
Europa, la Pac sotto assedio: agricoltura italiana tra tagli e rincorse di investimenti
Un campanello d’allarme è suonato nel cuore dell’agroalimentare italiano. E’ quanto emerso lo scorso 24 luglio nel corso dell’incontro promosso da Impresa Persona Agroalimentare, dal titolo “Bilancio UE 2028-2034: PAC o spese militari?” e dove è stato svelato uno scenario preoccupante per il futuro del settore: un taglio drastico delle risorse destinate alla Politica Agricola Comune (PAC) nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP).
A illustrare la proposta di 2000 miliardi di euro, con le sue implicazioni, sono stati gli agronomi Gabriele Chiodini e Luca Palazzoni. Le loro proiezioni hanno acceso un dibattito acceso, commentato dal professor Giovanni La Via dell’Università di Catania, che ha sottolineato l’urgenza di una profonda riforma dell’Unione Europea. “Gli obiettivi e le priorità dell’Europa devono evolvere per rispondere alle nuove esigenze dei cittadini”, ha dichiarato il professore, alludendo a un crescente desiderio di sicurezza, resilienza e sostenibilità.
Il fulcro del confronto è stato l’allocazione delle risorse: la proposta di bilancio 2028-2034 lascia agli Stati membri un ampio margine di manovra, sollevando interrogativi sul futuro finanziamento dell’agricoltura europea. La riduzione del budget destinato alla PAC, in particolare, è stata definita da molti partecipanti come una “scommessa rischiosa” per la stabilità e lo sviluppo del settore.
Tuttavia, non tutto è perduto. Le imprese agricole presenti all’incontro hanno dimostrato un notevole orientamento al mercato, con strategie di differenziazione dei prodotti, diversificazione delle attività e accorciamento della filiera. Molti imprenditori hanno sottolineato come il contributo della PAC pesi meno del 4% sul fatturato per le realtà più dinamiche e innovative.
Il focus si è quindi spostato sull’importanza cruciale degli investimenti pubblici, come quelli previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dai CSR (Contratti di Sviluppo Rurale). Questi strumenti rappresentano la chiave per rafforzare la competitività aziendale, incentivare la modernizzazione e favorire un rapporto più stretto e consapevole con il mercato.
In conclusione, il forum ha riaffermato l’importanza di una visione imprenditoriale strategica e orientata al mercato da parte delle aziende agricole. Un approccio proattivo è fondamentale per affrontare le sfide future e cogliere le opportunità offerte dalle nuove politiche europee. Ma la domanda resta: sarà sufficiente? La riduzione della PAC, seppur mitigata dalla resilienza di alcune imprese, rischia di compromettere il futuro del settore agroalimentare europeo, lasciando un’ombra di incertezza sul piatto forte dell’economia italiana.
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