Terrà

“Bando laghetti”, l’impresa agricola risponde

Lo scorso 22 marzo sono scaduti i termini per la presentazione dei progetti in risposta al cosiddetto “Bando laghetti” (“interventi a supporto delle imprese agricole contro la siccità e la gestione della risorsa idrica per scopi irrigui e per l’allevamento”), finanziato dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSE). È in corso lo scarico degli oltre seicento progetti presentati, per un importo richiesto di circa 70 milioni di euro a fronte di una dotazione finanziaria di 20 milioni. Considerando un contributo medio richiesto di 100.000 euro a progetto si potranno finanziare circa 200 progetti.

E’ stata pronta l’adesione delle imprese agricole di piccola e media dimensione a un intervento strategico che permetterà nel giro di due anni di potenziare la raccolta e la gestione dell’acqua a livello aziendale e interaziendale valorizzando le risorse idriche naturali. La realizzazione dei laghetti aziendali e/o interaziendali potrà avvenire con procedure rapide; rientrando infatti nella categoria dei piccoli invasi, “sbarramenti che non superano i 15 metri di altezza e che determinano un invaso non superiore a 1˙000˙000 di metri cubi” (legge 21 ottobre 1994, n. 584), non sono assoggettati alla vigilanza del Ministero delle Infrastrutture ma rientrano nella competenza della Regione, le cui norme e direttive sono in corso di redazione a cura dell’Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia.

Anche la gestione degli invasi sarà semplice: la raccolta di acque piovane nei piccoli invasi è libera, devono tuttavia essere garantiti i diritti dei concessionari delle acque accumulate nelle grandi dighe. E’ incoraggiata pertanto la realizzazione dei laghetti a valle delle grandi dighe esistenti in Sicilia, al fine di accumulare le acque raccolte in porzioni di bacino a valle delle stesse e quindi non oggetto di concessione. I laghetti sono opere importanti per la lotta al dissesto idrogeologico. Regimano infatti le “acque ruscellanti” (intercettate da canaloni e fossi di guardia) e riducono le frane per “colamento”, dovute alla instabilità dello strato superficiale fino a 4-5 metri di profondità (falde effimere). Contribuiscono inoltre ad un più razionale utilizzo delle acque irrigue contribuendo agli obiettivi ambientali delle attuali politiche europee.

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