L'analisi della Coldiretti
Vendemmia 2021 in Italia, primo grappolo d’uva raccolto in Sicilia
Prende il via oggi in tutta Italia la vendemmia 2021 con la raccolta del primo grappolo di uva. A raccogliere il primo grappolo d’uva, l’azienda agricola “Dei Principi di Spadafora” Comune di Monreale (Contrada Virzì tra Alcamo e Camporeale), segnando l’inizio della raccolta lungo la Penisola con la vendemmia delle uve bianche Chardonnay, per un settore del vino strategico per il fatturato e l’export di tutto l’agroalimentare Made in Italy. Una vendemmia che parte, secondo la Coldiretti, con più di sette giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, con le ondate di calore causate dai cambiamenti climatici che hanno fatto schizzare le temperature oltre i 40 gradi accelerando la maturazione delle uve al Sud, mentre al Nord si stima un ritardo medio di dieci giorni.
Produzione italiana 2021 in calo del 5-10%. Può contare su 607 varietà di viti, il doppio rispetto a quella francese
Secondo un’analisi della Coldiretti, la produzione italiana quest’anno si stima in calo del 5-10% a livello nazionale per un quantitativo compreso tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. In Italia si attende comunque una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo. Nonostante il calo a livello nazionale l’Italia quest’anno è il primo produttore mondiale di vino mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna che hanno subito un contenimento dei raccolti, anche se più marcato per i cugini d’Oltralpe.
Da nord a sud della Penisola la raccolta parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e con le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale. Sempre secondo l’analisi Coldiretti, la produzione tricolore può contare su 607 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie Made in Italy destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.
L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. Le aziende agricole dei giovani possiedono peraltro una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.
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