L'intervista
Dalla Sicilia all’Australia e ritorno: il percorso professionale di Rino Di Prima, un enologo globetrotter
di Giacomo Alberto Manzo*
Rino Di Prima racconta come la passione per il vino sia nata tra i vigneti dell’azienda di famiglia, osservando da bambino il lavoro degli agricoltori. Dopo studi tecnici (Agraria, Enotecnico e Laurea in Enologia) e esperienze in Sudafrica, Australia, Stati Uniti e Piemonte, l’enologo siciliano è tornato in Sicilia per unire sapere globale e tradizione locale.
Oggi segue ogni fase della produzione, dalla selezione delle uve – basata su sopralluoghi, analisi e dialogo con agronomi – all’affinamento, sottolineando l’importanza di precisione e collaborazione. E ai giovani che intendono intraprendere questa professione dice di viaggiare, fare esperienze internazionali e “metterci passione”. La sua missione? Valorizzare la Sicilia, dove storia e innovazione si incontrano in ogni vendemmia.
Qual è il suo background e come è diventato un enologo?
“La mia passione per la viticoltura nasce già da piccolo. Trascorrevo l’estate nell’azienda di famiglia, osservavo, scrutavo, cercavo di capire cosa facesse l’agricoltore che gestiva i nostri vigneti. Tra quelle vigne ho capito che quella sarebbe stata la strada da percorrere. Ho iniziato con gli studi di perito agrario, proseguendo poi con un diploma di enotecnico presso l’istituto Agrario Abele Damiani di Marsala. Dopo il diploma ho proseguito iscrivendomi alla facoltà di Enologia e dopo aver fatto diverse esperienze lavorative in Sudafrica, in Australia, Stati Uniti, in Piemonte sono ritornato in Sicilia”.
Quali sono le sue principali responsabilità nel processo di produzione del vino?
“L’enologo ha una grande responsabilità nella produzione di un vino. Per ottenere la massima qualità deve seguire con attenzione tutte le fasi del processo di produzione, dalla scelta delle uve, alla vinificazione sino all’affinamento dei vini”.
Come sceglie le uve per la vinificazione?
“La scelta delle uve in vendemmia è molto importante. Infatti, durante questo periodo si devono effettuare spesso dei sopralluoghi nel vigneto e prelevare campioni di uva da analizzare. Nello stesso tempo, bisogna rendersi conto della vigoria del vigneto e di fattori limitanti (stress idrico, patologie varie, etc.). Dopo aver considerato il tutto si programma la vendemmia, di concerto con gli agronomi e la proprietà”.
Quali sono le tendenze attuali nel mondo del vino?
“E’ quella di ottenere vini molto profumati e con un basso tenore alcolico”.
I suoi vini preferiti?
“Avendo appreso dalla scuola francese, preferisco vini rossi molto morbidi e avvolgenti, ma non disdegno tutti gli altri. Conoscere i vini è importante, ti evolve come tecnico e ti stimola nel ragionamento”.
Come valuta la qualità di un vino?
“La limpidezza e il colore del vino possono rivelare molto sulla qualità. Nello specifico, i vini rossi di qualità tendono a un colore più profondo e intenso, mentre quelli bianchi dovrebbero essere brillanti. Un vino torbido potrebbe indicare problemi nella vinificazione o nella conservazione”.
Qual è stata l’esperienza più memorabile nel mondo del vino?
“Tutte le esperienze per me sono uniche, perché lavorare con imprenditori di successo e professionisti di eccellenza, arricchisce ogni giorno il mio bagaglio culturale nel mondo del vino”.
Qualche consiglio a chi vuole diventare un enologo?
“Mettere tanta passione, viaggiare, fare esperienza in Italia e all’estero. La professione di enologo è molto impegnativa, ma dà tante soddisfazioni”.
*Enologo
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