Agricoltura sostenibile
Pantelleria punta sulla biodiversità e la fertilità dei terreni
di Dario Cataldo
Pantelleria ha ospitato un workshop dal titolo “Il carbonio organico nei suoli agrari di Pantelleria: significato diagnostico di un indicatore di fertilità”, un appuntamento che ha sottolineato l’importanza della sostenibilità agricola in un contesto unico come quello dell’isola. Organizzato dall’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, l’evento si inserisce nel quadro di un progetto più ampio volto alla salvaguardia della vite ad alberello, patrimonio Unesco, e alla promozione di pratiche agricole che tutelino la biodiversità e migliorino la fertilità dei terreni.
Durante il workshop è emersa l’importanza del carbonio organico nei terreni agricoli. Questo elemento, risultato della decomposizione della sostanza organica, è fondamentale per:
– Migliorare la struttura del suolo, riducendo l’erosione e trattenendo umidità.
– Garantire la fertilità a lungo termine, offrendo risorse nutritive per le piante e riducendo l’uso di fertilizzanti chimici.
– Rendere le coltivazioni più resilienti, supportando la crescita delle radici e la resistenza agli stress climatici.
Gli studi condotti hanno permesso di fotografare la situazione dei terreni agricoli a Pantelleria, classificando i suoli in tre categorie, in base al contenuto di carbonio organico:
– Alta fertilità: contenuto >24 g/kg, ideale per coltivazioni produttive.
– Fertilità moderata: 12-24 g/kg, con necessità di integrazioni.
– Bassa fertilità: <12 g/kg, richiede interventi mirati per migliorare le condizioni del suolo.
Per incrementare la fertilità dei terreni e a preservarne la biodiversità, sono inoltre stati illustrate una serie di pratiche che prevedono: la limitazione dell’uso di attrezzi invasivi come aratri per preservare il soprassuolo; l’uso di ammendanti organici come compost o letame; l’uso di concimi organo-minerali ad alto contenuto di carbonio umificato; la pratica del compostaggio degli scarti vegetali; la pacciamatura del suolo con erba tagliata o ramaglie fresche; tecniche di agroforestazione con animali per il controllo biologico; l’adozione del sovescio con colture specifiche come favino e senape selvatica.
In altre parole un modello per un futuro sostenibile, che punta sulla fondamentale e vicendevole importanza della collaborazione tra agricoltori, Enti locali e Istituzioni nazionali per garantire una gestione più oculata delle risorse naturali. Grazie a questi dati, gli agricoltori di Pantelleria potranno pianificare interventi mirati per preservare la produttività del suolo e promuovere una transizione ecologica efficace. L’incontro ha anche rappresentato un’occasione per sensibilizzare la comunità sull’importanza di preservare il patrimonio agricolo dell’isola, mantenendo viva la tradizione della vite ad alberello, simbolo di resilienza e adattamento.
L’Ente Parco ha invitato i proprietari dei fondi o coloro i quali fossero interessati a maggiori informazioni sulla tematica, a recarsi presso la sede del Parco Nazionale, nei giorni di ricevimento, per ricevere i dati relativi alla fertilità dei propri terreni. Tali dati, frutto di analisi geospaziali, rappresentano uno strumento prezioso per una gestione agricola consapevole e sostenibile.
L’evento non è stato solo un momento di confronto, ma un passo concreto verso un’agricoltura più smart, capace di affrontare le sfide del cambiamento climatico e di garantire un futuro prospero per l’isola di Pantelleria. La stessa che si conferma al pari di un laboratorio naturale, dove tradizione e innovazione si incontrano per generare modelli replicabili anche oltre i confini isolani. Un esempio di come la valorizzazione del territorio e la tutela ambientale possano convivere con il progresso economico e sociale.
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