Terrà

L’agnello pasquale di Favara che piacque molto anche a Papa Giovanni XXIII

di Luigi Parello*

L’Agnello pasquale è un prodotto identitario, da non confondere con i prodotti tipici. E’ come prodotto identitario va incluso nel percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co., un percorso culturale, che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende a omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l’essenza, l’identità di un territorio; a esso appartengono le immagini, i colori, i sapori e i profumi dei paesaggi. Illuminante, al riguardo, la definizione che Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. Da qui il nome del percorso. Le De.Co (Denominazione Comunale) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co il “prodotto” del Territorio acquista una sua identità”.

Rappresenta un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. L’agnello di pasta di mandorla con il ripieno di pistacchio DOP dell’agrigentino, simbolo per eccellenza della Pasqua siciliana. Un candido agnellino di pasta reale cotta messo in posizione accovacciata all’interno di un recinto di legno su una base verde a indicare il prato, guarnito con un fiocco rosso al collo, dei confetti e/o cioccolatini attorno, uno stendardo con il monogramma di Gesù Cristo infilzato sulla schiena, e infine dipinto a mano. La Pasqua è una delle feste più sentite e importanti di Sicilia e come per ogni ricorrenza la celebrazione religiosa è accompagnata dal momento conviviale che molto spesso si caratterizza e distingue per la presenza di una pietanza specifica.

È il caso dell’Agnello Pasquale di Favara, molto apprezzato in Sicilia come nel resto d’Italia, di cui si ha notizia, secondo le fonti storiche, a partire dal 1898. Secondo quanto ci riportano alcuni studiosi, l’agnello pasquale si diffuse quando una ricca famiglia di Favara ne cominciò a commissionare la preparazione; altri studiosi raccontano, invece, che la vera ricetta fosse un segreto di questa famiglia borghese di Favara. Da un punto di vista simbolico, l’agnello pasquale racchiude in sé la sostanza mistica della festa, rappresentando appunto la resurrezione di Gesù Cristo, e fu proprio per il significato e il sapore che piacque molto anche a Papa Giovanni XXIII che ogni anno veniva omaggiato del celebre dolce dalla Diocesi di Agrigento.

La ricetta dell’agnello pasquale è molto semplice e prevede una speciale lavorazione a caldo degli ingredienti. La parte esterna del dolce è composta da pasta reale, preparata con mandorle tritate e zucchero, e nasconde al suo interno un ripieno di morbida pasta di pistacchio. Grazie all’uso di un particolare stampo viene realizzato l’agnello in varie dimensioni, finemente decorato con fondente di zucchero o fiocchi di pasta di mandorla morbida e con al suo fianco il vessillo della resurrezione di Cristo. Tutt’oggi la città di Favara conserva il primato nella produzione tradizionale e durante la Settimana Santa si svolge l’attesissima sagra dell’agnello pasquale che attira ogni anno molti turisti. Infatti, il dolce è appartenuto alla dimensione artigianale e familiare fino alla seconda metà del ‘900 per poi diffondersi fino ai giorni nostri come dolce tipico della tradizione siciliana.

L’agnello pasquale è il dolce che predomina sulle tavole di Pasqua dei favaresi, dei siciliani e delle comunità favaresi sparse per il mondo. La tradizione narra che le prime a preparare questo dolce furono le suore del Collegio di Maria del quartiere “Batia” di Favara. La ricetta veniva infatti tramandata oralmente dalle suore più anziane a quelle più giovani/novizie… La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l’identità di un territorio.

Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono tuttavia quattro principi, la storicità e l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità.
Aspetti importanti che collocano l’idea dei Borghi GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali. Non potendo legare l’azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari, sta nell’unicità dell’identità l’azione vincente. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (DOP, IGP, DOC, ect) sono strumenti inutili e impropri.

*Docente, Custode dell’Identità Territoriale

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