Terrà

Una ricerca scientifica italiana
Siccità come opportunità: il caso rosmarino, binomio vincente per l’agricoltura sostenibile

Una recente ricerca scientifica ha svelato un aspetto sorprendente del rosmarino, una pianta aromatica e medicinale diffusa nel bacino del Mediterraneo. Sottoposto a condizioni di stress idrico controllato, il rosmarino, invece di deperire, reagisce aumentando in modo significativo la produzione di olio essenziale, una sostanza dalle molteplici proprietà benefiche.

Fiori di rosmarino

Il risultato arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Industrial Crops and Products e realizzato dall’Università di Pisa, dall’Istituto Nazionale di Ottica INO-CNR Pisa, dalla Scuola Superiore SantAnna e dall’Università Catania. Le sperimentazioni sono state condotte in Sicilia, in aziende agricole della provincia di Ragusa, tra l`autunno del 2022 e la primavera del 2023.

Lo studio è parte di un progetto più ampio chiamato ‘InSole – Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la coltivazione sostenibile di piante officinali e la produzione di oli essenziali di qualità’, finanziato dal Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2022, il cui obiettivo è creare una filiera sostenibile per la produzione di oli essenziali, “supportando gli agricoltori nell’adozione di pratiche agricole che ottimizzano l’uso delle risorse, in particolare l’acqua”, afferma Federico Leoni, assegnista di ricerca della Scuola Superiore Sant`Anna. “L’idea principale è che tramite l`applicazione di uno stress idrico moderato in prossimità al periodo balsamico possa aumentare la concentrazione e la qualità degli oli essenziali nel rosmarino, senza compromettere in modo significativo la resa in biomassa”.

Un tesoro nascosto nel terreno

Gli oli essenziali del rosmarino sono da sempre apprezzati per le loro proprietà antimicrobiche, antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali, trovando ampio utilizzo in diversi settori, dalla cosmesi alla farmaceutica. Tuttavia, questa nuova scoperta apre scenari inattesi, dimostrando come la siccità, spesso considerata un nemico dell’agricoltura, possa diventare un’opportunità per valorizzare al meglio questa preziosa risorsa naturale.

Come è nata la scoperta

Sono state testate due diverse varietà di rosmarino, la `Tuscan blue` e la `Barbecue`. Lo stress idrico è stato applicato per tre settimane prima della raccolta ovvero durante il periodo balsamico autunnale e primaverile, una fase cruciale in cui la sintesi e concentrazione degli oli essenziali raggiungono il picco. Ebbene, i ricercatori hanno osservato un incremento della produzione di olio essenziale fino al 30%. Non solo, ma la composizione chimica dell’olio è risultata modificata, con un aumento della concentrazione di alcuni componenti particolarmente preziosi.

Le implicazioni per l’agricoltura

Questa scoperta ha importanti implicazioni per il futuro dell’agricoltura, soprattutto in regioni caratterizzate da scarsità idrica. La coltivazione del rosmarino potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile per valorizzare terreni marginali, contribuendo a diversificare le produzioni agricole e a creare nuove opportunità economiche per le aree rurali.

Per non dimenticare

Agricoltura di precisione: la possibilità di modulare lo stress idrico per ottimizzare la produzione di olio essenziale apre la strada all’applicazione di tecniche di agricoltura di precisione, che consentono di gestire le risorse idriche in modo più efficiente.

Bioeconomia: la produzione di oli essenziali ad alto valore aggiunto può favorire lo sviluppo di filiere corte e sostenibili, promuovendo la bioeconomia e creando nuovi posti di lavoro.

Mitigazione dei cambiamenti climatici: la coltivazione del rosmarino in aree soggette a siccità può contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, favorendo la conservazione del suolo e la biodiversità.

La ricerca sul rosmarino è ancora in corso, e molti aspetti meritano di essere approfonditi. Tuttavia, i risultati ottenuti fino ad ora sono estremamente promettenti e aprono nuovi orizzonti per l’agricoltura sostenibile.

Per sfruttare appieno il potenziale di questa scoperta, è necessario un impegno congiunto da parte di ricercatori, agricoltori, industrie e istituzioni. Solo attraverso una stretta collaborazione sarà possibile sviluppare nuove tecnologie e pratiche agricole in grado di massimizzare i benefici della coltivazione del rosmarino, garantendo al contempo la tutela dell’ambiente e il benessere delle comunità locali.

Cosa possiamo aspettarci in futuro?

Nuovi prodotti a base di rosmarino: l’aumento della produzione di oli essenziali di alta qualità potrebbe portare alla creazione di nuovi prodotti cosmetici, farmaceutici e alimentari, con proprietà benefiche ancora più potenti.

Sviluppo di varietà di rosmarino più performanti: la selezione genetica potrebbe portare alla creazione di nuove varietà di rosmarino ancora più resistenti alla siccità e con una produzione di olio essenziale ancora maggiore.

Collaborazioni internazionali: la ricerca sul rosmarino potrebbe stimolare la collaborazione tra paesi con climi simili, favorendo lo scambio di conoscenze e tecnologie e lo sviluppo di progetti di cooperazione internazionale.

In sostanza, la scoperta delle potenzialità del rosmarino sottoposto a stress idrico rappresenta una svolta importante per l’agricoltura sostenibile. Questa piccola pianta aromatica potrebbe diventare un alleato prezioso nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella costruzione di un futuro più sostenibile per il nostro pianeta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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