Nuove opportunità
La Sicilia torna a scommettere sulla canna da zucchero. L’assessorato dà vita al Gruppo tematico “Cannamela”
La Sicilia torna a scommettere sulla canna da zucchero. D’altronde, la storia della canna da zucchero (in dialetto ”cannamela”) è strettamente intrecciata con le vicende millenarie della Sicilia. Corrado Bellia (per gli amici “Ron Currau“) è tornato a produrre il rum ad Avola con il sistema “agricolo”, realizzando l’unica piantagione di Canna da Zucchero attualmente presente in Italia, seguendo le tecniche descritte nel 1878 dal Botanico Giuseppe Bianca. La storia narra che gli Arabi nell’800 d.C. introdussero nell’Isola la coltivazione della pianta e le tecniche di produzione dello zucchero, che rappresentò il primo sostituto del miele. Dopo la conquista dei Normanni, Federico II di Svevia potenziò la produzione dello zucchero, che divenne la più importante e redditizia attività di trasformazione di prodotti agricoli, tanto da essere definito “oro bianco”.
La produzione dello zucchero in tutta la Sicilia era tanto sviluppata che nella sola provincia di Palermo nel XIV secolo operavano più di 30 “trappeti” dove si spremevano le canne e si bolliva il succo che, per evaporazione, produceva lo zucchero. Le favorevoli condizioni climatiche che la Sicilia ha offerto per secoli a questa pianta e che si ritrovano in questa parte della Sicilia, dove estati calde si alternano a inverni miti, favoriscono una regolare crescita della pianta e una migliore qualità del succo da cui si produce il rum. La raccolta della canna avviene tra dicembre e aprile, in base al grado zuccherino raggiunto. Le canne vengono recise alla base, dove i culmi concentrano la maggiore quantità di componente zuccherina, eliminando le foglie e gli apici. Questi ultimi, correttamente conservati, possono essere ripiantati nel periodo primaverile per realizzare nuove piantagioni.
Le canne vengono ripulite dalle foglie e spremute con appositi macchinari che ne estraggono il succo, separandolo dalla bagassa, la fibra cellulosica che trova impiego in vari settori (biomasse, stoviglie ecologiche, concimi, etc). A questo punto inizia il processo di fermentazione che trasforma lo zucchero del succo in alcol e che può durare da 4 a 10 giorni. Durante questo periodo il succo viene controllato quotidianamente per verificare la progressiva conversione in alcol. Il declino della produzione di zucchero siciliano inizia nel 1600, a causa di cambiamenti climatici che, come affermano le fonti dell’epoca, ridussero notevolmente la disponibilità di risorse idriche, di cui ” la pianta è voracissima”. Nel giro di pochi decenni la coltivazione scomparve quindi dal resto dell’Isola, ma rimase solo ad Avola per volontà dei Marchesi Pignatelli Aragona Cortes che continuarono a produrre zucchero nel loro feudo.
A questo punto, l’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana non può non favorire lo sviluppo della filiera, ritornata di grande interesse per gli addetti ai lavori ma anche per gli intenditori, all’interno della Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura. E così l’assessorato istituisce il Gruppo Tematico “Cannamela”. .si appresta ad avviare i lavori del Gruppo Tematico “Cannamela” per Pianificare le scelte future al fine di programmare e mettere in campo le azioni necessarie a sostegno del settore, oltre che rafforzare le politiche di filiera, considerato il grande interesse anche per finalità alimentari, terapeutiche e nutraceutiche. Tra i compiti del Gruppo Tematico vi è quello di interagire con il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) e con la Rete interregionale per la ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca, che di recente si è integrata con la Rete interregionale dei servizi allo sviluppo agricolo.
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