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Dattilo, la Sicilia che rinasce: l’azienda Simonte e la rivoluzione dei semi antichi

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A Dattilo, piccolo borgo agricolo della provincia di Trapani, dove la Sicilia sembra affacciarsi sul mondo, nasce la storia virtuosa dell’azienda agricola Simonte. Questa impresa familiare ha fatto della custodia della biodiversità una scelta di vita, ancor prima che un modello di sviluppo.

Melone cartucciaru di Paceco

Francesca Simonte, titolare dell’azienda, rappresenta la quarta generazione di una famiglia di agricoltori che ha deciso di voltare le spalle alle logiche del mercato globalizzato per riscoprire e valorizzare i semi antichi e i sapori autentici della propria terra.

La crisi e la svolta

“La nostra azienda coltiva biodiversità da quasi vent’anni – racconta Francesca –. A un certo punto della nostra attività di agricoltori ci siamo resi conto che quello che il mercato globalizzato ci costringeva a produrre non rispondeva più alle buone pratiche agricole che i nostri nonni ci avevano tramandato. Ci siamo più volte chiesti se fosse giusto continuare a fare un lavoro che non ci piaceva più e che ci faceva sentire inadeguati. Quella che consideravamo una ‘missione’ era diventata una sorta di prigione”.

Francesca Simonte

Da questa crisi profonda nasce la svolta: ripartire dal passato per costruire un futuro diverso, più sostenibile e più umano. “Non è stata una scelta facile – aggiunge – ma alla fine abbiamo deciso di andare avanti cambiando completamente direzione. Forti della consapevolezza che i nostri avi su questa terra hanno coltivato la nostra grande biodiversità senza utilizzare la chimica e senza cercare altrove quello che avevano già a casa: uno scrigno pieno di semi a cui attingere”.

Recupero e valorizzazione dei semi antichi

Da quel momento, l’azienda ha avviato un lungo e paziente lavoro di ricerca e recupero dei semi locali, affidandosi anche alla memoria dei saggi contadini del posto. I semi di Timillia, Russello, Maiorca e Perciasacchi tornano così a germogliare nei campi di Dattilo, assieme all’origano di Marettimo, alle lenticchie e ai ceci delle Valli Ericine, all’aglio rosso di Nubia, al melone cartucciaru di Paceco e al pomodoro pizzutello delle stesse valli: tutte varietà autoctone, spesso dimenticate o rimpiazzate da ibridi più produttivi, ma infinitamente più povere in identità.

“Tutto ciò che coltiviamo è assolutamente autoctono – dice ancora l’imprenditrice –. Ci siamo costruiti un futuro tornando al passato. Coltiviamo solo semi che rappresentano il nostro territorio e con i quali c’è un legame forte di amore e di rispetto profondo per la terra”.

Tradizione, innovazione e collaborazioni

Al centro di tutto, il rispetto per la tradizione contadina, tramandata di generazione in generazione e difesa anche nei momenti più difficili: quando molti abbandonavano la campagna per inseguire altri mestieri, la famiglia Simonte ha deciso di rimanere e di scommettere nuovamente sulla terra. Con il sostegno dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, è stata tra le prime realtà a sostenere un progetto europeo per la salvaguardia della biodiversità, contribuendo alla stesura di una lista delle varietà a rischio scomparsa.

Nel 2015 nasce il laboratorio aziendale, che permette di chiudere il cerchio della filiera: i prodotti vengono trasformati in loco in conserve e preparati naturali, come il patè di aglio rosso di Nubia o la passata di pomodoro pizzutello, rigorosamente senza l’aggiunta di conservanti.
Le collaborazioni non si fanno attendere: il Birrificio Antoniano di Padova utilizza il grano Timillia dell’azienda per produrre una birra biologica, mentre Davines, leader italiano nella cosmetica naturale, sceglie gli estratti del melone cartucciaru per formulare lo shampoo ‘MOMO’.

Sguardo al futuro e identità

Grazie anche alle vendite online, l’azienda riesce oggi a far conoscere i suoi prodotti in tutto il mondo, promuovendo non solo la qualità delle materie prime, ma anche la Sicilia stessa.

Pomodoro

Eppure, nonostante il successo e le importanti sinergie, la prospettiva futura resta ancorata a una visione semplice: “Non vogliamo innovare niente, ma conservare e riprodurre tutto l’immenso patrimonio della nostra Sicilia. Il percorso che abbiamo fatto ci ha fatto ritrovare la voglia di continuare a fare buona agricoltura, perché abbiamo la certezza che solo le nostre radici ci identificano e ci rendono unici”.


Azienda agricola biologica Simonte


Via I Maggio, 27 – C/da Dattilo – 91027 Paceco (Trapani)

 

 

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