Il report Crea 2024
Diversificazione produttiva e qualità premiano viticoltura e ortofloricoltura siciliane
Le aziende agricole in Sicilia riflettono una notevole diversificazione produttiva. E’ quanto rivela l’ultimo report L’agricoltura in Sicilia in cifre del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) che nel 2022, ha esaminato 682 aziende siciliane, rivelando non solo le performance economiche, ma anche le caratteristiche delle diverse specializzazioni produttive. In pratica, un’analisi che racconta il cuore pulsante dell’agricoltura isolana. E così emerge che circa il 23% si dedica alla viticoltura, il 20% è costituito da aziende frutticole (di cui l’18% agrumicole), il 17% si concentra sull’allevamento di erbivori, il 12% si occupa di seminativi, mentre l’8% è specializzato in olivicoltura.
Le dimensioni aziendali variano sensibilmente in funzione dell’indirizzo produttivo. Le aziende con allevamenti di erbivori dispongono della superficie agricola utilizzata (SAU) più ampia, pari a 83,4 ettari, seguite dalle aziende cerealicole (53,1 ettari) e da quelle con seminativi (41,7 ettari). Questi dati sottolineano l’importanza di un uso razionale del territorio per ottimizzare la produttività. In termini di produzione lorda vendibile (PLV), le aziende ortofloricole si distinguono con il valore più elevato pari a 146.677 euro, seguite dagli allevamenti di bovini da latte con 130.439 euro e, a distanza, dalle aziende vitivinicole con 73.071 euro.
Tuttavia, una valutazione più approfondita emerge analizzando la produttività lorda della terra (PLV/ha). Anche in questo caso, le aziende ortofloricole primeggiano con 13.945 euro per ettaro, seguite da quelle vitivinicole (4.587 euro), frutticole (3.551 euro) e olivicole (2.434 euro). Sul fronte del reddito netto (RN), le aziende che allevano bovini da latte ottengono i risultati migliori, con un valore medio di 63.529 euro, seguite dalle vitivinicole (46.192 euro) e dalle ortofloricole (39.947 euro).
Tuttavia, l’efficienza nella trasformazione della produzione in reddito è particolarmente significativa per le aziende vitivinicole e olivicole, che riescono a trattenere rispettivamente il 63% e il 56% del valore della produzione. Al contrario, le aziende ortofloricole trattengono solo il 27%, a causa dell’elevata incidenza dei costi di produzione, inclusi costi correnti (CC), pluriennali (CP) e del lavoro (CL). Un altro dato interessante riguarda l’impiego della manodopera. Le aziende ortofloricole registrano il maggiore impiego, con 2,9 unità di lavoro (UL), di cui un terzo costituito da unità familiari (ULF). Negli altri settori produttivi, il fabbisogno di manodopera è più contenuto, variando da 1,6 UL negli allevamenti di bovini da latte a 0,9 UL nelle aziende olivicole e cerealicole.
La redditività netta del lavoro aziendale (RN/UL) è più elevata nelle aziende vitivinicole (41.838 euro), seguite dagli allevamenti di bovini da latte (39.103 euro) e dalle aziende cerealicole (27.438 euro). Per quanto riguarda la redditività del lavoro familiare (RN/ULF), le aziende vitivinicole raggiungono i 75.430 euro, seguite dagli allevamenti di bovini da latte (48.348 euro) e dalle aziende cerealicole (33.764 euro). Anche le aziende ortofloricole mostrano una buona performance con 42.762 euro di RN/ULF.
Dallo studio emerge chiaramente come la produttività e la redditività aziendale siano strettamente legate alla specializzazione produttiva, all’efficienza nell’uso delle risorse e al contenimento dei costi. In particolare, le aziende vitivinicole e olivicole spiccano per l’efficienza economica, mentre le ortofloricole eccellono per produttività assoluta ma faticano a causa dei costi elevati. Questi dati non solo offrono una fotografia dell’agricoltura siciliana, ma rappresentano anche uno strumento prezioso per definire strategie di sviluppo e supporto al settore. Come sottolinea lo stesso Crea, analisi di questo tipo possono guidare interventi mirati per migliorare la competitività delle aziende agricole e promuovere una crescita sostenibile nel contesto della Politica Agricola Comune (PAC).
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