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Sicilia, un patrimonio vitivinicolo da difendere e valorizzare: trionfa la V Giornata di Campagna

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La Sicilia si conferma terra di eccellenza e innovazione nel panorama vitivinicolo nazionale. Si è chiusa con un’affluenza qualificata e un interesse palpabile da parte del mondo scientifico, produttivo e istituzionale l’ultima tappa delle Giornate di Campagna, l’iniziativa promossa dal Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia nell’ambito del progetto Bi.Vi.Si. – Biodiversità Viticola Siciliana. La cornice scelta per ospitare la quinta edizione è stata l’Orto Botanico di Palermo, autentico scrigno di biodiversità e sapere, uno dei più antichi e prestigiosi giardini scientifici d’Europa, simbolo di un legame profondo tra natura, cultura e tradizione mediterranea.

Un viaggio guidato alla scoperta dei vitigni siciliani

La giornata si è aperta con una visita guidata tra le collezioni viticole dell’Orto, condotta da Alessio Planeta, che ha accompagnato i presenti alla scoperta della Vigna del Gallo, micro-vigneto urbano intitolato a Diego Planeta nel 2021. All’interno di quest’area simbolica, cuore pulsante del progetto, sono custoditi 95 biotipi di vitigni siciliani, selezionati per valore genetico, rarità e capacità di adattamento. Accanto a varietà celebri come Nero d’Avola, Frappato, Grillo, Perricone e Catarratto, trovano posto vitigni reliquia come Vitrarolo, Lucignola e Orisi, veri e propri testimoni viventi della storia vitivinicola dell’isola.

Questa passeggiata tra biodiversità, memoria e ricerca ha dato il tono all’intera giornata: una riflessione sul valore strategico della viticoltura siciliana, capace di coniugare radici profonde e capacità d’innovazione. L’Orto Botanico ha offerto uno scenario altamente evocativo, confermando il suo ruolo di piattaforma scientifica al servizio della società e della sostenibilità.

Degustazione tecnica di vini sperimentali

Il cuore dell’evento si è svolto nella Sala Domenico Lanza, dove si è tenuta una degustazione tecnica dei vini sperimentali frutto del lavoro triennale del progetto. A condurla è stato il prof. Onofrio Corona del Dipartimento SAAF dell’Università di Palermo, tra i responsabili scientifici dell’iniziativa, che ha guidato una platea composta da enologi, giornalisti, tecnici e operatori del settore in un’analisi sensoriale di otto campioni inediti – quattro bianchi e quattro rossi – prodotti da vitigni autoctoni selezionati in aree diverse dell’isola (vendemmia 2024).

“Si tratta di materiali ancora in fase di studio”, ha spiegato il prof. Corona, “ma già capaci di esprimere profili aromatici interessanti, ottima tenuta enologica e un potenziale notevole in chiave di mercato. Il nostro lavoro dimostra che la Sicilia ha le risorse genetiche e ambientali per costruire una viticoltura sostenibile e distintiva, capace di dialogare con le esigenze del consumatore contemporaneo”.

I vini presentati rappresentano una sintesi concreta dell’approccio scientifico del progetto, che unisce la caratterizzazione genetica dei biotipi alla sperimentazione agronomica ed enologica in diversi areali. In questo senso, Bi.Vi.Si. si configura non solo come un progetto di conservazione, ma anche di trasferimento dell’innovazione alla filiera produttiva, con ricadute reali su strategie colturali, qualità dei vini e posizionamento di mercato.

Un modello di collaborazione pubblico-privata

Nel corso dell’incontro è stato inoltre evidenziato il ruolo determinante della rete creata tra il mondo della ricerca e le imprese vitivinicole, grazie al coinvolgimento attivo dell’Università degli Studi di Palermo, dell’Università di Milano (DISAA), delle aziende partner private e del sostegno dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura.

“Bi.Vi.Si. è un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privata”, ha dichiarato Camillo Pugliesi, Direttore del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia, “e rappresenta uno strumento strategico per affrontare le sfide del cambiamento climatico, dell’erosione genetica e della competitività globale”.

Verso una nuova generazione di vini siciliani

La giornata si è chiusa con una sessione di confronto aperta tra produttori, tecnici e ricercatori, durante la quale sono stati condivisi dati sperimentali, metodologie e prospettive di sviluppo per una nuova generazione di vini siciliani, capaci di coniugare origine, identità e sostenibilità.

Con questa quinta tappa si conclude un percorso che ha toccato i territori viticoli più rappresentativi della Sicilia, diventando nel tempo una delle piattaforme più autorevoli di divulgazione tecnico-scientifica vitivinicola dell’isola. L’impegno ora è proseguire con la fase applicativa e divulgativa, rafforzando il legame tra biodiversità e produzione e costruendo una narrazione condivisa, concreta e credibile del vino siciliano del futuro.

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