Terrà

Il progetto A.C.Q.U.A. 2
Agrumicoltura, “sensori di campo” per la gestione efficiente dell’irrigazione

Passa alla seconda fase, il progetto A.C.Q.U.A. 2 (Agrumicoltura Consapevole della Qualità ed Uso dell’Acqua), volto a una gestione efficace e sostenibile dell’acqua in agrumicoltura e promosso dal Distretto produttivo Agrumi di Sicilia e dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) dell’Università di Catania. Un secondo step che ha permesso la creazione di una piattaforma WebGIS grazie alla quale è stata realizzata una mappatura delle aziende che producono agrumi in Sicilia e un database dei risultati emersi dalle analisi dei campioni di acqua. Tre dati su tutti indicano una situazione di complessiva sofferenza delle campagne siciliane e delle 110 aziende coinvolte nel progetto: il 20% di esse, infatti, si trova in uno stato di potenziale spreco della risorsa idrica, e un ulteriore 20% deve far fronte alle carenze.

L’alto tasso di salinità riscontrato, poi, rappresenta per tutti un fattore che non favorisce certamente l’ottimizzazione della produzione agrumicola. “In sintesi, la poca risorsa idrica esistente in gran parte della Sicilia, si spreca –– commenta Federica Argentati, presidente Distretto Agrumi di Sicilia – una regione sempre più arida, secondo i dati diffusi lo scorso anno dall’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue, soprattutto l’area del siracusano, i cui bacini stanno registrando un volume complessivo pari a 498,99 milioni di metri cubi, cioè il 50,66% della capacità totale, confermando il trend decrescente dell’ultimo decennio. Con questi numeri sconfortanti ci avviciniamo alla nuova stagione estiva che non promette nulla di buono”.

Per la Argentati, ora bisogna guardare avanti, “soprattutto, ai programmi europei del Green Deal e Farm to Fork, all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sulla sostenibilità della produzione, filiera agricola, digitalizzazione per una ottimale gestione delle colture, dedicherà uno specifico capitolo di spesa”. E se ricerca, impresa e università lavorano in sinergia per individuare possibili strategie sostenibili ed efficienti, capaci di migliorare le tecniche, anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie informatiche, che riducano sensibilmente i consumi dell’acqua, il territorio resta indietro, alle prese con gap infrastrutturali e strutturali ancora lontani dall’essere colmati. Il progetto ACQUA 2 parte dall’installazione, in via sperimentale, di “sensori di campo” per la gestione efficiente dell’irrigazione, realizzati in diverse tipologie, e monitorati dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura su alcuni siti pilota, a loro volta diversi per caratteristiche climatiche, culturali, pedologiche della Sicilia agrumetata di qualità.

I sensori insieme ai droni forniranno informazioni utili al confronto delle prestazioni dei diversi sistemi irrigui

In particolare, nell’agrumeto dell’azienda sperimentale Palazzelli del CREA-OFA a Lentini, già dotato di impianti pilota d’irrigazione, saranno ora installati dei sensori che insieme ai droni forniranno informazioni utili al confronto delle prestazioni dei diversi sistemi irrigui implementati. “Saranno condotte campagne di telerilevamento aereo tramite droni, ripetute nel tempo – ha dichiarato Antonio Cancelliere, ordinario di Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologia al Dicar e responsabile scientifico del progetto – in corrispondenza dei siti pilota. Ma, soprattutto, combineremo le immagini rilevate con strumentazioni installate a terra. Questo ci consentirà di verificare lo stato di salute delle piante e migliorare la stima dello stress idrico, intervenendo sugli sprechi. Verranno elaborate linee guida d’indirizzo sulla migliore sensoristica da utilizzare in campo rispetto alle diverse condizioni pedoclimatiche del territorio di riferimento e che verranno, con l’aiuto del Distretto Agrumi, veicolate alla filiera agrumicola”.

L’attività non è esclusivamente di ricerca ma ha finalità dimostrative e di divulgazione anche grazie ad appositi incontri con gli imprenditori. Oltre ai droni e ai sensori, sarà inoltre implementata la piattaforma blockchain nata come output del progetto Social Farming 3.

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