
Il bando
Siccità 2024, 35 milioni per salvare l’agricoltura. Come accedere ai fondi
di Dario Cataldo
Nel 2024 la Sicilia ha vissuto uno dei periodi più critici della sua storia agricola. La prolungata siccità che ha colpito l’isola ha messo in ginocchio interi comparti produttivi, provocando danni stimati in oltre 2,7 miliardi di euro, pari a circa un quarto del valore complessivo dell’intero settore agricolo regionale.
Agrumeti, uliveti, mandorleti, pistacchieti, vigneti, cereali, foraggere: nessuno è stato risparmiato. La Regione Siciliana, riconosciuta dallo Stato come zona di emergenza nazionale, risponde ora a questa crisi senza precedenti con un intervento altrettanto straordinario: un bando pubblico da 35 milioni di euro, finanziato interamente dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), rivolto agli agricoltori maggiormente colpiti dalle calamità naturali del 2024, in particolare dai danni dovuti alla siccità.
Il bando rientra nell’ambito della Misura 23 del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2014-2022, prorogato per rispondere alle gravi emergenze climatiche. L’intervento, formalizzato con il decreto dirigenziale n. 3316 del 9 aprile 2025, mira a fornire un sostegno temporaneo ed eccezionale a favore degli agricoltori siciliani che hanno subito una perdita produttiva di almeno il 30% a causa della siccità. La misura si concentra in particolare su quattro comparti chiave dell’agricoltura isolana: agrumi, olivo, mandorlo e pistacchio.
Come sono suddivisi i 35 milioni di euro?
Chi può accedere al bando?
Il bando è rivolto a imprenditori agricoli, singoli o associati, in possesso di fascicolo aziendale aggiornato, iscritti come agricoltori attivi per tutto l’anno 2024, e che risultino titolari di almeno due ettari complessivi coltivati ad agrumi, olivo, mandorlo o pistacchio. L’operazione è valida per l’intero territorio della Sicilia, senza distinzione tra aree urbane o rurali, collinari o costiere.
Come sarà calcolato il sostegno?
Il sostegno non si basa su fatture o documentazione di spesa, ma è erogato in forma forfettaria. L’importo cambia in base:
alla coltura interessata;
all’intensità del danno (basso, medio o alto), determinata grazie ai dati forniti dal Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), che ha classificato il territorio in tre fasce in base alla gravità dell’impatto della siccità;
alla superficie aziendale eleggibile inserita nel fascicolo SIAN.
I ristori previsti per ettaro variano, ad esempio:
per gli agrumi, da un minimo di 2.000 euro per danni bassi a un massimo di 5.000 euro per quelli alti;
per l’olivo, da 450 euro (danno basso) a 1.000 euro (danno alto);
per mandorlo e pistacchio, da 600 euro (danno basso) a 1.500 euro (danno alto).
Il contributo massimo per singolo beneficiario non potrà comunque superare i 25.000 euro. È importante sottolineare che, qualora la somma delle richieste superasse la dotazione disponibile per ciascun comparto, verrà applicato un coefficiente di riduzione lineare, per distribuire equamente le risorse tra tutti gli aventi diritto.
Come e quando presentare domanda?
Le domande dovranno essere presentate in via telematica tramite il portale SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), utilizzando la funzionalità online messa a disposizione da AGEA. La scadenza per la presentazione è fissata al 30 giugno 2025. Le domande presentate oltre tale data saranno ritenute irricevibili, salvo casi documentati di malfunzionamenti tecnici del sistema non imputabili al beneficiario.
Perché questo bando è così importante?
Nel contesto agricolo siciliano del 2024, questo bando non rappresenta solo un aiuto economico, ma una vera e propria misura di sopravvivenza. Dai report sull’impatto che la siccità ha avuto in Sicilia lo scorso anno, oltre il 50% delle superfici agricole ha subito danni, in particolare le colture arboree.
Gli agrumeti, specie della Piana di Catania, hanno visto ridursi drasticamente la produzione; le foraggere hanno registrato perdite fino all’80%; il grano ha segnato il peggior raccolto del decennio, con un calo dell’11%. Gli allevamenti, inoltre, hanno dovuto ridurre il numero di capi per far fronte alla carenza di foraggi e alla scarsità d’acqua. Il tutto in un quadro aggravato da un impoverimento dei suoli, salinizzazione delle falde e livelli degli invasi ai minimi storici.
Il danno economico complessivo ha raggiunto i 2,7 miliardi di euro, con ricadute devastanti su redditi, occupazione e stabilità delle comunità rurali. In questo scenario, l’intervento della Regione Siciliana, con l’appoggio dell’Unione Europea, rappresenta una prima risposta concreta e mirata, ma anche un segnale politico e strategico: l’agricoltura non può più essere lasciata sola di fronte ai cambiamenti climatici.
Un primo passo verso la resilienza
Se da un lato il bando interviene nell’immediato a tamponare le perdite, dall’altro si inserisce in una strategia più ampia di adattamento e resilienza. La Regione Siciliana ha già avviato, con apposite deliberazioni e piani, un percorso per dotarsi di strumenti infrastrutturali e normativi più adatti a gestire le crisi idriche.
Ma sarà fondamentale proseguire su questa strada, integrando le risorse del PSR con quelle del PNRR e con fondi nazionali destinati all’agricoltura sostenibile. Pertanto è chiaro che il bando da 35 milioni di euro è un’occasione preziosa per sostenere concretamente le aziende agricole siciliane nel momento del bisogno, ma anche un monito a tutti: l’emergenza climatica non è più un rischio futuro, ma una realtà presente.
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