Il progetto Agrointelligence
Tecnologia e sostenibilità: come l’Intelligenza Artificiale trasforma l’agricoltura siciliana
Machine Learning ed Intelligenza Artificiale nelle diverse fasi di gestione e messa in produzione delle colture agricole, ma anche nelle successive fasi della filiera, in maniera tale da mettere in atto quelle best pratices che permettono una gestione illuminata e più sostenibile, sia da un punto di vista economico che ambientale.
Tutto questo è alla base del progetto Agrointelligence, un altro di quelli che stanno usufruendo dei finanziamenti della Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/22, e che sarà possibile realizzare grazie all’unione di aziende siciliane che vogliono scommettere sulla tecnologia per guardare ad un futuro migliore per la nostra agricoltura. In totale sono 15 i partner che hanno unito le forze e che stanno lavorando tra le province di Siracusa e Ragusa, per mettere in campo la loro sperimentazione. A raccontare la road map dei prossimi mesi è Emanuele Blanco, della Agros A.P.S., azienda capofila del progetto: “Quando il progetto sarà concluso, grazie al lavoro che stiamo iniziando a mettere a punto potremo definire degli algoritmi di intelligenza artificiale che, grazie ai dati raccolti, potranno essere utili per attuare delle scelte agronomiche”.
Tutto sarà supportato da dispositivi di sensoristica che riporteranno i dati ad una piattaforma web per avere un report costante, avendo in tempo reale una serie di informazioni quali per esempio la temperatura all’interno delle serre o l’umidità del terreno. “Grazie a questi dati e ad un sistema di intelligenza artificiale, ad esempio, potranno essere utilizzate delle valvole elettroniche per aprire dei canali di irrigazione”, spiega Blanco. La sperimentazione è fatta sia sulle ortive, principalmente pomodori, ma anche su colture arboree e quindi sull’ortofrutta in generale. Entro fine anno verranno installati tutti i prototipi di colonnine proattive in maniera tale da cominciare ad elaborare i dati e ad inizio del 2025 dovrebbe esserci già qualcosa di pratico su cui lavorare.
Il progetto vede anche la collaborazione del Cerid, che cura l’aspetto finanziario, come aggiunge ancora Blanco: “Si tratta di un aspetto molto importante, perché tutti i dati che vengono rilevati sul campo verranno poi rielaborato in un ottica di monitoraggio finanziario valutando quindi i costi, gli input in campagna, gli sprechi, e ancora l’utilizzo dell’acqua, delle risorse e del concime. Grazie a tutto questo sarà possibile mettere in pratica una razionalizzazione che avrà dei risvolti sia in termini finanziari che agronomici”. Al contempo il lavoro va verso una direzione di sostenibilità ambientale, con grandi aspettative per le produzioni in serra dove il consumo delle risorse è più alto. “Se i sensori rileveranno, per esempio, che il terreno è già ricco di fosforo e potassio potrà essere messa in campo un’azione mirata con conseguente risparmio economico e ambientale evitando di caricare il terreno con componenti che non sono necessarie”.
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