Alla scoperta dei grani antichi siciliani, studenti “pasticceri” premiati a “Mediterranea Expo Bio &Excellens”
di Agata Imbrogiano
Il lavoro è stato frutto di un percorso di ricerca e di approfondimento, svolto in assetto laboratoriale, inserito nella rete di scopo “RIESCO” che vede collegate tre Istituzioni scolastiche: l’istituto comprensivo Beato Pino Puglisi di Villafrati-Mezzojuso (Palermo), l’IISS D’Alessandro, sezione staccata di Ciminna (Palermo) e l’istituto comprensivo Don Rizzo di Ciminna. Gli studenti di quest’ultima scuola, guidati dai docenti di Scienze, Giovanni Sapore e Antonino Barcia, hanno, in primo luogo, condotto una ricerca storica sugli antichi mulini ad acqua esistenti lungo le aste degli affluenti del fiume San Leonardo, con conseguenti sopralluoghi sui siti di interesse, dove è stato possibile tramite reportage fotografici acquisire documentazione da inserire sul sito web, realizzato dagli stessi discenti.
“Il percorso formativo delle classi coinvolte – afferma la dirigente scolastica Giovanna Lascari – è stato indirizzato verso la scoperta dei grani antichi siciliani, delle loro caratteristiche organolettiche e dell’importanza della riscoperta, al fine di orientare le nuove generazioni verso prodotti identitari del nostro territorio. Il lavoro di ricerca, inoltre, è stato accompagnato da sopralluoghi nei campi sperimentali, siti nei territori della Piana di Vicari e di Ciminna, a cui ha fatto seguito la realizzazione di un mini campo sperimentale nelle aiuole scolastiche, nelle quali è stato, dapprima, preparato il letto di semina, piantumati i semi (offerti dal Consorzio Ballatore di Palermo), realizzata la concimazione e l’irrigazione, fino ad arrivare alla crescita e alla raccolta delle spighe dei grani antichi siciliani”.
Il percorso di formazione sul campo si è concluso con due ulteriori visite guidate presso i due molini attivi (San Vito e San Giuseppe) oggi sul territorio al fine di consentire agli studenti di conoscere i differenti processi produttivi afferenti alla molitura del grano. Tutta l’attività sopra descritta si atteggia come buona pratica didattica perché ha contribuito a promuovere l’educazione alimentare e ambientale attraverso esperienze significative sul campo, che hanno avuto il merito di motivare il processo di apprendimento, promuovere l’acquisizione di competenze trasversali, di orientamento rispetto a scelte future, non solo di tipo professionale, ma anche rispetto all’implementazione di stili di vita corretti, rispettosi della tradizione e dell’identità territoriale.
Le attività laboratoriali per la produzione di biscotti tradizionali e innovativi con l’utilizzo di grano duro siciliano “Russello”, donato dal Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore, hanno visto lavorare in piccoli gruppi gli studenti per realizzare dei biscotti tradizionali con l’aiuto dei genitori, fratelli e nonne nella preparazione di dolci tradizionali. Le preparazioni sono state realizzate con lo sfarinato di grano duro, al posto della comune farina di grano tenero 00. I biscotti realizzati sono stati confezionati in un vassoio accompagnati dall’etichetta dove è stato riportato il nome del prodotto e degli ingredienti impiegati per la sua realizzazione. E così, la produzione dolciaria degli studenti è stata valutata alla Fiera “Mediterranea Expo Bio & Excellence”, da una giuria, dopo una breve esposizione avente ad oggetto la scelta degli ingredienti e il procedimento di lavorazione, da parte delle singole squadre.
Ai ragazzi e ai loro componenti familiari presenti è stato consegnato un attestato di riconoscimento per la sperimentazione condotta, quali custodi della cultura del grano siciliano. La partecipazione degli studenti all’evento “Mediterranea Expo Bio &Excellens” ha permesso anche di raccontare ad una platea più ampia di quella locale l’importanza del lavoro svolto, accrescendo il valore dell’impegno profuso e dei risultati raggiunti, che potranno diventare occasione di riflessione per ulteriori realtà scolastiche, nell’ottica della “disseminazione” della cultura alimentare ed ambientale che deve coinvolgere le nuove generazioni, se si vuole realmente uno sviluppo sostenibile del nostro territorio. (foto © Agata Imbrogiano)
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