Un incendio e due teste “calde”: come Manna e Cremona hanno creato i sensori che prevengono i roghi
di Dario Cataldo
Dal dramma di un incendio devastante alla nascita di una soluzione tecnologica rivoluzionaria. È questa la storia dietro l’innovazione dei sensori antifumo progettati da un team siciliano. L’idea, maturata durante la pandemia, ha trovato ispirazione nel rogo del monte Altesina nel 2020, un evento che ha acceso la determinazione di un gruppo di professionisti per trovare un modo efficace e sostenibile per prevenire gli incendi boschivi.
Grazie all’utilizzo della tecnologia LoRaWAN e all’integrazione con l’intelligenza artificiale, questi sensori rappresentano una svolta: non solo individuano precocemente i principi di incendio, ma operano senza manutenzione per un decennio e monitorano le condizioni ambientali dei boschi. In questa intervista, esploriamo l’evoluzione di questa tecnologia, il suo impatto potenziale e il ruolo cruciale delle istituzioni e dei cittadini per la sua diffusione. Ne abbiamo parlato con in esclusiva con l’agronomo Angelo Manna e l’ingegnere delle telecomunicazioni, Antonio Cremona, co-founders di A2net, la startup che ha ideato l’innovativa soluzione tecnologica.
Come è nata l’idea di creare questi sensori antifumo?
“L’idea è nata a causa di un evento preciso. Durante il Covid ci siamo appassionati a una nuova tecnologia chiamata Lorawan. Questa tecnologia permette di connettere sensori anche in zone non coperte dalla rete telefonica attraverso piccolissimi scambi di dati che riescono a trasmettere informazioni essenziali, ma importanti. Abbiamo iniziato a fare dei piccoli esperimenti per collegare sensori in un primo momento legati all’agricoltura. Il 1° agosto 2020 centinaia di ettari di bosco della riserva naturale del monte Altesina, in provincia di Enna sono andati in fiamme. Da casa mia, quella montagna si vede benissimo e quel terribile scenario ci ha molto colpiti. Ci siamo chiesti come potesse essere possibile utilizzare la tecnologia per prevenire questi eventi calamitosi, che ogni anno in Sicilia e in tutto il sud Italia rappresentano una vera e propria piaga. Dopo alcune ricerche, abbiamo individuato come la tecnologia LoRaWAN potesse essere determinante negli incendi boschivi, attraverso dei sensori calibrati per segnalare principi di incendi rilevando il fumo, non appena questo comincia a svilupparsi. È stato così che abbiamo realizzato la prima rete di questo genere in Italia, che è stata inaugurata nel dicembre del 2023 a Troina, provincia di Enna”.
Quali sono le caratteristiche principali di questi sensori e come funzionano nel distinguere le 86 tipologie di fumo?
“I sensori che utilizziamo sono progettati per la rilevazione ultra-precoce degli incendi boschivi, identificando gli incendi in pochi minuti per ridurre al minimo danni e impatti. Sensibile a idrogeno, monossido di carbonio e altri gas, questo ‘naso elettronico’ può rilevare gli incendi già nella fase di combustione lenta, permettendo ai vigili del fuoco di spegnerli prima che si diffondano. Monitora inoltre le condizioni microclimatiche, misurando temperatura, umidità e pressione atmosferica. Il sensore utilizza una rilevazione molto sensibile dei gas con intelligenza artificiale integrata per garantire un’identificazione accurata degli incendi e ridurre al minimo i falsi allarmi. Grazie alla tecnologia LoRaWAN per la trasmissione dati wireless, il sensore funziona senza manutenzione per 10 anni e utilizza supercondensatori al posto delle batterie, eliminando la necessità di utilizzare litio e altri materiali tossici”.
In che modo questa tecnologia può contribuire a ridurre l’impatto devastante degli incendi, specialmente in una regione come la Sicilia?
“Sappiamo che ogni anno vengono devastati migliaia di ettari di vegetazione in Sicilia. La tempestività è uno dei fattori essenziali per il successo dell’intervento: individuare un incendio prima che possa diffondersi è fondamentale. I nostri sensori riescono a localizzare la presenza di un incendio in maniera molto più veloce ed efficace rispetto a qualsiasi altro mezzo attualmente utilizzato. Non dimentichiamo inoltre che la Sicilia attualmente sta attraversando una grave fase di crisi idrica, dove anche trovare acqua per spegnere gli incendi diventa sempre più difficile ed oneroso”.
Che ruolo possono avere le istituzioni e i cittadini nel supportare l’adozione di questi sensori? Quali sono i passi successivi per diffonderli su larga scala?
“Le istituzioni possono supportare attivamente questo progetto attraverso azioni concrete come la realizzazione di nuove installazioni, magari partendo da siti di particolare pregio naturalistico o di particolare pericolosità per abitazioni civili. Ci teniamo a precisare che questo tipo di tecnologia funziona su estensioni minime di 50 ettari ed è studiato per l’installazione su zone boschive o comunque con vegetazione arborea”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.