La politica comunitaria
L’Ue fa il mea culpa: “Meno aziende familiari? Nelle scorse Pac, qualcosa non ha funzionato”
Le piccole aziende agricole rischiano l’estinzione, nonostante producano circa un terzo del cibo che sfama l’intero pianeta. Un drammatico fenomeno per il quale ora l’Unione Europea fa “mea culpa”, addebitando parte della causa alla stessa politica agricola comune (Pac). Come riporta un articolo di euractiv.it. il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, parlando durante una recente riunione della commissione mista AGRI-PETI al Parlamento europeo, ha sottolineato che tra il 2005 e il 2014 ben 4 milioni di aziende agricole sono scomparse nell’Ue, molte delle quali erano aziende piccole e a gestione familiare.
“Stavano scomparendo al ritmo di mille al giorno”, ha detto Wojciechowski, citando l’esempio del suo paese d’origine, la Polonia, che secondo l’ultimo censimento agricolo pubblicato questo mese ha perso 190.000 delle sue aziende, o il 13%, negli ultimi 10 anni. Ed è stato lo stesso commissario ad attribuire questa perdita, almeno in parte, a “certi errori e sbagli” nella Pac. “Penso che dobbiamo essere onesti su questo perché da un lato abbiamo avuto queste piccole aziende agricole che sono scomparse e al loro posto […] queste enormi fabbriche industriali che stavano ricevendo denaro europeo”, ha detto Wojciechowski. In pratica, per il commissario Ue, questo processo di industrializzazione ha visto gli agricoltori “messi con le spalle al muro”, portando un certo numero di persone ad abbandonare le proprie aziende. In sostanza, per Wojciechowski, “qualcosa è andato storto”, quindi c’era bisogno di “invertire questo processo in qualche modo”.
Wojciechowski: “In Polonia stavano scomparendo al ritmo di mille al giorno”
I piccoli agricoltori ora sono in cima all’agenda della riforma della Pac, come riporta ancora euractiv.it., che mira a dare la priorità alle piccole e medie aziende agricole e a incoraggiare i giovani agricoltori a dedicarsi all’antica professione. La proposta di riforma avanzata dalla Commissione mira a ridurre la quota di pagamenti diretti ricevuti sopra i 60 mila euro per azienda e a limitare i pagamenti a 100 mila euro per azienda, una posizione sostenuta dal Parlamento europeo durante i negoziati in corso con i ministri dell’Ue. La Commissione ha anche proposto un minimo del 2% dei pagamenti diretti di sostegno assegnati ad ogni paese dell’UE da riservare ai giovani agricoltori. Il Parlamento europeo invece vuole aumentare questo minimo al 4%, mentre il Consiglio Ue ha eliminato qualsiasi riferimento a una percentuale specifica di sostegno ai giovani agricoltori nel suo mandato negoziale.
Intanto, uno studio condotto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), evidenzia che circa un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo è frutto del lavoro dei piccoli agricoltori. A livello globale, come riporta l’Ansa, cinque aziende agricole su sei hanno meno di due ettari di estensione, sfruttano soltanto il 12 per cento circa di tutto il suolo agricolo del pianeta e producono approssimativamente il 35 per cento dei generi alimentari mondiali. È quanto è emerso da uno studio pubblicato nella rivista World Development.
I contributi dei piccoli agricoltori all’approvvigionamento di generi alimentari variano enormemente da paese a paese e oscillano dall’80 per cento della Cina fino alle percentuali a una sola cifra di Brasile e Nigeria. “È fondamentale evitare di usare in maniera indiscriminata i termini ‘aziende agricole a conduzione familiare’ e ‘piccole aziende agricole’: se è vero, infatti, che la maggior parte delle aziende agricole a conduzione familiare sono di piccole dimensioni, alcune sono più grandi, se non addirittura molto grandi,” ha affermato Marco Sánchez, vicedirettore della Divisione dell’economia agroalimentare della Fao e coautore dell’articolo insieme a Sarah Lowder e Raffaele Bertini.
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