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il futuro dell'agricoltura
Pac, altro passo avanti verso la riforma. L’Agrifish conferma l’accordo. Ecco cosa prevede

I ministri dell’Agricoltura Ue hanno approvato l’accordo sulla riforma della politica agricola comune (Pac). Tutti tranne l’esponente del governo della Bulgaria. Accordo che già era stato approvato la scorsa settimana dal Consiglio Ue e dal Parlamento europeo. “Una riforma storica” afferma il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli secondo cui “elemento qualificante è la condizionalità sociale: più diritti per i lavoratori senza incidere sulla burocrazia per le imprese agricole”.

Dunque, anche l’Agrifish a Bruxelles ha dato il via libera alla bozza della Pac. Una trattativa, quella sulla nuova Pac, che va avanti da quasi tre anni e che, alla fine, è stata approvata durante il semestre di presidenza portoghese della Ue, come più volte auspicato da Maria do Céu Antunes, ministro portoghese dell’agricoltura. E così adesso si lavorerà a livello interistituzionale sui restanti dettagli tecnici della proposta di riforma, dopo di che sarà formalmente approvata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio Ue, e questo dovrebbe avvenire in pieno autunno.

La futura Pac rappresenta il 31,95% del budget totale dell’Ue per il 2021-2027, ovvero 386,6 miliardi a supporto di 7 milioni di aziende

Va ricordato che la futura futura Politica agricola comune, che rappresenta il 31,95% del budget totale dell’Unione per il periodo 2021-2027 con una dotazione di 386,6 miliardi di euro a supporto dei quasi 7 milioni di aziende agricole europee, entrerà in vigore il primo gennaio 2023, al termine del periodo transitorio previsto per gli anni 2021 e 2022 durante il quale i co-legislatori hanno deciso di estendere le regole dell’attuale Pac.

Le principali novità

Una nuova dimensione sociale
La PAC post-2020 pone maggiore enfasi sulla dimensione sociale dell’agricoltura. In base al nuovo accordo, gli agricoltori e gli altri beneficiari che ricevono pagamenti diretti saranno soggetti a una sanzione amministrativa se non forniscono condizioni di lavoro adeguate, come stabilito dalla pertinente legislazione dell’UE. È la prima volta che la legislazione agricola dell’UE include una dimensione sociale, la famosa condizionalità sociale per cui l’Italia si è tanto battuta, e segna un passo avanti storico nel modo in cui la PAC tiene conto delle condizioni dei lavoratori agricoli.

Una PAC ambiziosa dal punto di vista ambientale
La nuova PAC prevede una serie di misure volte a incoraggiare gli agricoltori ad adottare pratiche agricole “più ecologiche”, che includono: standard di condizionalità rafforzati che gli agricoltori devono soddisfare per ricevere il sostegno della PAC, compresa la conservazione di suoli ricchi di carbonio attraverso la protezione delle zone umide e torbiere, e quote minime di seminativi da dedicare agli elementi caratteristici del paesaggio per proteggere la biodiversità. Eco-regimi per sostenere e/o incentivare gli agricoltori ad osservare pratiche agricole a beneficio del clima e dell’ambiente. Una quota maggiore dei fondi per lo sviluppo rurale da spendere in interventi verdi. Il monitoraggio della spesa per clima e biodiversità, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo

Sostegno alle aziende agricole più piccole
Il pacchetto di riforma della PAC comprende anche misure volte a ridistribuire i fondi a favore delle piccole e medie aziende agricole. In base all’accordo, gli Stati membri saranno tenuti a reindirizzare il 10% dei pagamenti diretti a beneficio di tali aziende (in linea di principio attraverso pagamenti ridistributivi, a meno che non dimostrino di poter ottenere lo stesso effetto tramite altri strumenti comparabili).

Concentrati sulle prestazioni
La riforma prevede anche il passaggio da un focus sulla compliance a una PAC basata sulle prestazioni che darà agli Stati membri la libertà di attuare interventi su misura sulla base di una pianificazione strategica e di specifici obiettivi condivisi, in linea con le loro esigenze. (contributo Askanews)

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