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Psr Sicilia: quando i fondi europei diventano motore di rinascita rurale

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 di Gaetano Mineo

Investire nelle radici per far crescere il futuro. È questa, in sintesi, la missione data dalla Regione Siciliana, attraverso l’assessorato regionale all’Agricoltura, per la spesa dei fondi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia 2014-2022. Risorse comunitarie trasformate in opportunità concrete per le imprese agricole, l’agroalimentare e lo sviluppo delle aree interne. Non fondi a pioggia, ma risorse mirate alla promozione non solo della sostenibilità, ma anche alla crescita di nuove reti economiche e sociali, offrendo un esempio tangibile di come le opportunità europee possano reinventare l’agricoltura e valorizzare il territorio. Le testimonianze da noi raccolte, raccontano di un tessuto imprenditoriale vivace, capace di utilizzare al meglio gli strumenti messi a disposizione, con progetti che spaziano dalla filiera agroalimentare al turismo rurale, dalla digitalizzazione fino al recupero di antiche tradizioni produttive. 

Recupero e sostenibilità: dalla filiera ortofrutticola alle carni di qualità 

Uno dei percorsi più innovativi finanziati dal PSR Sicilia è il progetto SmartFeed4Food, che unisce la filiera ortofrutticola con quella delle carni di qualità. L’obiettivo? Ridurre l’impatto ambientale recuperando prodotti non conformi alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), trasformandoli in risorse per l’allevamento sostenibile. Questa iniziativa non solo minimizza gli sprechi, ma crea un circolo virtuoso che rafforza l’economia locale, promuovendo pratiche eco-friendly e riducendo le emissioni. Iniziative come queste dimostrano che l’agricoltura può essere circolare, offrendo un modello replicabile per altre filiere, generando valore aggiunto per gli imprenditori e l’ambiente. 

Diversificazione e turismo rurale 

Nelle colline dell’entroterra agrigentino, esattamente a Naro, l’agriturismo “Baglio San Nicola” rappresenta un caso emblematico di come i fondi europei possano rivitalizzare aree marginali. Grazie alla Sottomisura 6.4A del Psr, l’azienda ha ampliato le sue attività con due bungalow in legno prefabbricato e spazi per campeggio, migliorando l’accesso e l’ospitalità. Questo investimento non solo diversifica il reddito agricolo, integrandolo con il turismo esperienziale, ma riduce i punti deboli delle aziende zootecniche lattiero-casearie. Progetti che valorizzano prodotti identitari, come la Provola dei Nebrodi DOP attraverso stagionatura collettiva e qualificazione, mostrano come si stia puntando su modelli di sviluppo che preservano l’identità territoriale mentre creano occupazione e attrattività turistica.

Connettività e resilienza: banda ultra larga e prevenzione calamità 

Per colmare il digital divide nelle zone rurali, sono stati utilizzati i fondi della Sottomisura 7.3, installando infrastrutture a banda larga in aziende agricole lontane dai centri abitati. Questo ha permesso a imprenditori come quelli della Cooperativa Agrumicola Pasam di accedere a servizi online e pubblica amministrazione, migliorando efficienza e competitività. Allo stesso tempo, con le risorse della Sottomisura 5.1, la cooperativa ha realizzato interventi per prevenire calamità naturali, proteggendo coltivazioni vitali. Similmente, l’Azienda Giambò Piante – leader nella produzione di oltre 2 milioni di piante di agrumi ornamentali all’anno – ha beneficiato di fondi per espandere esportazioni nazionali ed europee. Questi sono alcuni dei tanti esempi che illustrano un approccio propositivo: investire in resilienza digitale e ambientale per rendere l’agricoltura siciliana più robusta e connessa al mondo. 

Valorizzazione della biodiversità e nuove colture 

L’azienda “L’Essenza degli Iblei”, è uno dei fiori all’occhiello del Psr Sicilia, con oltre 6 ettari dedicati a piante officinali e autoctone. Grazie ai fondi per l’agricoltura biologica, ha creato un “campo collezione” di 200 specie, accessibile anche a persone con esigenze speciali, combinando produzione, didattica e biodiversità. Il professore Salvatore Luciano Cosentino dell’Università di Catania evidenzia come i progetti sulle Misure 16.1 e 16.2, ad esempio, abbiano recuperato grani antichi (come Perciasacchi e Timilia) e introdotto colture innovative come quinoa, canapa, ricino e aromatiche (lavanda, rosmarino, zafferano). Queste iniziative non solo arricchiscono l’offerta agroalimentare, ma promuovono usi nutraceutici e medicinali, aprendo mercati emergenti. Casi come quello di Vincenzo Amata, passato dall’abbigliamento alla coltivazione di mango siciliano, o dell’Azienda Ongombo con il ripristino di muretti a secco, dimostrano inoltre come i fondi stiano fomentando imprenditoria creativa e sostenibile.

Filiera del carrubo e start-up innovative

Il progetto “Go Carrubo – In side car”, finanziato con le risorse della Sottomisura 16.1, rivoluziona la filiera del carrubo: dal campo alla trasformazione, riutilizzando scarti per innovazioni eco-sostenibili. Questo approccio circolare massimizza potenzialità sottoutilizzate, riducendo rifiuti e creando valore. Anche i Gal e altri enti, hanno sfruttato – e continuano a sfruttare – l’opportunità dei fondi comunitari. E’ il caso del Gal Madonie che ha supportato dieci nuove start-up con la Sottomisura 19.2/6.2, erogando 20mila euro ciascuna a fondo perduto. Prevalentemente guidate da donne, queste imprese – da laboratori artigianali per l’infanzia a turismo naturalistico – nascono in comuni come Castelbuono, spaziando tra le province di Palermo a Enna.

Anche progetti finanziati con precedenti programmazioni, come la Misura 311 del PSR 2007-2013, per dirne una, realizzati dall’Azienda Servillo a Nicosia (con campi polifunzionali per diversificazione), confermano la continuità di una strategia che genera occupazione rurale e di una Sicilia agricola che continua a guardare il in avanti. Tra i tanti interventi, grazie ai fondi europei, sono state promosse anche una serie di iniziative, come concorsi di idee ed eventi, rivolte agli studenti, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del programma comunitario attraverso visite aziendali e progetti di comunicazione. Queste attività non solo contribuiscono alla formazione di una nuova generazione – e perché no, anche di imprenditori – ma rafforzano il legame tra giovani, territorio e tradizione, garantendo che i benefici dei fondi si consolidino nel tempo. 

Insomma, l’esperienza del Psr Sicilia dimostra che, quando ben utilizzati, i fondi europei possono rappresentare un catalizzatore efficace per lo sviluppo territoriale. Non si tratta solo di trasferimenti finanziari, ma di strumenti che, se inseriti in una visione strategica chiara, sono in grado di attivare processi virtuosi di innovazione, sostenibilità e crescita. 

Queste storie raccontate – tra le tante raccolte – testimoniano una Sicilia agricola che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici, capace di coniugare tradizione e modernità, sostenibilità ambientale e competitività economica. Un modello da cui trarre ispirazione per le future programmazioni, che dimostra come l’Europa possa fare la differenza quando incontra la volontà di fare impresa.

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