Terrà

L'iniziativa
Igp Nocciola di Sicilia: un progetto per riscrivere il futuro della corilicoltura

Condividi:

Sulle pendici dei Nebrodi, tra terrazze collinari e sentieri che odorano di resina e umidità, cresce da secoli un frutto silenzioso ma prezioso: la nocciola. Un tempo considerata l’arancia della montagna, come scrisse il prof. Ferdinando Alfonso nel 1887, oggi la Nocciola di Sicilia è pronta a ottenere il riconoscimento europeo come IGP, grazie a un progetto coordinato dal GAL Nebrodi Plus. Un cammino che unisce tradizione agricola, valore ambientale e visione strategica, e che potrebbe riportare al centro della scena una coltura che ha segnato la storia economica e culturale dell’isola.

Lo scorso 7 agosto, a San Salvatore di Fitalia, è stato presentato il dossier ufficiale per l’Indicazione Geografica Protetta. Un evento atteso da anni, reso possibile grazie al lavoro di ricerca e animazione territoriale svolto dal GAL e dal neonato gruppo di produttori, determinati a riscrivere il futuro di questa filiera. “Questa espressione – ha ricordato a Terrà Francesco Calanna, presidente del Gal – oltre a riassumere in sé la storicità ed il valore di questa coltura, rivela anche la cultura che vi si è sviluppata intorno: la sapienza delle tecniche colturali, la maestria delle sistemazioni a gradoni, la ricchezza delle cultivar autoctone, le creazioni originali della pasticceria locale”. Una cultura, dunque, che va ben oltre la semplice produzione agricola.

Le basi scientifiche

La candidatura IGP poggia su solide basi scientifiche. Per la prima volta, una campagna di campionamento e analisi chimico-fisica ha restituito un quadro dettagliato delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali della Nocciola di Sicilia. I risultati parlano chiaro: elevata concentrazione di acidi grassi monoinsaturi, presenza significativa di vitamina E, ricchezza di polifenoli e minerali. Come ha spiegato lo stesso Calanna, è stato rilevato un profilo lipidico paragonabile a quello dell’olio extravergine d’oliva, e un equilibrio ottimale tra umidità, proteine e lipidi, a garanzia della qualità e della shelf-life del prodotto”. Un insieme di caratteristiche che distingue nettamente la nocciola siciliana dalle varietà concorrenti.

Il riconoscimento IGP non è solo un obiettivo formale, ma un’opportunità concreta per l’intero comparto. In Sicilia esistono circa 11mila ettari coltivati a nocciolo, distribuiti principalmente nei Nebrodi ma anche nell’area etnea, nelle Madonie e in parte dell’Ennese. “Non si è voluto parcellizzare un contesto produttivo che, alla luce delle presenze varietali riscontrate e delle indagini svolte, risulta espressione di una forte omogeneità” ha precisato. Una scelta inclusiva, pensata per rafforzare l’intero sistema.

Un settore in crescita

Le ricadute attese riguardano occupazione, redditività e tenuta ambientale. Negli ultimi anni, anche grazie a interventi pubblici del PSR, circa 6mila ettari di noccioleti sono stati recuperati. “Il riconoscimento IGP – ha aggiunto il presidente del Gal Nebrodi Plus – ne accrescerebbe certamente il valore e indurrebbe i proprietari a proseguirne la coltivazione. In alcuni contesti, per effetto delle iniziative del Gal, sembra essersi risvegliato l’interesse per la corilicoltura”. La nascita recente di un’organizzazione di produttori specifica conferma la vitalità del settore.

Accanto alla produzione in guscio, stanno crescendo anche i trasformati: creme, paste, dolci da forno. La nocciola siciliana è sempre più richiesta anche da pasticcerie di alta gamma e mercati esteri. Non a caso, tra i simboli di questa rinascita figura la “Pasta Reale di Tortorici”, oggi Presidio Slow Food e base per una innovativa barretta nutraceutica presentata proprio in occasione della candidatura. Un ponte ideale tra la tradizione e l’innovazione.

Quella che si sta compiendo non è solo un’operazione di marketing, ma un atto di consapevolezza: dare voce a un’agricoltura silenziosa ma ricca di valore, che ha bisogno di tutela e di riconoscimento per continuare a vivere. Il progetto della Nocciola di Sicilia IGP racconta tutto questo. Racconta di una montagna che ha saputo generare un frutto gentile e resistente, e di uomini che hanno deciso di crederci ancora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Vuoi ricevere gli aggiornamenti di Terrà per email?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Condividi:
HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com