Terrà

Il progetto
Consorzio di bonifica di Catania, acqua di qualità tutto l’anno per agrumeti

Il tratto dell’infrastruttura irrigua oggetto dell’intervento progettuale sottende lo schema irriguo denominato “Lodigiani”, che fa parte della ben più ampia area attrezzata consortile denominata “Gerbini 1”. Quest’ultimo è uno dei più importanti schemi del sistema Salso-Simeto a servizio del comprensorio irriguo del Consorzio di Bonifica 9. Si tratta di una porzione di territorio di circa 3.288 ettari, situata nella parte Sud orientale della Sicilia tra le provincie di Siracusa e Catania. Il progetto è finanziato con la Sottomisura 4.3 del Psr nazionale 2014-2022, dedicata agli investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento degli impianti di irrigazione, e punta a riqualificare una condotta che serve il comprensorio irriguo del Consorzio di bonifica di Catania.

Venti milioni di euro per realizzare un’infrastruttura irrigua che fornirà acqua a una delle zone agricole più importanti della Sicilia, la piana di Catania. Ma anche un esempio di riciclo e riuso della risorsa idrica, perché la condotta porterà ai campi coltivati le acque reflue urbane trattate, provenienti dal depuratore della città etnea. Lo sviluppo dell’agricoltura in quest’area, che abbraccia le province di Enna, Catania e Siracusa, è stato significativo e possibile anche grazie a un’attenta gestione della risorsa idrica per fini irrigui. Non si fa agricoltura senza acqua. Il fabbisogno per il settore primario si è mostrato ancor più necessario e indispensabile negli ultimi anni, caratterizzati da lunghi periodi di siccità.

Inoltre, la particolare conformazione e collocazione geografica del territorio rende il consorzio un unicum nel governo della gestione della risorsa idrica. Infatti, l’arginatura del fiume Simeto, realizzata dal Genio Civile, ha consentito al consorzio di procedere alla sistemazione delle aste vallive dei fiumi Dittaino e Gornalunga, evitando che le loro acque di esondazione ristagnassero nel bacino del Benante. Area, quest’ultima, denominata “Lodigiani” e posta mediamente a 15 metri sopra il livello del mare e sottesa da questo intervento di sostituzione dell’omonima condotta primaria.

L’infrastruttura, oggetto del finanziamento è destinata inizialmente a ricevere una portata di 500 litri al secondo delle acque reflue urbane trattate e provenienti dal depuratore della città di Pantano d’Arci

Grazie all’intervento finanziato con il Psrn, i terreni agricoli che si trovano in quest’area potranno contare sulle acque reflue urbane depurate. Il consorzio, in sinergia con la Sidra (Società che gestisce il servizio idrico integrato dell’area metropolitana di Catania) e la città etnea stessa, hanno avviato un processo virtuoso volto al risparmio e all’ottimizzazione dell’acqua. In particolare, l’adduttore, oggetto del finanziamento è destinato inizialmente a ricevere una portata di 500 litri al secondo delle acque reflue urbane trattate e provenienti dal depuratore della città di Pantano d’Arci.

La valenza irrigua del progetto è certamente la principale. Le ricadute dell’intervento sono molteplici, consentendo la disponibilità diffusa di acqua di qualità per l’irrigazione e la sua disponibilità per tutto l’anno, superando la stagionalità e, sempre più spesso, la scarsità delle risorse idriche convenzionali.
Quest’ultimo aspetto è fondamentale per un’utilizzazione dei fondi agricoli diversificata e continua nel tempo, che certamente porterà a ottimizzare i rendimenti e i benefici economici di un’area oggi quasi completamente legata alle aree agrumetate.

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