Terrà

Tecnica di concimazione
Il digestato microfiltrato, una rivoluzione verde per l’agricoltura siciliana

di Dario Cataldo

In Sicilia, una regione nota per la sua produzione di agrumi e foraggi, c’è chi sta sperimentando una nuova tecnica di concimazione che promette di coniugare sostenibilità ambientale, innovazione e convenienza economica. Si tratta del digestato liquido microfiltrato, un sottoprodotto del processo di digestione anaerobica (in cui i batteri in assenza di ossigeno scompongono il materiale organico in composti più semplici) per trasformare le biomasse in biogas, una fonte di energia rinnovabile.

Il digestato liquido microfiltrato è un fertilizzante organico a pronto effetto che può sostituire integralmente i concimi chimici di sintesi, riducendo così l’impatto ambientale e i costi di produzione. Grazie a un sistema di microfiltrazione, il digestato viene separato dalla frazione solida e reso idoneo alla distribuzione tramite fertirrigazione a goccia. In questo modo, il prodotto potrà essere iniettato nel terreno in modo preciso e uniforme, seguendo le esigenze delle colture e minimizzando le perdite di azoto sia in atmosfera che in falda.

Il progetto Fertimed, finanziato dal Psr Sicilia 2014-2020 nell’ambito della sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del Pei (Partenariato Europeo per l’Innovazione) in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” è il primo a testare l’uso del digestato liquido microfiltrato su agrumi e prati di ficodindia ad uso foraggero. Il progetto coinvolge otto partner tra aziende agricole, produttori di biogas, università e centri di ricerca.

Proprio in questi giorni a Ragusa si è svolta una due giorni intensiva con un focus su tale innovativa tecnica di concimazione. Tra visite guidata all’impianto di biogas dell’azienda AB Group di C. da Castellazzo a Vittoria (Ragusa), dove è stato installato un innovativo sistema per il trattamento di separazione e microfiltrazione del digestato, passando per il convegno volto ad analizzare i risultati intermedi raggiunti dalla sperimentazione di tale tecnica, la Regione siciliana vuole puntare su tale processo sostenibile e dall’indubbio potenziale.

I primi risultati sono incoraggianti: la fertirrigazione con digestato ha aumentato la produzione del 15% rispetto alla concimazione tradizionale con urea, migliorando anche la qualità dei frutti e del trinciato. Inoltre, l’analisi LCA (Life Cycle Assessment) ha dimostrato che la fertirrigazione con digestato è in grado di ridurre le emissioni di gas serra del 47% rispetto allo spandimento superficiale.

Vantaggi economici, energetici e ambientali

D’altronde, il suo utilizzo come fertilizzante organico presenta diversi vantaggi economici, energetici e ambientali per le aziende agricole. Qualche esempio? Riduce o elimina i costi di acquisto e di smaltimento dei concimi chimici di sintesi, valorizzando una risorsa già presente in azienda. Aumenta la produzione e la qualità delle colture, grazie alla fornitura di sostanze nutritive (azoto, fosforo e micronutrienti) in forma prontamente assimilabile dalle piante. Migliora la fertilità del suolo, favorendo l’attività biologica e la struttura del terreno.

Ottimizza l’uso dell’acqua, grazie alla fertirrigazione a goccia che consente di distribuire il digestato in modo preciso e uniforme, seguendo le esigenze delle colture e minimizzando le perdite per evaporazione e percolazione. Riduce le emissioni di gas serra, grazie alla minore produzione di biogas residuo dal digestore e alla minore volatilizzazione di ammoniaca dal terreno. Aumenta la produzione di energia da biogas, grazie al miglioramento della qualità delle biomasse utilizzate per la digestione anaerobica. Dunque il digestato liquido microfiltrato si presenta come una soluzione innovativa e vantaggiosa per l’agricoltura siciliana, che segue i principi dell’economia circolare e valorizza le risorse locali. Un esempio di come la scienza e la tecnologia possano contribuire a rendere l’agricoltura più efficiente e più verde.

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