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Pesticidi e allevamenti, l’Italia blocca il Mercosur: “Reciprocità o niente accordo”

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Bruxelles preme per chiudere l’accordo commerciale con i quattro paesi sudamericani. Ma l’Italia chiede garanzie: chi importa nell’Ue deve rispettare le stesse regole su pesticidi e benessere animale. Oggi il Consiglio europeo potrebbe sciogliere il nodo. Intanto la Commissione vara nuove norme sui residui tossici. L’accordo Ue-Mercosur resta in bilico. Manca un ultimo tassello: la reciprocità. L’Italia e altri paesi membri vogliono che Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay rispettino gli standard europei.

Non solo carta, ma fatti concreti. Benessere animale, divieto di sostanze pericolose nei fitofarmaci e negli allevamenti. Senza queste garanzie, Roma non darà il via libera. Il primo scoglio è stato superato. L’altro Ieri sera Parlamento europeo e Consiglio hanno trovato l’intesa sulle clausole di salvaguardia. Se le importazioni dai paesi del Mercosur salgono oltre l’8% rispetto alla media del triennio, o se i prezzi crollano della stessa percentuale, scatta il freno. I dazi preferenziali per prodotti sensibili – carne bovina, pollame, uova, agrumi, zucchero – possono essere sospesi. Una rete di protezione per gli agricoltori europei.

La promesse della Commissione

Sulla reciprocità, invece, si attende ancora una mossa della Commissione europea. Bruxelles ha promesso una dichiarazione per “garantire un maggiore allineamento degli standard di produzione applicati ai prodotti importati, in particolare per quanto riguarda il benessere degli animali e i pesticidi provenienti dai paesi del Mercosur”. Lo riferisce una nota del Parlamento europeo. Ma le parole non bastano.

La Commissione lo sa. E si muove. Già martedì, con il pacchetto Omnibus sulla semplificazione delle norme su alimenti e mangimi, ha proposto modifiche concrete. Il regolamento Ce 396/2005 sui residui di pesticidi nei prodotti agroalimentari sarà rivisto. Le soglie massime di tolleranza per le sostanze più pericolose scenderanno al “livello di quantificazione”, il cosiddetto zero tecnico. La soglia minima rilevabile tecnicamente. E questa regola varrà anche per i prodotti importati nell’Ue.

Tolleranza zero per le importazioni

Quali sostanze finiscono sotto la lente? La Commissione è netta. Quelle “con proprietà mutagene, cancerogene o tossiche per la riproduzione, nonché gli interferenti endocrini che possono avere effetti avversi sull’uomo”. Per questi composti, scrive Bruxelles, “non dovrebbe essere consentito alcun livello di residui che comporti l’esposizione dei consumatori”. La tutela della salute viene prima di tutto.

Ma non solo. Lo zero tecnico scatterà anche per gli inquinanti organici persistenti (Pop), le sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (Pbt), quelle molto persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB) e gli interferenti endocrini dannosi per organismi non bersaglio. Il motivo è semplice: queste sostanze resistono alla degradazione, restano nell’ambiente per anni, si accumulano. Minacciano gli ecosistemi, la biodiversità, la produzione agricola. I perturbatori endocrini alterano i sistemi ormonali degli organismi viventi, con effetti che si propagano ben oltre i confini nazionali.

Ecosistemi a rischio

“Queste sostanze creano preoccupazioni ambientali di natura globale che hanno un legame con il territorio dell’Unione”, spiega la Commissione. Vietare la presenza di questi residui negli alimenti europei, abbassando drasticamente le soglie di tolleranza, significa allinearsi agli sforzi internazionali contro l’inquinamento. E sostenere le iniziative globali per lo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità.

Basterà? È la domanda che tutti si pongono a Bruxelles. L’Italia e gli altri paesi scettici accetteranno queste misure come garanzia sufficiente per votare a favore del mandato alla firma? La risposta potrebbe arrivare domani, al Consiglio europeo. Giorgia Meloni sarà chiamata a sciogliere il nodo. Il tempo stringe: la firma dell’accordo con il Mercosur era prevista per sabato, in Brasile. Ora tutto è appeso a un filo.

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