Terrà

Progetto Dipartimento
I produttori chiedono sempre più varietà autoctone, in Sicilia nasce la vite certificata

Entra in piena fase operativa il progetto che punta alla produzione di viti siciliane certificate. Capofila dell’iniziativa è il “Centro regionale vivaio Federico Paulsen” di Palermo, la struttura creata per garantire la conservazione della biodiversità viticola ed agraria. L’obiettivo dell’iniziativa è di custodire il “Vigneto Sicilia” e produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’identità varietale e l’integrità sanitaria. Il progetto, denominato “Valorizzazione del germoplasma viticolo” è del Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana ed è realizzato in collaborazione con il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, con la supervisione dell’Università degli Studi di Palermo e la partecipazione di tre aziende vivaistiche private.

“Negli ultimi 20 anni la Sicilia del vino, grazie all’impegno dei molteplici attori della filiera, ha accresciuto il proprio valore diventando un brand di elevato prestigio dell’enologia internazionale – dice Dario Cartabellotta, direttore del dipartimento Agricoltura, Regione Siciliana -. L’isola è un continente enologico senza eguali, grazie ai suoi territori di straordinaria vocazione viticola e una forte relazione tra produzioni enologiche, cultura, tradizioni e paesaggio. Qui si è in grado di produrre vini diversi per le infinite combinazioni di altitudini, tipologia di terreni e climi e per un vastissimo patrimonio genetico di vitigni autoctoni, unico al mondo. Il Dipartimento regionale dell’Agricoltura – conclude Cartabellotta – intende proseguire in questo cammino di scoperta e valorizzazione del patrimonio viticolo regionale, cercando anche nuovi percorsi istituzionali e in sinergia con gli enti di valorizzazione e tutela che operano nella nostra regione”.

Il progetto

Il Vivaio Paulsen, in pratica, in qualità di centro di premoltiplicazione di materiale iniziale regionale, produrrà portinnesti o barbatelle innestate che, a sua volta, verranno fornite ai vivaisti. Moltiplicando il materiale ricevuto, i vivaisti così otterranno viti certificate secondo la normativa vigente, disponibili per le aziende del comparto vitivinicolo. La scelta di dotare la Sicilia di viti certificate nasce dall’esigenza di soddisfare la crescente richiesta del sistema produttivo regionale di impiantare varietà autoctone mediante barbatelle innestate certificate. Le varietà autoctone interessate al progetto sono: Catarratto, Carricante, Grecanico, Grillo, Moscato, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Nero d’Avola, Perricone, Zibibbo, Alicante. I cloni scelti di ciascuna varietà vantano caratteristiche di pregio produttivo e qualitativo.

Il campo di contrada Biesina a Marsala
E’ uno dei campi nella disponibilità del “Centro Regionale Vivaio Federico Paulsen” dove si coltivano i vigneti degli 11 cloni, e si trova a Marsala, nell’azienda dell’istituto femminile Genna Spanò in contrada Biesina. È stato realizzato nella primavera del 2005 nell’ambito del progetto “Valorizzazione Vitigni Autoctoni Siciliani”, ideato e finanziato nel 2003 con lo scopo di creare un vigneto per la conservazione e lo studio del germoplasma siciliano. foto tratta da istitutogennaspano.it

“Quanto si sta realizzando è il risultato di lunghe attività di ricerca e sperimentazione condotte sui vitigni autoctoni siciliani – afferma Vincenzo Pernice, responsabile del Centro regionale Vivaio Federico Paulsen -. La diversità biologica della vite è un’eredità che la natura ed i nostri antenati ci hanno lasciato e rappresenta una risorsa economica per la creazione di nuove varietà di vite o per conoscere l’origine di molte varietà attualmente in coltivazione. Il progetto di ‘Valorizzazione del germoplasma viticolo’ – conclude Pernice – è un esempio virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato e fa da apripista per ulteriori attività di valorizzazione e qualificazione di ulteriori produzioni agricole regionali”.

Lo stesso materiale da moltiplicare proviene dai campi controllati dal vivaio Paulsen, in quanto custode del germoplasma viticolo siciliano. Su tutte le piante delle undici varietà siciliane è stato eseguito il test ELISA per escludere la presenza delle principali virosi della vite. Le piante risultate sane sono state utilizzate per fornire portinnesti e gemme ai tre vivaisti coinvolti nel progetto che hanno poi eseguito le operazioni di innesto per ottenere le barbatelle da impiantare nel cosiddetto barbatellaio, ossia un campo idoneo ad ottenere piante di vite destinate alla produzione di materiale certificato.

Il centro vivaistico Paulsen

Il “Centro Regionale Vivaio Federico Paulsen” di Palermo, situato nell’ex feudo regio di Baida, è stato fondato con Regio Decreto nel luglio 1885 con lo scopo di guidare e facilitare la ricostituzione dei vigneti in Sicilia. Erano gli anni dell’invasione della filossera (un virus che aveva colpito le coltivazioni) quando Federico Paulsen, romano, appena laureato in Scienze Agrarie, si recò in Francia per studiare quella malattia. Tornò in Italia, e a Palermo divenne direttore del “Vivaio Governativo di Viti Americane”, carica che conservò per oltre 50 anni. Creò diversi portinnesti ancora oggi molto diffusi.

La sede dello storico centro aziendale di Luparello

Agli ibridi portinnesti creati da Paulsen (1103 P, 779 P, 775 P, 1045 P, 1447 P) e dal collega Antonio Ruggeri (140 Ru, 225 Ru), si deve la ricostituzione dei vigneti colpiti dalla fillossera in Italia e la nascita della viticoltura del dopoguerra. Oggi questi portinnesti sono diffusi in tutte le aree del mondo dove si coltiva la vite. Da allora, la struttura regionale riveste un ruolo di primo piano per i contributi conoscitivi che ha dato in oltre 120 anni di prestigiosi risultati ottenuti sulla salvaguardia della coltivazione della vite. Nella palazzina liberty, sede dello storico centro aziendale di Luparello, sono custoditi oltre 5000 tra volumi e documenti storici che raccontano gli studi dell’esperto agronomo romano. Nel 2007 il “Vivaio Governativo di viti americane” diventa “Centro Regionale Vivaio Federico Paulsen” e oggi, la sua attività si identifica principalmente nella produzione di materiale vegetale (viti portinnesto nella conservazione di germoplasma).

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