Terrà

Farm to Fork
La biodiversità a sostegno dei territori e dei sistemi locali del cibo

La relazione tra produzione agroalimentare su modelli industriali e crisi climatica è ormai innegabile e supportata da validazione scientifica. L’approccio innovativo dettato dalla Commissione Europea con il Green New Deal del dicembre 2019 suggerisce che un modello diverso possa partire dalla centralità delle risorse genetiche di origine animale e vegetale dei territori. Dal punto di vista agricolo, la strada per un’Europa a impatto zero entro il 2050, e con importanti miglioramenti già entro il 2030, è quella intrapresa con la Comunicazione della CE “Farm to Fork”, che non a caso è stata rilasciata in contemporanea con la Strategia Biodiversità 2030.

Serve un percorso virtuoso che consolidi l’importanza espressa dal patrimonio di conoscenze delle comunità rurali costituite dalle migliaia di piccoli agricoltori e allevatori che rappresentano i primi custodi di una ricchezza genetica senza pari. Custodire significa conoscere, conoscere significa proteggere dall’uso poco oculato o dall’appropriazione indebita di geni e risorse genetiche. Solo trovando un posto nella produzione ordinaria e nel consumo quotidiano si può immaginare di mettere a valore il ruolo ecosistemico che la biodiversità svolge in modo naturale. Già da decenni il tema è oggetto di interesse da parte del mondo scientifico a livello internazionale.

Dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) approvata nel 1992 a Rio de Janeiro, che ha portato all’attenzione il tema della biodiversità definita come “la variabilità esistente a qualsiasi titolo nelle specie, tra le specie e tra gli ecosistemi”, si è evidenziata la necessità di un’azione unitaria tra i diversi Paesi. Nell’ambito della biodiversità di interesse per l’alimentazione e l’agricoltura è stata avviata la valutazione delle priorità, dei possibili piani di azione e delle esigenze finanziarie. Tale attività si è concretizzata con la stipula del Trattato sulle Risorse Fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura del 2001, recepito in Italia attraverso specifico DPR nel 2004. Il Trattato pone importanti obiettivi relativamente alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali e, soprattutto, al ruolo degli agricoltori e delle comunità ai fini di una distribuzione equa dei benefici derivanti dall’impiego delle risorse genetiche.

Biodiversità: “La variabilità esistente a qualsiasi titolo nelle specie, tra le specie e tra gli ecosistemi”

A livello nazionale l’impegno finalizzato alla corretta attuazione del Trattato del 2001 a portato all’approvazione nel 2008 del Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse agricolo (PNBA) con la partecipazione delle Regioni che nel frattempo avevano sviluppato percorsi virtuosi di valorizzazione della biodiversità. Le“Linee guida per la conservazione e la caratterizzazione della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse per l’agricoltura” approvate dalla Conferenza Stato Regioni nel 2013, costituiscono un punto di riferimento tecnico-scientifico per tutti coloro che operano nel campo della biodiversità agraria, i quali possono così adottare metodologie comuni, standardizzate e condivise.

Con il coordinamento del Ministero delle Politiche Agricole, si procede inoltre al monitoraggio delle azioni messe in campo dalle singole Regioni in attuazione delle iniziative territoriali, di ricerca e conservazione, di repertoriazione e di animazione previste dal Trattato. Con Decreto Assessoriale n. 18/2011 la Regione Siciliana ha approvato il primo repertorio delle varietà da frutto derivanti dall’attività di caratterizzazione e conservazione realizzata attraverso il progetto ‘Risorse Genetiche Vegetali – Sicilia’. Con la Legge Regionale n. 19/2013 “Tutela e valorizzazione delle risorse genetiche Born in Sicily per l’alimentazione e l’agricoltura”, la Regione Siciliana ha fatto un balzo in avanti nell’attenzione rivolta alla biodiversità di interesse agrario.

Tuttavia già da almeno un ventennio l’Assessorato dell’Agricoltura ha dato ampio spazio nelle propria attività istituzionale ad iniziative volte alla valorizzazione e promozione delle risorse genetiche, con progetti finalizzati al censimento e alla conservazione del patrimonio vegetale ed animale e, in considerazione dell’importanza del tema per tutto il territorio regionale, con l’adozione di specifiche misure a valere sul PSR 2007-2013 e sul PSR 2014-2020. Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, ora prorogato al 2022, l’attività di conservazione della biodiversità è riconducibile alle sottomisure 4.4,10.1 e 10.2. La Legge Regionale 19/2013 prevede all’art. 11 c. 3 l’adozione di un piano operativo annuale per l’implementazione di attività direttamente connesse con la salvaguardia del patrimonio genetico di interesse regionale.

Tali attività si delineano secondo 4 direttrici:

1- promozione, censimento e studio dell’agrobiodiversità animale e vegetale;

2- iniziative volte a conservare la biodiversità di interesse agrario, a diffondere le conoscenze e le innovazioni per l’uso e la valorizzazione di materiali e prodotti autoctoni;

3 – specifiche iniziative atte alla tutela, al miglioramento, alla moltiplicazione e alla valorizzazione delle risorse genetiche autoctone;

4 – specifiche iniziative per incentivare gli agricoltori.

Sono previste anche azioni congiunte tra pubblico (Centri di Conservazione presso Istituzioni scientifiche) e privato (Agricoltori custodi). Nel comparto animale la tutela della biodiversità rappresenta un impegno inderogabile in quanto la Sicilia gioca un ruolo fondamentale nella differenziazione di razze ad elevata adattabilità e costituisce una fonte inesauribile di risorse genetiche autoctone ad elevatissimo legame con il territorio. Diverse attività sono state svolte insieme all’Associazione internazionale Slow Food, che hanno coinvolto produttori, allevatori, imprenditori e custodi di biodiversità. Da oltre quindici anni il Dipartimento dell’Agricoltura approfondisce le conoscenze nel campo della viticoltura e, in particolare, nel campo della viticoltura da vino autoctona. Nel comparto della cerealicoltura, la forte spinta proveniente dagli stessi agricoltori siciliani ha determinato un significativo impegno dell’Amministrazione regionale finalizzato alla all’impiego di varietà di frumento duro e tenero di antica tradizione. Nel campo dell’olivicoltura, l’attività è stata sostenuta in collaborazione con istituzioni scientifiche regionali con finalità descrittive della biodiversità regionale.

Lo stesso è stato possibile su un’altra specie simbolo dell’agricoltura e del paesaggio agrario regionale, il mandorlo, che a partire dalla fine degli anni ’90, anche con l’ausilio delle Sezioni Operative dei Servizi allo sviluppo del Dipartimento Agricoltura, è stato conservato nel Museo Vivente del Mandorlo con oltre 250 accessioni di origine diversa. Sempre nell’ambito della frutticoltura, l’attività sino ad oggi è stata realizzata attraverso il progetto regionale Risorse Genetiche Vegetali che ha permesso di censire oltre 2500 accessioni di fruttiferi (pomacee, drupacee, risorse genetiche minori, agrumi minori, alcune specie funzionali) che sono state in parte oggetto dell’attuazione della misura 214/2B del PSR Sicilia 2007-2013 per la costituzione di campi di agricoltori custodi.

La Legge 1 dicembre 2015 n.194Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” definisce il sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità e istituisce la Rete Nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. La Legge 194 rappresenta oggi il riferimento per l’attività coordinata delle Regioni sul tema della caratterizzazione e registrazione delle risorse genetiche nell’anagrafe nazionale. In virtù di quanto previsto dalla Legge 194, il Ministero attribuisce ogni anno fondi alle singole Regioni per l’ampliamento delle attività finalizzate all’iscrizione di risorse all’Anagrafe ma anche per il rafforzamento delle reti tra agricoltori e tra istituzioni scientifiche impegnate nella conservazione del patrimonio genetico animale e vegetale.

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