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L’Inseminazione artificiale bovina come leva strategica per sostenibilità e competitività

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 Si è conclusa oggi a Ragusa la terza edizione del corso di inseminazione artificiale bovina, un’iniziativa che si sta affermando come pilastro strategico per la modernizzazione e il rilancio della zootecnia siciliana. Organizzato dall’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia (ISZSi), questo programma formativo non è un mero esercizio didattico, ma un investimento concreto nel futuro del comparto primario dell’isola.

La Sicilia, storicamente crocevia di culture e tradizioni, sta ora puntando sull’innovazione per ridare slancio a un settore chiave come quello zootecnico. Il corso, sostenuto dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura, ha formato 28 allevatori provenienti da diverse province siciliane, fornendo loro competenze avanzate in fisiologia riproduttiva, gestione del seme congelato ed esecuzione delle tecniche di inseminazione artificiale. Sotto la guida di docenti universitari e professionisti qualificati, questi operatori sono ora equipaggiati per implementare pratiche che promettono di rivoluzionare l’efficienza riproduttiva e la competitività delle aziende agricole locali.

L’inseminazione artificiale non è solo una tecnica; è una strategia complessa che abbraccia il miglioramento genetico, la produttività e la biosicurezza. Adottandola sistematicamente, gli allevatori possono controllare gli accoppiamenti in modo più razionale e mirato, contribuendo a un significativo miglioramento genetico delle razze e a un incremento della produttività delle mandrie. Ma i benefici non si fermano qui: questa tecnica riduce drasticamente il rischio di diffusione di malattie trasmissibili per via venerea o tramite il contatto diretto tra animali. Evitando lo spostamento di tori tra aziende e utilizzando seme certificato proveniente da riproduttori selezionati per resistenza e sanità, si attua una prevenzione sanitaria concreta, tutelando il patrimonio zootecnico regionale e promuovendo una maggiore sostenibilità complessiva degli allevamenti.

Alla giornata conclusiva, coordinata dal direttore del corso, Santo Caracappa, Scientific Adviser dell’ISZS, hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Ragusa, Filippo Spadola, il direttore del dipartimento Veterinario dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Arestia, e il funzionario dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura, Emanuele Sudano. La presenza di docenti universitari come Giuseppe Catone, Gabriele Marino, Salvatore Monti e Stefania Di Giorgio dell’Università di Messina, ha sottolineato l’alto profilo scientifico del percorso formativo.

Con la chiusura di questa terza edizione, l’Istituto Sperimentale Zootecnico della Sicilia non solo conferma il proprio impegno nella promozione di percorsi formativi di eccellenza, ma si posiziona come attore chiave nella costruzione di un ecosistema zootecnico siciliano più resiliente e competitivo. La domanda che emerge è, quindi, se questa spinta innovativa, alimentata da formazione e collaborazione istituzionale, sarà sufficiente a tracciare una nuova rotta per la zootecnia siciliana, rendendola un modello di efficienza e sostenibilità a livello nazionale e oltre. Il futuro, dopotutto, si costruisce sulle competenze e sulla capacità di adattarsi alle sfide che il mercato e l’ambiente impongono.

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