
I cuochi siciliani uniti per l’eccellenza: formazione, tradizione e innovazione al servizio del gusto e dell’identità dell’Isola
di Dario Cataldo
“Essere parte dell’Unione regionale cuochi siciliani significa condividere passione, impegno e crescita all’interno di una rete che valorizza la cultura gastronomica italiana”. Lo afferma Rosario Seidita, presidente dell’Unione e voce autorevole della Federazione italiana cuochi (Fic) in Sicilia. Un riferimento saldo per i professionisti della ristorazione, una realtà viva, operativa e profondamente radicata nel tessuto dell’Isola.
L’Unione, che riunisce le nove associazioni provinciali dei cuochi siciliani, agisce come braccio territoriale della Fic, l’unico interlocutore istituzionale riconosciuto a livello nazionale. “La nostra missione – dice a Terrà Seidita – è sostenere i cuochi nella loro evoluzione professionale, favorendo percorsi di formazione, aggiornamento e promozione delle eccellenze agroalimentari locali”.

Rosario Seidita presidente Unione regionale cuochi siciliani
Grazie ai protocolli siglati dalla Fic con diversi ministeri – dall’Istruzione all’Agricoltura, dalla Salute alla Protezione Civile – l’Unione si fa promotrice di un lavoro sinergico tra scuola, impresa e territorio. “In accordo con i dirigenti scolastici degli istituti alberghieri – spiega – accompagniamo gli studenti nel mondo del lavoro attraverso stage presso chef e ristoratori nostri associati”. Ma anche in contesti di emergenza, l’Unione non si tira indietro: “In caso di calamità naturali, attraverso il Dipartimento solidarietà ed emergenze della Fic, interveniamo con le cucine da campo, collaborando con la Protezione Civile e la Croce Rossa”.
Non meno importante è il ruolo nella promozione del made in Italy, con eventi organizzati anche all’estero per far conoscere la cucina italiana. “Le specialità dei nostri territori – evidenzia – costituiscono un comparto essenziale dell’agroalimentare e sono il cuore del nostro impegno di valorizzazione”. Seidita insiste anche sull’importanza della formazione continua: “Oggi più che mai – afferma – il mondo della ristorazione richiede conoscenze aggiornate, tecnologie avanzate e padronanza delle norme igienico-sanitarie. Il confronto costante tra colleghi, la condivisione delle esperienze e la formazione sono le basi di una crescita professionale autentica”.
Un punto di svolta per la categoria è rappresentato dalla certificazione professionale secondo la norma tecnica UNI. “La certificazione – dice ancora Seidita – è una garanzia per il cliente e uno strumento per rafforzare il potere contrattuale del cuoco. Dimostra esperienza, aggiornamento, competenza. È una tappa fondamentale per chi vuole esercitare questa professione con piena consapevolezza e responsabilità”. Il 2024 ha segnato un anno da incorniciare per l’Unione regionale: premiata come miglior regione d’Italia per risultati istituzionali e formativi, ha stretto collaborazioni decisive.
Una su tutte, quella con la Cna per certificare come ‘Specialità tradizionali garantite’ nove piatti simbolo della gastronomia siciliana, uno per ogni provincia. “Un progetto ambizioso – commenta il cuoco – che punta a tutelare e promuovere le nostre radici culinarie, portandole su scala nazionale ed europea”. A ciò si affianca l’accordo con Dos Sicilia per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari certificati, e la collaborazione con il Dipartimento regionale dell’agricoltura per accompagnare la Sicilia nel suo cammino verso il titolo di Regione Europea della Gastronomia 2025.
“Vogliamo proporre una cucina siciliana contemporanea – afferma – che sia frutto di ricerca, sostenibilità e identità”. L’Unione regionale cuochi siciliani si conferma così non solo come presidio di eccellenza per la categoria, ma come autentico motore culturale, sociale ed economico dell’Isola. “Per ogni associato – conclude Seidita – è fondamentale far parte di una grande rete professionale. Stare insieme significa crescere, contaminarsi, innovare. Solo così possiamo garantire al cliente una cucina buona, sana, sicura e pienamente consapevole”.
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