Terrà

La ricerca dice sì, il ‘Castagno dei Cento Cavalli’ ha 2.200 anni

Il Castagno dei Cento Cavalli , uno degli alberi più antichi e grandi al mondo, che si trova alle pendici dell’Etna in provincia di Catania, ha un’impronta genetica uniforme ed ha più di due millenni. Lo ha dimostrato uno studio del CREA pubblicato sull’ultimo numero di Forestry, la prestigiosa rivista internazionale di ricerca forestale. Il Castagno dei Cento Cavalli, eletto albero italiano dell’anno 2021, è un vero e proprio monumento vivente: il diametro medio del tronco misura 18 metri, la chioma copre un’area di circa mille metri quadrati. 

La leggenda narra che il suo nome nacque quando la regina Giovanna I d’Angiò nel XIII secolo si riparò da un temporale, sotto le sue impressionanti fronde, con tutti e 100 i suoi cavalieri. Da allora il castagno, visitato anche da Goethe e da molti altri letterati ed artisti, è stato chiamato “Il castagno dei 100 cavalli”. Si presenta attualmente diviso in tre tronchi ma da molto tempo si ricerca la certezza che essi si siano effettivamente originati per frammentazione radiale di un unico fusto. Erano già state condotte delle analisi che ne riportavano genericamente l’uniformità genetica, tuttavia nessun dettaglio era mai fornito riguardo alle modalità di campionamento e agli specifici risultati analitici ottenuti. Inoltre, l’importanza scientifica dell’era mai stata ‘documentata e sottolineata.

Le tecniche di analisi

Una tecnica innovativa di analisi del DNA estratto dalle foglie della pianta, denominata KASP (Kompetitive Allelle Specific Pcr) e ottimizzata dal CREA (con la sede di Caserta del suo Centro di Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura), ha permesso di descrivere ciascun individuo analizzato con una stringa di 37 lettere, una sorta di codice a barre basato sull’impronta genetica, che permette, tra l’altro, di definire le cultivar di castagno. La tecnica KASP è stata ideata in Gran Bretagna intorno al 2010 come generico strumento per analizzare il DNA di ogni tipo di organismo vivente, ma ogni organismo richiede le sue sonde e non esistevano sonde specifiche per il castagno. Per sonde design di buona qualità i ricercatori di Caserta hanno confrontato alcuni tratti del DNA in un piccolo pool rappresentativo di cultivar italiane ed hanno individuato i punti in cui queste differivano tra loro. Su 37 di questi punti di diversità, costruiti hanno altrettante sonde in grado di colorarsi a seconda della specifica base presente in quel punto. Per ogni colore assunto dalla sonda, viene attribuita una lettera corrispondente (A, C, G o T) alla stringa di caratterizzazione. In questo modo è stata resa disponibile questa tecnica semplice, economica ed efficace, al mondo della castanicoltura.

I risultati 

Sono state prelevate foglie in otto punti distanti della chioma del Castagno dei Cento Cavalli, campioni dai tre i tronchi principali. Alle analisi KASP, punti della chioma hanno restituito la stessa stringa identificativa, dimostrando di essere identici tra loro, in quanto appartenenti a tutti allo stesso organismo, e diversi da tutte le cultivar finora analizzate. Questo risultato esclude completamente l’ipotesi che i tre tronchi siano principali nati da castagne sorelle e avvalora l’idea che siano invece originati dalla radiale della stessa pianta. Quanto emerso dallo studio va ben oltre il dato anagrafico di questo patriarcato verde e riguarda le risposte scientifiche che esso può offrire a quesiti di base che riguardano l’evoluzione delle piante superiori.

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