dedicato in Sicilia alle Sagre del Ficodindia che celebrano il frutto anche dal punto di vista folklorico e gastronomico, il Progetto EbioScart farà tappa in due dei poli produttivi siciliani per eccellenza: Santa Margherita di Belìce (Ag) e Roccapalumba (Pa).
Il primo dei due eventi è in programma il 23 ottobre a Santa Margherita di Belìce (Ag). La cittadina del Gattopardo, tradizionalmente nota per essere uno degli areali maggiormente vocati alla produzione del ficodindia, nel recente passato diventata anche punto di partenza di un fiorente commercio estero del frutto, ospiterà il convegno dal titolo “La valorizzazione degli scarti agricoli nella Valle del Belìce. Il case history ficodindicolo”. L’evento è realizzato con il patrocinio della locale amministrazione nel suggestivo scenario del Palazzo Filangeri-Cutò, residenza estiva dello scrittore G. Tomasi di Lampedusa. Il convegno ripercorrerà dal punto di vista tecnico le varie fasi del progetto EBioScart, anche alla luce dell’esperienza dei coltivatori e produttori locali di ficodindia.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Santa Margherita di Belice, Franco Valenti, si entrerà nel vivo dei lavori a partire dalle ore 10.30 con gli interventi di Maria Giovanna Mangione, Presidente del Consiglio dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali della provincia di Agrigento; Nicoletta Paparone, responsabile tecnico Ebioscart; Giacomo Abruzzo, azienda partner del progetto; l’Innovation broker Carmelo Danzì; Calogero Barbera, Vicepresidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Agrigento. Concluderà gli interventi Dario Cartabellotta, direttore generale Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana. Le attività rientrano nella strategia dell’economia circolare di sostenibilità, finanziate con la misura 16.1 del Psr-Sicilia 2014-2020, e si inseriscono nella filiera ficondindicola dei 3 poli siciliani: Etna, Roccapalumba, Santa Margherita di Belice.
Il progetto, che ha come soggetto capofila il Parco Scientifico e tecnologico della Sicilia (PSTS), punta all’Agricoltura 4.0 e nasce dall’intuizione degli imprenditori agricoli di poter ricavare dalla pianta di ficodindia svariati prodotti capaci di conquistare sul mercato margini di guadagno veramente interessanti, con trend crescenti. Partner del progetto le aziende leader del settore, appartenenti sia alla fase della produzione, come l’azienda agricola Mulino Fiaccati, di Laura Bonanno, l’Azienda agricola Garufa di Lucia Bonanno, l’Azienda agricola Giacomo Abruzzo, l’Azienda OP La Deliziosa, ma anche soggetti estranei alla produzione, come il gruppo Ficurinia Srls e Promoter Group Spa. Nel progetto si inseriscono poi i soggetti pubblici e privati detentori dell’innovazione come l’Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A).
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