Il rapporto del Nbfc
L’Italia vanta una biodiversità tra le più ricche d’Europa ma non la protegge abbastanza
L’Italia vanta una biodiversità tra le più ricche d’Europa ma non la protegge abbastanza. E’ quanto emerge, in sostanza, dal primo rapporto annuale sullo stato della biodiversità in Italia presentato dal National Biodiversity Future Center (Nbfc), in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità. Un team di 2.000 ricercatori ha scandagliato il Paese da nord a sud, valutando lo stato delle aree protette e dei parchi, esplorando le vie per il rafforzamento delle foreste, la riqualificazione delle zone umide e delle coste, e la tutela e l’implementazione della biodiversità nei contesti urbani.
Il rapporto annuale rappresenta un documento chiave con cui la comunità scientifica del NBFC apre un dialogo con cittadini e istituzioni. Obiettivo: orientare le pratiche e le politiche, creando consapevolezza che la biodiversità sia la chiave per superare la crisi ambientale e socio-culturale che stiamo vivendo.
Il NBFC: un centro d’eccellenza per la ricerca sulla biodiversità
Istituito nel 2023 e finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr – Next Generation EU), il National Biodiversity Future Center (Nbfc) si configura come uno dei cinque centri del Mur dedicati alla ricerca di frontiera. Primo centro nazionale di ricerca e innovazione dedicato alla biodiversità, il Nbfc vanta la partecipazione di 48 partner tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese. Con un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, il centro impiega 2.000 ricercatori, di cui la metà donne.
Il modello Hub & Spoke caratterizza il Nbfc: 8 raggi (spoke) si concentrano su tematiche legate al mare, alla terra e all’acqua dolce, alle aree urbane e alle ricadute sulla società. A questi si affiancano spoke trasversali dedicati a formazione, comunicazione e innovazione, con l’obiettivo di trasformare la ricerca in valore concreto per la società. L’impegno del Nbfc assume un’importanza strategica nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e degli obiettivi europei per la tutela della biodiversità previsti per il 2030: conservare almeno il 30% delle aree terrestri e marine e avviare un programma di ripristino delle aree degradate che porti al recupero del 30% degli habitat.
Biodiversità in Italia: un tesoro da custodire
Nonostante l’Italia vanti una delle diversità biologiche più significative d’Europa, con 60mila specie animali, 10mila piante vascolari e oltre 130 ecosistemi (dati Ispra), solo il 17% del territorio nazionale è tutelato da parchi e riserve. Ancora peggiore la situazione per le aree marine: solo l’11% è protetto, sebbene il Mediterraneo, pur con la sua estensione relativamente ridotta, ospiti circa il 7% della biodiversità marina di tutti i mari e gli oceani del mondo. Un passo fondamentale verso la tutela di questo immenso patrimonio è stato compiuto con l’inserimento del concetto di biodiversità nell’articolo 9 della Costituzione italiana, a seguito della modifica di febbraio 2022.
La ricetta del NBFC per un futuro verde
Il Nbfc propone un approccio basato su tre ingredienti essenziali:
interventi mirati per la conservazione di interi ecosistemi, non solo di singole specie;
sviluppo di sistemi di monitoraggio per prevenire i rischi di erosione e rafforzare le aree degradate;
bonifica, ove necessario, delle zone inquinate attraverso l’utilizzo di fitotecnologie.
Il rapporto annuale del Nbfc rappresenta un invito a un’azione collettiva per invertire la rotta e costruire un futuro in cui la tutela della biodiversità sia centrale per il benessere di tutti.
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