Terrà

Gli archi di pane di San Biagio Platani, una tradizione unica al mondo

di Dario Cataldo

San Biagio Platani è un piccolo centro agricolo della provincia di Agrigento, famoso per la sua tradizione secolare degli Archi di pane, allestiti ogni anno in occasione della Pasqua. Un trionfo di colori, che rimandano a influenze spagnole di cui la manifestazione è permeata. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, realizzate con materiali naturali come canne, salici, legumi, cereali, fiori e frutta. Gli archi di pane rappresentano una manifestazione di fede e di arte popolare collettiva, che con le loro maestranze coinvolge l’intera comunità e che richiama migliaia di visitatori da tutta l’Italia e dall’estero. La storia degli archi di pane risale alla seconda metà del XVII secolo, quando il paese era diviso in due confraternite religiose: i Madonnara, devoti alla Madonna, e i Signurara, devoti a Cristo.

Le due confraternite si sfidavano nell’allestimento degli archi più belli e originali, che facevano da cornice alla processione e all’incontro tra i simulacri della Madonna e del Cristo Risorto il giorno di Pasqua. Gli archi venivano costruiti in gran segreto, senza svelare nulla agli avversari fino all’ultimo momento.
Gli archi di pane sono composti da diverse strutture architettoniche, che riproducono chiese, portali, fontane, cupole e volte. Ogni struttura è decorata con mosaici colorati, realizzati con legumi e cereali di varie forme e dimensioni. Tra i motivi più ricorrenti ci sono i volti di Gesù e della Madonna, ma anche simboli della natura e della cristianità.

Gli elementi più caratteristici sono le cuddure, delle sculture di pane che assumono le forme di angeli, colombe, campane e altri oggetti sacri, il cui valore simbolico è carico di significato. Il pane era considerato un ex voto, che veniva offerto agli amici e ai parenti dopo la festa. Altre decorazioni caratteristiche e uniche sono le nimpee, ovvero dei lampadari stilizzati e ricchi di colori e odori, realizzati con pasta, datteri e altri prodotti naturali. Fanno da cornice ai mosaici di cereali, arance e fiori che mescolati tra loro raffigurano volti sacri o soggetti che rimandano ad ambientazioni bucoliche, di un passato che a San Biagio è più vivo che mai.

Gli archi di pane sono esposti lungo il corso principale del paese per circa un mese, dal giorno di Pasqua fino alla prima domenica di maggio. Durante questo periodo si svolgono anche altre iniziative culturali ed enogastronomiche, che valorizzano le tradizioni e i prodotti tipici del territorio. Il filo conduttore che lega tali opere d’arte è la celebrazione della natura, dei suoi ritmi e dei suoi frutti. Gli archi di pane sono un patrimonio immateriale da salvaguardare e tramandare alle nuove generazioni, come testimonianza di una cultura popolare ricca di creatività e di spiritualità. Una tradizione che dal basso, dalla valorizzazione dei prodotti della terra, punta a toccare le corde dell’emotività.

Ogni anno, i maestri panificatori del paese si impegnano a creare delle opere d’arte che seppure effimere, sono straordinarie nella loro complessità. Dietro il prodotto finito c’è però una filiera comunitaria, in cui ognuno ha il suo peso specifico. C’è il gruppo del carro bestiame, al servizio per la lavorazione dei pannelli che poi saranno allestiti in piazza. Il gruppo fiori da realizzare con la carta crespa; il gruppo del pane; il gruppo preposto alle decorazioni sotto e sopra gli archi; il gruppo delle nimpee (per la maggior parte costituito da giovani che si cimentano a imparare e tramandare antiche tecniche di lavorazione). Quest’anno poi è stato attivato un gruppo di artigiani del legno che ha riprodotto in scala la Cappella Sistina.

Per Sabrina Circo, titolare in panificio a San Biagio, capogruppo del Pane e componente della confraternita dei Signurara, gli Archi di Pasqua sono il cuore della vita comunitaria a San Biagio Platani. Il momento aggregativo per eccellenza, in cui specie dopo 3 anni difficili di pandemia, si riscopre la bellezza di stare insieme e collaborare per uno scopo comune. Giovani e Anziani si ritrovano insieme, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie esperienze per dare lustro alla tradizione cittadina per eccellenza.

Quest’anno poi il tema della natura si è legato ancora di più a quello della sacralità. Emblematici sono i dipinti del pittore locale Salvatore Virone, le cui opere d’arte si integrano alla perfezione con gli Archi di Pane, regalando suggestioni che mescolano terreno e ultraterreno. Gli archi di pane sono il simbolo di una comunità che sa valorizzare le proprie radici e condividerle con i visitatori, in un clima di festa e di gioia. Una comunità che vuole riscattarsi dopo anni difficili.

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