Terrà

Imprenditori 10 & Lode
Terre di Leo, l’esperienza virtuosa di tre generazioni tra vigne e uliveti nel cuore degli Iblei

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di Dario Cataldo

Esiste una Sicilia resiliente, capace di accogliere, innovare e tramutare le ambizioni in realtà imprenditoriali solide e profondamente radicate nel tessuto territoriale. È la Sicilia di Terre di Leo, l’azienda agricola di Chiaramonte Gulfi, nel cuore pulsante dei Monti Iblei, dove il connubio tra terra, passione e conoscenza si è distillato in una storia familiare lunga tre generazioni.

“L’azienda agricola Terre di Leo è nata da una visione che fonde ricerca, innovazione e un profondo rispetto per il territorio”, spiega Emanuele Cavedagna, agronomo ed erede di una tradizione che ha saputo elevare un’intuizione a vera e propria missione. La genesi risale agli anni Sessanta, quando il padre, Leonello Cavedagna, agronomo specializzato in frutticoltura e viticoltura, giunse in Sicilia dopo un’esperienza in Africa orientale. “Rimase affascinato dalla bellezza e dal potenziale agronomico di questa terra e decise di mettere radici a Chiaramonte Gulfi, zona storicamente vocata a viticoltura e olivicoltura”.

Emanuele e Leo Cavedagna

Fu l’inizio di un meticoloso percorso di studio, sperimentazione e dedizione. Negli anni Settanta, l’azienda si dedicò con rigore alla valorizzazione delle varietà autoctone di vite e olivo, introducendo pratiche agronomiche all’avanguardia per l’epoca e rispettose della biodiversità. L’evoluzione cruciale si compì tra gli anni Ottanta e Novanta, con l’ingresso di Emanuele: “Abbiamo adottato fertilizzanti naturali e metodi di agricoltura biologica sostenibile, senza mai snaturare la nostra identità e le tradizioni agrarie siciliane”.

Oggi, con la terza generazione rappresentata da Leo, figlio di Emanuele, farmacista e giovane imprenditore, l’azienda proietta la sua eredità verso il futuro. Le materie prime di eccellenza vengono trasformate in vini e oli extravergini di alta qualità, indirizzati a un pubblico consapevole e attento alla salubrità. “Ogni nostra bottiglia è il racconto della bellezza ruvida e autentica della Sicilia – sottolinea Emanuele Cavedagna –. Non è solo il luogo in cui coltiviamo: è la nostra identità. Il nostro obiettivo imprescindibile è lasciare alla terra più di quanto prendiamo”.

A circa 500 metri sul livello del mare, i vigneti e gli uliveti Terre di Leo sorgono su suoli calcarei e ventilati. Le forti escursioni termiche tipiche della zona esaltano le qualità organolettiche dei prodotti. “La nostra missione è trasformare uve e olive in prodotti autentici, sani e immediatamente riconoscibili, capaci di narrare la Sicilia in ogni sorso e assaggio”, ribadisce l’imprenditore. Per centrare l’obiettivo, l’azienda applica tecniche agricole a basso impatto, onora i cicli vitali delle piante e riduce al minimo gli interventi invasivi.

Un equilibrio perfetto tra sapere contadino e rigorosa ricerca scientifica: “Non perseguiamo la logica della produzione industriale, ma la qualità costruita giorno dopo giorno. Uniamo la conoscenza scientifica all’esperienza agricola di tre generazioni, innovando senza snaturare e valorizzando la tradizione con strumenti moderni”.

L’agronomo ed enologo Antonio Campisi conferma la linea aziendale: “La nostra direzione è univoca: puntiamo a produrre vini più salubri, partendo anzitutto dalla vigna”. Per raggiungere questa meta, spiega Campisi, “privilegiamo e intensifichiamo i lavori manuali, dalla potatura alla sfogliatura, dalla selezione dei grappoli fino alla vendemmia”. Una scelta meticolosa che “ci consente di accompagnare la pianta verso un migliore equilibrio fisiologico, riducendo al minimo gli stress e incentivando una maturazione più sana e completa dell’uva”. È da questa “attenzione maniacale”, che si traduce in una materia prima di qualità superiore, che nascono vini “autentici, espressione genuina del territorio e, non ultimo, più sostenibili per il consumatore”, conclude l’agronomo.

In un contesto in cui il dibattito sulle difficoltà dell’imprenditoria nel Mezzogiorno è costante, Terre di Leo si configura come un esempio tangibile di come la Sicilia possa essere terra fertile per opportunità, sostenibilità e crescita economica. “La nostra esperienza dimostra che investire qui è possibile, a patto di coniugare competenza, amore per la terra e una visione strategica chiara. La Sicilia possiede un potenziale straordinario: basta saperlo ascoltare e valorizzare”, chiosa Emanuele Cavedagna, guardando al futuro con l’orgoglio di chi ha saputo trasformare un retaggio in un modello.

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