Terrà

L'intervista
L’arte della vinificazione: dall’Australia alle sabbie rosse di Vittoria, la missione di Rosario Li Volsi

di Giacomo Alberto Manzo*

Rosario Li Volsi, è uno degli enologi più rinomati della Sicilia. La sua passione per il vino e la sua vasta esperienza tecnica ci offrono un prezioso approfondimento sull’arte della vinificazione nell’isola. Crede fermamente nell’importanza di bilanciare innovazione e tradizione. Utilizza tecniche moderne di vinificazione per migliorare la qualità dei vini, senza mai perdere di vista le pratiche tradizionali che danno ai vini siciliani il loro carattere unico. “L’innovazione è fondamentale, ma dobbiamo sempre rispettare la nostra storia e le nostre radici”, sottolinea.

Li Volsi, qual è il suo background e come è diventato enologo?

“Ho avuto il privilegio di crescere immerso nell’incantevole mondo della viticoltura, circondato dall’atmosfera dell’azienda viticola di famiglia. La mia curiosità per il processo produttivo del vino è nata quasi istintivamente, come se fosse destinata a plasmare la mia passione. E’ stato semplice per me decidere il percorso di studi da fare, iniziato a Marsala con il corso di Viticoltura ed Enologia e completato presso l’Università degli Studi di Torino dove ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche. Nel frattempo ho svolto esperienze lavorative, durante la vendemmia, in diverse cantine siciliane che mi hanno permesso di toccare con mano ciò che nel frattempo affrontavo durante il percorso accademico. Completati gli studi universitari, mi appassionava l’idea di fare un’esperienza nell’emisfero Australe dove nel mese di gennaio, quando in Sicilia siamo impegnati a compiere la potatura delle viti, s’è in piena vendemmia. E così andai nella zona vinicola Western Australia per cinque mesi a lavorare in un’importante cantina come assistente enologo. L’esperienza maturata mi ha permesso di interagire con colleghi provenienti da altre parti del mondo e di sviluppare una visione più ampia del settore vitivinicolo. Tornato in Sicilia nel 2012, incontrai casualmente l’enologo Massimo Maggio, titolare della storica cantina Maggiovini di Vittoria, che mi ha coinvolto in un’esperienza lavorativa, presso la sua azienda. Fu amore a prima vista, appassionante e unica, in un territorio caratterizzato da terreni di sabbie rosse e vini straordinari come il Frappato di Vittoria e il Cerasuolo di Vittoria DOCG”.

Rosario Li Volsi

Quali sono le sue principali responsabilità nel processo di produzione del vino?

“Il lavoro dell’enologo abbraccia tutte le fasi di produzione del vino, partendo dal vigneto fino ad arrivare all’imbottigliamento dei vini. Mi occupo sia degli aspetti legati alla coltivazione del vigneto e la maturazione delle uve, sia delle varie fasi del processo di vinificazione e affinamento del vino. Il mio obiettivo è preservare le potenzialità delle uve, raccontando il forte legame con l’ambiente pedoclimatico, condizione essenziale per trasmetter emozione al consumatore”.

Come sceglie le uve per la vinificazione?

“Durante tutto il periodo della maturazione è importante andare in vigneto per eseguire delle campionature di uva, per eseguire i controlli analitici in laboratorio e capire come procede l’accumulo di zuccheri e l’andamento del quadro acido nella bacca. Importante, in questa fase, è la degustazione degli acini che ci permette di capire l’evoluzione aromatica e la maturazione fenolica delle uve. Quando comprendo e realizzo di aver raggiunto un ottimo grado di maturazione, che varia in base al vino che vogliamo ottenere, viene programmata la raccolta delle uve stesse”.

Le principali sfide da affrontare?

“Il nostro settore, seppur legato a una tradizione millenaria, è in continua evoluzione. A cambiare negli ultimi anni è soprattutto il clima. Il cambiamento climatico, con eventi estremi che in Sicilia negli ultimi anni si sono tradotti in ondate di calore e siccità, tende a modificare la crescita, la maturazione, la produttività delle uve e il gusto del vino. E’ necessario quindi ogni anno adattarsi alle mutazioni pedoclimatiche, per garantire al vigneto salute e vini apprezzabili dai consumatori”.

Quali sono le tendenze attuali nel mondo del vino?

“Il consumatore oggi preferisce vini più freschi e con una gradazione alcolica più bassa, ciò è legato a un consumo più responsabile e consapevole. Le nuove generazioni sono molto attente alla sostenibilità ambientale e mostrano particolare interesse per i vini biologici, supportando la difesa della biodiversità e prediligendo varietà autoctone siciliane”.

Come si coniugano tradizione e innovazione?

“Il salto di qualità che si può ancora fare consiste nell’aumentare il grado di sensibilità ecologica e implementare tecniche produttive rispettose per l’ambiente. La sostenibilità ambientale è un valore aggiunto che, sicuramente, si ripercuote sulla percezione di qualità dei prodotti e sulle capacità delle nuove generazioni di produrre eccellenze senza gravare sui territori. L’innovazione, in sostanza, ci aiuta a preservare e a produrre vini che siano sempre la massima espressione del territorio di produzione”.

Come si valuta la qualità di un vino?

“Il vino deve essere piacevole e il suo gusto deve richiamare ed esprimere, in modo consistente, equilibrato e integro, quello delle uve da cui proviene. Secondo me deve trasmettere ‘emozione’, ovvero, deve ripercorrere l’intero percorso che ha fatto, per arrivare a chi lo sta degustando. In altri termini, un grande vino deve comunicare il terroir da cui proviene, i vitigni di cui è composto e l’annata che di riferimento”.

Consigli a chi vuole diventare enologo.

“Il consiglio che posso dare ai giovani che vogliono intraprendere questo percorso, è di avere tanta passione e spirito di sacrificio. L’impegno richiesto è notevole, soprattutto all’inizio, dovendosi approcciare anche ai lavori più umili in cantina. Io non mi fiderei di un tecnico che non ha mai svolto l’attività di cantiniere o che non sa gestire un vigneto. È necessario intraprendere un percorso di formazione accademica affiancato sin da subito da esperienze in cantina e in vigna, con un occhio sempre al resto del mondo, per cui viaggiare tanto e confrontarsi con diverse aree vinicole in giro per il mondo”.

*Enologo

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