Terrà

Strategie di difesa
La limonicoltura nelle grinfie del Mal secco, come difendersi da “Plenodomus tracheiphilus”

di Santa Olga Cacciola*

Il Mal secco, causato dal fungo “Plenodomus tracheiphilus”, è la malattia più distruttiva ed economicamente importante degli agrumi a frutto acido nella regione Mediterranea; è il principale fattore limitante per l’espansione della limonicoltura. La gestione del Mal secco è piuttosto complessa e non sempre risolutiva. Tuttavia, gli effetti della malattia possono essere mitigati con l’applicazione di una strategia integrata comprendente l’applicazione di buone pratiche agricole.

Sintomi

In base ai sintomi si possono distinguere tre forme di Mal secco.

1. Forma più comune: i primi sintomi compaiono a fine inverno e consistono in clorosi delle nervature fogliari, disseccamento dei germogli, delle foglie e dei rametti apicali, caduta delle foglie con persistenza del peduncolo sul rametto. Questi fenomeni progrediscono rapidamente verso il basso interessando intere branche dell’albero. Spesso la sintomatologia riguarda soltanto un settore della chioma perché rispecchia la distribuzione del patogeno all’interno del sistema vascolare dell’albero. In genere, gli alberi vigorosi reagiscono producendo polloni sul tronco e nella porzione basale delle branche interessate dalla malattia. I sintomi tipici sono: a) una colorazione rosa-salmone o arancione del legno; b) presenza di piccolissimi puntini neri, cioè dei picnidi, i corpi fruttiferi del patogeno, che sono visibili a stento a occhio nudo sui polloni e sui rametti secchi di 2-3 anni. La malattia progredisce più o meno rapidamente dall’alto verso il basso fino a causare anche la morte dell’albero.

2. Mal nero: il cui sintomo caratteristico è una colorazione bruno-scura, con contorni arancione, delle cerchie più interne del legno. È un’infezione cronica, latente, che progredisce sistemicamente e dall’interno verso l’esterno; eplode quando il patogeno invade le cerchie di legno giovane determinando la morte improvvisa.

3. Mal fulminante: disseccamento improvviso dell’intero albero che è il risultato di gravi infezioni dell’apparato vascolare della pianta. Sia il Mal nero che il Mal fulminante hanno origine da infezioni radicali.

Ciclo

I fattori che favoriscono le infezioni sono:

– il vento, il gelo, la grandine e in genere tutti gli eventi che causano ferite sui diversi organi della pianta;

– temperature tra 15 e 28°C;

– operazioni di raccolta, presenza di lesioni della corteccia e tagli di potatura recenti in concomitanza di giornate umide o piovose, lavorazioni meccaniche del terreno in periodi piovosi dell’anno.

Il fungo penetra attraverso le ferite nelle foglie, nei rami e nelle radici. L’inoculo è costituito dai conidi prodotti dai picnidi che si formano su rametti giovani secchi o che si sviluppano dal micelio del fungo su superfici legnose dell’albero esposte o su detriti vegetali a terra. L’intervallo di temperatura in cui possono verificarsi le infezioni è compreso tra 15 e 28°C. In Sicilia, le infezioni si verificano prevalentemente da Ottobre ad Aprile. La temperatura ottimale per la crescita del patogeno e l’espressione dei sintomi è di 20-25°C. Un’umidità relativa prossima alla saturazione o le piogge e temperature tra i 20 e i 25°C favoriscono le infezioni. Il fungo può rimanere vitale nel suolo all’interno di residui vegetali per mesi o anni.

Colorazione rosa-salmone del legno
Colorazione rosa-salmone del legno

Strategia di difesa

In Sicilia, la lotta al Mal secco è obbligatoria e prevede l’eradicazione dei focolai mediante potatura o estirpazione degli alberi malati, con bruciatura in situ del materiale infetto. Il periodo migliore per la potatura di risanamento è tarda primavera – estate, quando i sintomi della malattia sono evidenti e la possibilità di nuove infezioni è ridotta. Le lavorazioni meccaniche del terreno nei periodi dell’anno piovosi e il diserbo chimico abbinato alla non-lavorazione aumentano il rischio di infezioni radicali. Le reti antigrandine e i frangivento riducono la probabilità che si creino ferite e conseguentemente il rischio di infezioni sulla chioma degli alberi. Le reti di protezione sono raccomandate soprattutto nei vivai. Trattamenti con prodotti rameici, nei mesi autunnali e invernali e soprattutto immediatamente dopo le grandinate, forti venti o le gelate hanno una discreta efficacia preventiva di copertura, ma non curativa e sono raccomandati soprattutto nei vivai. Le Linee guida per la gestione aziendale del Mal secco riguardano in dettaglio: 1. Vivai, nuovi impianti e reinnesti; 2. Limoneti commerciali in produzione.

In sintesi

Caratteristiche epidemiologiche della malattia

• il fungo responsabile della malattia è un patogeno da ferita che sopravvive nel terreno, associato ai residui vegetali;

• il fungo è disseminato prevalentemente attraverso l’acqua e quindi le infezioni si verificano in presenza di acqua allo stato liquido;

• per la produzione dei conidi (i propaguli infettivi) è necessaria un’umidità relativa >95%; i conidi sono prodotti sui rametti secchi all’interno dei picnidi, mentre nel legno infetto sono prodotti i fialoconidi, anch’essi propaguli infettivi;

• il patogeno è attivo a temperature comprese tra 8 e 28°C mentre a temperature > 30°C lo sviluppo del patogeno si arresta; le infezioni sono favorite da grandinate, forti venti e gelate;

• la diffusione a distanza della malattia avviene attraverso il materiale di propagazione infetto (marze e piantine) e quindi è opera dell’uomo;

• ad oggi non si dispone di un prodotto fitosanitario capace di inibire lo sviluppo del patogeno una volta che è riuscito a penetrare all’interno della pianta, rendendo di fatto la malattia incurabile con mezzi chimici;

• ad oggi non si dispone di varietà commerciali di limone o limetta resistenti (alcune varietà, quali ad es. ‘Monachello’, ‘Interdonato’ e ‘Zagara Bianca’ posseggono vari gradi di tolleranza);

• ad oggi non si dispone di un metodo diagnostico rapido che possa diagnosticare la malattia in campo.

Le condizioni climatiche favorevoli alle infezioni nelle aree limonicole siciliane si hanno principalmente da ottobre a aprile ed è quindi in questo periodo in cui tutti gli sforzi si devono concentrare al fine di ridurre l’inoculo e prevenire le infezioni.

Cosa fare:

– controllare regolarmente i sintomi di infezione durante tutto il corso dell’anno tenendo conto che in piena estate (Luglio/Agosto) e in pieno inverno (Dicembre/Gennaio) è difficile in genere osservare sintomi di infezione in campo negli agrumeti curati;

– utilizzare per i nuovi impianti nelle zone tradizionali di coltivazione del limone e altri frutti acidi di agrumi combinazioni di innesto meno suscettibili alla malattia;

– utilizzare per i nuovi impianti varietà precoci anche su portinnesti vigorosi (C.× macrophylla o C.× volkameriana) solo in nuove aree di coltivazione del limone;

– acquistare piante certificate;

– evitare le lavorazioni profonde e evitare/ridurre gli apporti di azoto a partire dal mese di agosto;

– evitare di eliminare i “succhioni” o eseguire potature oltre la metà di settembre; bruciare le ramaglie infette appena possibile e comunque prima che inizino le piogge autunnali;

– eseguire un trattamento fitosanitario al più presto possibile dopo il verificarsi di eventi che hanno potuto produrre ferite alla chioma;

– proteggere gli impianti con reti prestando attenzione ai possibili attacchi da parte di parassiti e patogeni che negli impianti coperti hanno comportamenti assai diversi rispetto al pieno campo.

Cosa non fare:

– sostituire le fallanze in agrumeti con gravi ed estese infezioni di Mal secco;

– la raccolta di frutto “affogliato”;

– impiantare agrumeti in zone a rischio di gelate (lesioni della chioma) o troppo esposte al vento, specialmente se ricco in salsedine (rischio di defogliazione);

– lavorazioni del terreno che possano produrre ferite all’apparato radicale nel periodo autunnale;

– prelevare marze per innesti in limoneti in cui sono presenti alberi con sintomi manifesti della malattia;

– lasciare nell’agrumeto i rami infetti e eseguire la potatura meccanica prima di aver asportato le porzioni di chioma infette.

Scarica il documento con le linea guida per la lotta al Mal secco



*Docente università degli Studi di Catania, Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente olga.cacciola@unict.it

Ha collaborato alla realizzazione delle linee guida il dott. Sebastiano Ferrante

Servizio 4Servizo Fitosanitario Regionale e Lotta alla contraffazione agri.serviziofitosanitario@regione.sicilia.it

Servizio 13Ispettorato dell’Agricoltura di Siracusa usasiracusa@regine.sicilia.it

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