Terrà

Agricoltura sociale, il ruolo dei beni pubblici

di NinoSutera

Negli ultimi anni l’espressione beni pubblici è stata al centro di un vivace dibattito, nonostante ciò, attorno a tale espressione sembra che aleggi ancora oggi, un’aura di vago mistero. Cosa si intende per beni pubblici? In che modo i beni pubblici si distinguono dai beni privati? Fino a che punto si dovrebbe rigorosamente definire quest’espressione? E qual è il rapporto tra beni pubblici e politiche pubbliche? Se si prende come punto di partenza (possibilmente con le opportune precisazioni e i dovuti distinguo) la nozione che riconosce nei beni pubblici tutti quei beni che apportano benefici alla collettività e che non possono essere acquistati sul mercato, il nesso con la politica di sviluppo rurale appare evidente.

Per definizione i beni pubblici possiedono due importanti caratteristiche. In primo luogo, sono beni “non rivali” nel consumo, nel senso che il loro consumo da parte di un individuo non implica l’impossibilità per un altro individuo di consumarlo a sua volta. In secondo luogo, sono “non escludibili”, nel senso che, una volta che il bene pubblico è stato prodotto, è impossibile impedirne la fruizione da parte di altri consumatori. E’ in questo contesto che vanno ascritti la mission e la vision, che hanno ispirato il protocollo d’intesa voluto dal dirigente generale Dario Cartabellotta, tra l’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, il ministero della Giustizia ed Ente Sviluppo Agricolo.

L’agricoltura sociale comprende una pluralità di esperienze non riconducibili a un modello unitario, quanto al tipo di organizzazione, di attività svolta, di destinatari, di fonti di finanziamento, ma accomunate dalla caratteristica di integrare nell’attività agricola attività di carattere sociosanitario, educativo, di formazione e inserimento lavorativo, di ricreazione, diretti in particolare a fasce di popolazione svantaggiate o a rischio di marginalizzazione. Le ipotesi di lavoro riguardano molteplici ambiti di attività, che possono essere così riassunti:
formazione e inserimento lavorativo: esperienze orientate all’occupazione di soggetti svantaggiati, con disabilità relativamente meno gravi o per soggetti a bassa contrattualità;
riabilitazione/cura: esperienze rivolte a persone con disabilità (fisica, psichica, mentale, sociale), con un fine principale socio-terapeutico;
ricreazione e qualità di vita: esperienze rivolte a un ampio spettro di persone con bisogni più o meno speciali, con finalità socio-ricreative, tra cui particolari forme di agriturismo sociale, le esperienze degli orti sociali peri-urbani per anziani;
educazione: azioni volte ad ampliare le forme ed i contenuti dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ambientali persone giovani o meno giovani;
servizi alla vita quotidiana: come nel caso degli “agri-asili” o di servizi di accoglienza diurna per anziani.
L’Ente ha già sperimentato con successo iniziative di AS, dall’attuazione di iniziative di integrazione di immigrati (2017), a un protocollo di intesa per la raccolta fondi con la LILT per la ricerca oncologica (2018), alla realizzazione di un immagine coordinata del paniere di prodotti da destinare in beneficenza(2019) alla partecipazione a tre bandi a valere della Misura 16.9 (2020)

Inoltre il Dipartimento regionale Agricoltura ha sottoscritto recentemente un accordo di collaborazione con il CREA (Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la ricerca in agricoltura), il CORERAS (Consorzio Regionale per la Ricerca Applicata e la Sperimentazione), il Consorzio Network Dei Talenti Soc. Coop. Sociale e l’Associazione di Promozione Sociale “Rete Fattorie Sociali Sicilia”, finalizzato proprio all’attuazione del Programma Sperimentale Agricoltura Sociale.

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