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Ragusa celebra la sua identità casearia: il prestigioso titolo di “Città del Formaggio” apre nuove opportunità per l’Altopiano Ibleo

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Ragusa è stata ufficialmente insignita del titolo di “Città del Formaggio”, un riconoscimento promosso dall’Onaf (Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggio) che celebra i territori italiani dove la tradizione casearia rappresenta un elemento identitario fondamentale. Un traguardo che assume particolare significato nel 2025, anno in cui la Sicilia è stata proclamata Regione Europea della Gastronomia.

Formaggio Ragusano (foto onaf.it)

L’iniziativa, ideata nel 2020, ha come protagonista il delegato regionale Onaf, Pietro Pappalardo, e punta a dare visibilità ai centri che storicamente si identificano con le produzioni casearie. Come racconta lo stesso Pappalardo, l’idea “nasce per dare un’identità legata alle produzioni casearie di piccoli e grandi centri che da sempre si identificano con i formaggi e i latticini”.

In quasi sei anni, il progetto ha raggiunto una dimensione nazionale, coinvolgendo oltre quarantacinque comuni italiani. La prima città d’Italia è stata Santo Stefano Quisquina nel 2020, poi Novara di Sicilia, Enna, Godrano, Vizzini e Poggioreale, fino a Roma, proclamata lo scorso marzo Capitale delle Città del Formaggio.

Il processo di selezione segue criteri rigorosi: le delegazioni Onaf individuano le città all’insaputa delle amministrazioni comunali e redigono un dossier dettagliato che viene valutato da una commissione nazionale prima dell’approvazione definitiva.

Ma il riconoscimento va oltre il valore simbolico. “Ha anche contenuti concreti — sottolinea Pappalardo — perché l’Onaf avvia un percorso di formazione sul territorio, creando gruppi di ‘cittadini del formaggio’ che diventano veri ambasciatori delle produzioni identitarie”. L’obiettivo è creare una rete che valorizzi il legame tra territorio, cultura e tradizioni artigianali, in vista dell’inserimento nel Registro del Ministero dell’Agricoltura.

Opportunità per il territorio ibleo

Per Ragusa e l’Altopiano Ibleo, questa designazione apre concrete prospettive di sviluppo, inserendosi perfettamente nel contesto del riconoscimento della Sicilia come Regione Europea della Gastronomia 2025. “Si aprono importanti opportunità per un territorio che già oggi attrae flussi turistici considerevoli — spiega Pappalardo — Molti visitatori cercano il buon cibo e identificano nei formaggi un’esperienza sensoriale e culturale da vivere”.

Secondo il delegato Onaf, il riconoscimento può diventare un volano per l’economia rurale: “L’offerta non sarà solo di sapori ma anche di saperi, perché la rete nazionale delle Città del Formaggio potrà creare un vero circuito di conoscenza”.

M al’impegno dell’Onaf già guarda al futuro: “Dal 2026 intendiamo avviare a Ragusa un percorso di formazione rivolto ai giovani — anticipa Pappalardo — per promuovere una vera cultura del formaggio che diventi un linguaggio di conoscenza per raccontare le mille storie di un territorio”.

Il titolo assegnato a Ragusa diventa così un trampolino per riscoprire la Sicilia più autentica, dove il lavoro di pastori e casari si intreccia con la storia e l’orgoglio di una comunità che ha sempre saputo trasformare le proprie risorse in valore.

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