Terrà

Progetto Nitap
Coltivazione idroponica hi-tech, anche in Sicilia arriva la serra del futuro

La prima piantina di pomodoro ciliegino coinvolta in Nitap (Nanomateriali e innovazioni tecnologiche in agricoltura protetta), il progetto tutto made in Sicily finanziato dal PSR Sicilia, sottomisura 16.1, è stata messa in terra nel corso della mattina di lunedì 22 aprile, in una serra creata appositamente in contrada fontananuova a Marina di Ragusa. Tra un anno da quella serra potranno uscire dei dati preziosi, che potrebbero segnare una svolta sia per le tasche degli agricoltori che per il futuro dell’agricoltura siciliana.

A segnare la svolta, che gli specialisti coinvolti in Nitap, definiscono epocale, potrebbero essere dei film polimerici con i quali è stata rivestita una parte della serra, confrontando le performance, con le piantine contenute in altre cinque sezioni, ricoperte di altro tipo di pvc. Questi fogli di policarbonato dono dei film quantici, che grazie a delle strutture inserire grazie a delle procedure industriali, assorbono la luce, soprattutto dello spettro solare del verde, trasformandola in rosso, ottimizzando così la luce per rendere una migliore fotosintesi della pianta.

“Abbiamo costruito una serra, secondo gli standard normali. Una parte l’abbiamo l’abbiamo ricoperta di PVC normale, quello che viene usato abitualmente dagli agricoltori in serra, poi abbiamo inserito i nostri teli fluorescenti e ancora, alcuni film bloccanti per i raggi uv e altri modulanti per intercettare una diversa lunghezza d’onda. – spiega a Terrà Giorgio Iabichella, agronomo responsabile del progetto –. Studieremo come ottimizzare l’azione che lo spettro solare ha sulla pianta e sulla sua crescita, vedendo le differenze tra le sezioni, e allo stesso tempo verificheremo anche lo sviluppo di insetti dannosi alla pianta, quali la mosca bianca e la falena tuta obsoluta pericolosissima per il pomodoro, e la mobilità degli impollinatori”.

Il tutto verrà realizzato anche grazie all’utilizzo di sensori di ultima generazione che saranno utili per elaborare parametri per risparmiare sull’apporto idrico e per fare un utilizzo ottimale di concimi, cercando di ridurre drasticamente quello di insetticidi anticrittogamici. Quello che sta accadendo adesso in Sicilia, non è una novità a livello mondiale, perché lavori come questo sono stati già condotti in Grecia e in Austria, adesso nelle campagne ragusane si comincia dunque a testare come sia applicabile nelle nostre zone. “La scelta del pomodoro ciliegino è stata una scelta di territorialità – dice Iabichella – perché si tratta di una delle qualità più consumate in Europa. Vogliamo verificare come la luce possa essere utile per aumentare i valori nutraceutici, il grado zuccherino, aumentare la presenza di vitamina C, dei polifenoli in generale e di una sostanza antiacida conosciuta come licopene”.

Al progetto prendono parte l’azienda capofila Market Led, il DiA3 dell’Università di Catania, Il Cerisvi (Centro di ricerca per lo sviluppo e l’innovazione), la Lualtek per la parte relativa alla sensoristica e al monitoraggio dati, la Sisac, che fornisce i film luminescenti, e un team di ricercatori esperti. “Tra 70 giorni avremo già pronti i primi grappoli di pomodoro e leggeremo e pubblicheremo i primi dati. Ogni due mesi daremo aggiornamenti sullo status del progetto che avrà i suoi risultati definitivi tra un anno, quando si chiuderà il secondo ciclo”, conclude Iabichella.

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