Terrà

Il progetto Agrostart
Dalle galline ovaiole ai rover autonomi: la sfida green della Sicilia per salvare le nocciole

di Dario Cataldo

Nel cuore dei Nebrodi, una delle aree più affascinanti della Sicilia ha preso vita un’iniziativa che promette di trasformare il settore corilicolo regionale. L’antica pratica della coltivazione delle nocciole, pur radicata nel territorio, ha vissuto un lungo periodo di declino a causa di una combinazione di fattori come la frammentazione dei terreni, la scarsa integrazione tra produzione e trasformazione, e una competitività internazionale sempre più pressante. La risposta a queste sfide arriva da un progetto ambizioso, Agrostart, che punta al recupero di corileti vetusti e abbandonati, unendo tecniche innovative e modelli sostenibili per restituire valore a un prodotto che, per troppo tempo, è stato sottovalutato.

L’idea di base si fonda sulla necessità di invertire una tendenza di abbandono dei terreni marginali, caratteristica non solo del contesto siciliano ma anche di molte aree rurali italiane. La Sicilia, che contribuisce al 13% della produzione nazionale di nocciole, è tuttavia una regione unica per la varietà di cultivar autoctone come la Mansa, la S. Comune e la Nostrale, che trovano nei Nebrodi un habitat ideale. Nonostante questo, la produzione è spesso considerata di basso valore commerciale, destinata prevalentemente al consumo locale o alla trasformazione di piccola scala.

Nocciole

Il percorso del progetto Agrostart è articolato in diverse fasi, integra ricerca, tecnologia e pratiche tradizionali per valorizzare le nocciole dei Nebrodi e potenziare una microfiliera locale tracciabile e competitiva. Nella prima fase, ha posto le basi per il suo successo attraverso l’animazione del Gruppo Operativo (GO), un elemento cruciale per l’elaborazione di soluzioni innovative. Sono state coinvolte aziende agricole, enti di ricerca, associazioni di categoria e altri stakeholder, con l’obiettivo di identificare le esigenze principali e sviluppare interventi mirati.

Tra le soluzioni innovative proposte figurano prototipi per l’allevamento di galline ovaiole, sistemi di cattura massale delle cimici e rover a guida automatica per la gestione sostenibile dei noccioleti. Le attività iniziali hanno incluso una mappatura accurata degli stakeholder, incontri di sensibilizzazione e cooperazione (sia in presenza che online), la produzione di materiale informativo e la creazione di reti collaborative. Questo processo ha portato alla formalizzazione del Gruppo Operativo e alla predisposizione della documentazione necessaria per la candidatura del progetto, garantendo una base solida per la successiva implementazione.

La seconda fase ha visto il progetto focalizzarsi sul recupero di corileti vetusti e l’implementazione di sistemi di agroforestazione, con l’obiettivo di creare una microfiliera corilicola sostenibile. Le attività in corso includono potature di ripristino, campionamenti agroforestali, sperimentazioni su nuovi processi produttivi (come la produzione della birra alle nocciole) e lo sviluppo di prototipi avanzati, tra cui pollai mobili e trappole innovative per la cattura delle cimici. Un elemento centrale del progetto è il ruolo del partner scientifico UNISA-Difarma, impegnato in tre obiettivi principali:

– Life Cycle Assessment (LCA): Analisi dell’impatto ambientale della filiera corilicola, per identificare le aree di miglioramento e ridurre le emissioni.

– Carte di attitudine: Mappature fisiche, climatiche e pedologiche per individuare le aree più adatte alla corilicoltura in Sicilia.

– Rover a guida autonoma: Progettazione e realizzazione di un sistema tecnologico avanzato per ottimizzare la gestione agricola nei noccioleti e migliorare la sicurezza operativa in zone acclivi.

Queste attività integrano tecnologie avanzate come GIS e GNSS/RTK, combinate con analisi agronomiche per una gestione sempre più precisa e sostenibile. Un altro aspetto innovativo del progetto riguarda il sistema di agroforestazione promiscuo, sviluppato da Unibas-Dafe, che integra la coltivazione delle nocciole con l’allevamento di galline ovaiole. Questo approccio non solo favorisce la diversificazione produttiva e la multifunzionalità aziendale, ma contribuisce anche alla conservazione della biodiversità. In particolare, è stato condotto un confronto tra le performance delle galline ovaiole commerciali e la gallina Siciliana, una razza autoctona nota per la sua adattabilità e resistenza.

Nocciole

L’obiettivo è valutare l’impatto ecologico e produttivo di questo sistema integrato, migliorando ulteriormente la qualità complessiva della filiera. Il partner Nutriplant ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo e nella realizzazione di trappole ormonali per la cattura massale di Halyomorpha halys, una cimice particolarmente dannosa per le colture. Le trappole sfruttano tecnologie chimiche e fisiche, inclusi segnali vibrazionali e cromatici, garantendo la protezione degli insetti utili. Questa innovazione è stata testata e implementata in diverse aziende agricole, rappresentando un passo avanti significativo nella riduzione dell’uso di fitofarmaci. Parallelamente, il birrificio Irias ha condotto test pilota per perfezionare il processo produttivo della birra alle nocciole dei Nebrodi, un prodotto che combina tradizione agricola locale e sostenibilità, puntando a diventare un’icona della birra artigianale italiana. Le aziende agricole partecipanti, tra cui Faranda, Collina Verde e Korilsud, hanno già introdotto le nuove tecniche di gestione, come potature mirate e l’uso di prototipi innovativi.

Queste aziende sono anche fondatrici della rete “Sicilia in Guscio”, che collabora con il Progetto Nocciola Italia per valorizzare la corilicoltura e promuovere pratiche agricole sostenibili. La crescente domanda di prodotti di alta qualità e basso impatto ambientale offre un’opportunità unica per rilanciare la nocciola dei Nebrodi e promuovere pratiche agricole rispettose dell’ambiente. La sfida, infine, è quella di coniugare tradizione e innovazione, creando un equilibrio tra il recupero di antiche pratiche agricole e l’adozione di tecnologie all’avanguardia. In un contesto globale in cui la sostenibilità sta diventando un requisito imprescindibile, il rilancio della corilicoltura in Sicilia rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche un contributo concreto alla tutela del territorio e alla valorizzazione delle risorse locali.

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