Terrà

Si guarda al dopo Covid
L’enoturismo, una risorsa naturale per le cantine siciliane

di Dario Di Bernardi*

Parlare di Turismo a un anno e più dall’inizio della pandemia non è semplice. Pur nondimeno il turismo del vino reca alcune opportunità, perché il più delle volte si tratta di una vacanza che si rivolge ad aree rurali dove la contenuta incidenza di popolazione determina una condizione di maggiore distanziamento tra le persone. Nel settore dell’enoturismo, le visite in cantina si sono ridotte drasticamente e di conseguenza insieme alla pressoché paralisi del settore Ho.Re.Ca., la vendita di vini di fascia medio – alta ha sofferto parecchio. Il web ha rappresentato per molti la camera di ossigeno, dove sperimentare il mantenimento del capitale di relazioni umane costruito in lunghi anni d’investimenti e accoglienza.

Grazie all’azione dei media la percezione positiva del territorio e della Sicilia nel suo insieme ha tenuto motivata dalla suggestione dei paesaggi di natura, di mare, delle architetture e della solarità dell’isola. Con un grande lavoro sul web le Aziende vitivinicole hanno mantenuto attive le relazioni sociali e commerciali. Si è avuto tempo per riflettere su una ripartenza basata sulla comunicazione di una Sicilia “Giardino del Mediterraneo”. I territori dai forti toni evocativi in Sicilia sono tanti, perché al clima e alla bellezza dei campi coltivati, si coniugano culture e testimonianze storiche. La macchia mediterranea è di appoggio e di passaggio per rari uccelli migratori che qui trovano una tappa necessaria per la riproduzione e la loro sopravvivenza.

Con un grande lavoro sul web le aziende vitivinicole siciliane hanno mantenuto attive le relazioni sociali e commerciali.

Il turismo enologico ripartirà e presto, proprio perché ci riporta a luoghi e a sensazioni profondamente legate ai patrimoni ambientali dell’isola. Il sistema dell’offerta si è evoluto molto durante questi mesi. L’enoturismo è una risorsa naturale per le cantine siciliane che sempre più offrono qualità e nei territori sui quali operano, sempre più stanno stimolando l’espansione di un nuovo e vitale sistema di accoglienza rurale. Alle già belle cantine si sono, infatti, sempre più legate, attraverso innovativi studi di design del territorio, testimonianze di artigiani, artisti, reti museali, racconti, vissuti e il recupero di pietanze tradizionali. In molte aree rurali sta prendendo forma una nuova socialità arricchita dall’esperienza di giovani che tornano in Sicilia, i “nuovi contadini” che stanno rispondendo alla domanda che qualche decennio fa poneva Neil Young nella sua celebre “Are You Ready for the Country?”.

E’ cresciuta accanto al ripopolamento delle aree rurali, la consapevolezza della protezione e della fragilità dei paesaggi, per i quali è necessaria una progettazione capace di coniugare in economia e sicurezza il futuro. Di contro una crescita incontrollata di un modello di turismo industriale potrebbe in poco tempo stravolgere i paesaggi e l’identità di comunità con radici millenarie. E’ decisivo per il futuro che gli amministratori orientino investimenti verso la green economy, salvaguardando e recuperando le architetture tradizionali del nostro paesaggio rurale, definito da molti paesaggisti “tra i più belli del mondo”.

*Esperto di turismo rurale

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